Una nuova micronazione tra Serbia e Croazia
Si chiama "Liberland", è stata fondata da un politico della Repubblica Ceca e ha 300mila richieste di cittadinanza: ha grandi progetti ma probabilmente nessun futuro
“Liberland” è una micronazione che si trova al confine tra Serbia e Croazia, sulla riva occidentale del fiume Danubio: è nata il 13 aprile per iniziativa di Vit Jedlička, un politico di 31 anni della Repubblica Ceca. In realtà Liberland è uno stato autoproclamato, non riconosciuto da nessun altro stato sovrano al mondo, a eccezione di alcune altre nazioni che, allo stesso modo, non sono riconosciute da quasi nessuno. Jedlička crede però che Liberland abbia diritto di esistere: secondo lui lo stato si trova infatti su quella che viene definita terra nullius, una terra di nessuno, in seguito ai molti mutamenti di confine nei Balcani che sia Serbia che Croazia si contendono da anni. Secondo Jedlička l’area su cui si trova Liberland non è mai stata rivendicata né da Serbia né da Croazia, ed è quindi libera e autonoma dalla giurisdizione dei due stati.
L’area in cui si trova Liberland non è in effetti particolarmente interessante: sono sette chilometri quadrati di boschi. La terra su cui sorge è “paludosa, soggetta a inondazioni stagionali” del Danubio. Non ci sono case a eccezione di un vecchio edificio abbandonato, e di conseguenza nemmeno abitanti. L’unica strada che porta a Liberland è una strada a una corsia, dissestata e quasi inutilizzata. Nonostante le poco invitanti premesse, Liberland ha però avuto molto seguito: ne hanno scritto di recente il New York Times, il Guardian e il Washington Post e in circa tre mesi Liberland ha ricevuto più di 330mila richieste di cittadinanza.
Il ministro degli Esteri della Serbia ha detto che al momento Liberland non interferisce con i suoi confini, ma ha definito “frivole” le vicende che riguardano la micronazione. Il governo croato ha definito Liberland una “boutade virtuale” e ha spiegato che sebbene sia vero che quell’area non rientra nei suoi confini, non è vero che sia una terra di nessuno. La Croazia ha spiegato che l’area occupata da Liberland è soggetta ad arbitrato internazionale: al momento non è di nessuno, ma quando diventerà di qualcuno quel qualcuno sarà la Croazia o la Serbia, non Liberland.
Nel frattempo Liberland ha le sue lingue ufficiali (ceco e inglese), la sua costituzione provvisoria, le sue prime leggi, un inno nazionale, uno stemma e una bandiera. Il bianco dello stemma simboleggia lo scambio volontario, il nero la ribellione contro il potere, l’albero e l’uccello rappresentano l’abbondanza e la libertà. Il New York Times spiega che Liberland ha anche una sorta di opposizione interna – la LSA (Liberland Settlement Association) – e alcuni giornali: il Liberland Post e il Liberland Press. Una volta che sarà confermata la sua costituzione Liberland avrà anche 130 cittadini onorari, scelti da Jedlička per i loro meriti nel promuovere e aiutare la causa della micronazione. Liberland ha anche una sorta di manifesto programmatico, in cui viene spiegata l’attuale situazione della micronazione e i suoi progetti futuri.
Nell’idea di Jedlička, Liberland dovrà essere uno stato in cui il governo si occuperà di tre sole cose: la sicurezza nazionale, le questioni legali e la diplomazia. Jedlička è infatti descritto come un libertario euroscettico, interessato soprattutto a “un governo minimale, una completa privatizzazione di scuola e sanità e a una tassazione volontaria sotto forma di spese statali basate sul crowdfunding”. Per Liberland Jedlička prefigura l’utilizzo di una criptovaluta, cioè qualcosa di simile ai Bitcoin. Jedlička ha anche detto che la nazione sarà guidata da un’assemblea di 20 persone e che tutte le leggi saranno votate attraverso un referendum pubblico.
Uno dei principali ostacoli che Jedlička e i suoi seguaci devono affrontare riguarda però il fatto che per poter arrivare a Liberland è necessario uscire dalla Croazia o dalla Serbia. Soprattutto la Croazia si è mostrata poco disponibile nei confronti di chi ha provato ad andare a Liberland. Jedlička e altre persone sono state più volte arrestate dalla polizia croata e trattenute per alcune ore. Jedlička ha però accusato la polizia croata di aver illegalmente violato i confini di Liberland e ha comunque spiegato che le azioni contro di lui non fanno altro che dare più forza alla sua nazione: «Se ci danno una mano, ci danno una mano. Se ci ignorano, ci danno una mano. Se ci fanno del male, ci danno una mano».
Oltre a cercare di recarsi a Liberland, negli ultimi mesi Jedlička ha girato l’Europa per visitare quelle che ambiscono a diventare le ambasciate della micronazione e che in realtà sono uffici o abitazioni di alcuni ammiratori di Liberland, che in varie nazioni stanno promuovendo comitati per promuovere e far conoscere Liberland. Sul sito ufficiale di Liberland c’è anche un forum in diverse lingue in cui gli utenti – e aspiranti cittadini – si scambiano informazioni sulla micronazione. Nella pagina italiana del forum si discute – con diversi livelli di serietà – del futuro di Liberland: qualcuno chiede “quali sono le prospettive di lavoro”, altri discutono della costituzione, altri ancora si confrontano nel post “Liberland è la nostra unica speranza?”. Un utente propone agli altri di attivarsi per aprire un’ambasciata italiana di Liberland, e scrive: «Io dal canto mi sto muovendo per sensibilizzare i partiti e movimenti più sensibili al cambiamento: Lega e M5S, passando per quel che rimane del PdL».
Gideon Lewis-Kraus, il giornalista del New York Times Magazine che ha seguito Jedlička nella sua visita alle ambasciate, ha spiegato che Liberland sembra non essere diversa da quello che sono o sono state altre micronazioni nella storia: una piccola, paradossale e ipotetica parentesi. Lewis-Kraus scrive che la principale fortuna di Jedlička sta nel fatto che la polizia croata gli stia impedendo di recarsi a Liberland: «Se la nazione si insediasse, diventerebbe per tutti ovvio che Liberland ha costruito un’impossibile accozzaglia di fantasie». Nel frattempo c’è anche chi ha immaginato per Liberland un futuro particolarmente fortunato.
Dalla pagina Facebook di Liberland