La lettera del cantante Mika al Corriere della Sera, sugli insulti omofobi contro di lui
Nei giorni scorsi è circolata molto online una fotografia di un manifesto promozionale del concerto di Mika a Firenze, su cui qualcuno aveva scritto un insulto omofobo. La fotografia è stata segnalata a Mika, che l’ha usata come immagine del profilo di Twitter e ha scritto tre tweet per dire che non ha paura di chi lo discrimina:
Avevo visto la foto della scritta sui miei manifesti e il mio istinto era di lasciar stare. Che l’odio di alcune persone, una cosa che conosco bene, era meglio ignorata [sic]. Ma voi avete ragione #rompiamoilsilenzio. Non ho paura di chi mi discrimina. Nessuno deve averne. L’amore fa quel che vuole.
In un articolo sul Corriere della Sera di oggi, Mika ha poi raccontato di come da ragazzino sia stato discriminato e bullizzato a causa del suo orientamento sessuale, e che se questa volta non avesse reagito pubblicamente avrebbe in qualche modo tradito se stesso e le persone che non hanno il privilegio di vivere la propria sessualità liberamente:
Quando ho visto su Instagram la foto del poster di Firenze, con la mia faccia imbrattata, mi sono sentito triste, umiliato. Il primo istinto è stato: non dire niente a nessuno, non reagire. Sono in tour, posso girarmi dall’altra parte, esibirmi e stare bene. Spingere lontano gli insulti.
Ma i fan hanno iniziato a parlarne, gli amici a scrivermi messaggi. E mi sono reso conto che la mia prima reazione era ancora quella di un tempo, quella di una persona molto giovane che si sentiva impotente. A scuola ero così, inerme. Se allora avessi reagito mi avrebbero picchiato e non avrei ottenuto altro che tornare a casa con un livido in faccia. So che cos’è il bullismo, mi venivano addosso. Per razzismo, per il fatto che mia madre era grassa o perché in quel periodo avevamo problemi di soldi. Soprattutto, l’80% delle volte, per la mia sessualità. Prima ancora che io fossi consapevole della mia sessualità.