La strage di Tianjin, in Cina
Due fortissime esplosioni in un deposito di prodotti chimici hanno provocato la morte di almeno 50 persone, e ci sono 700 feriti
Mercoledì 12 agosto a Tianjin, nel nord della Cina, ci sono state delle fortissime esplosioni in cui sono morte almeno 50 persone e ne sono rimaste ferite altre 700. Intorno alle mezzanotte ora cinese (le 18 ora italiana) è esploso un deposito del terminal del porto commerciale di Tianjin che conteneva non meglio specificati “pericolosi prodotti chimici”.
Diversi video diffusi online da testimoni dell’incidente mostrano due grandi esplosioni a distanza di circa 30 secondi l’una dall’altra: un funzionario cinese ha detto che la forza della prima esplosione è stata equivalente a quella di tre tonnellate di tritolo, mentre la forza della seconda è stata equivalente a quella di 21 tonnellate di tritolo. Le esplosioni sono state percepite anche dai satelliti che monitorano la situazione meteorologica. A diverse ore dall’incidente le operazioni di soccorso sono ancora in corso: sul posto stanno lavorando sia i vigili del fuoco che l’esercito, ma per alcune ore le operazioni per spegnere l’incendio sono state sospese perché troppo pericolose. Tra i 44 morti accertati fino a ora, 12 sono vigili del fuoco.
Una testimone sentita da BBC ha raccontato di essere stata non lontana dal porto al momento della prima esplosione, di aver sentito delle forti vibrazioni nel terreno e di avere visto gli edifici oscillare. CCTV, la televisione di stato cinese, ha detto che parecchi edifici attorno all’area del porto sono senza elettricità. Anche altri testimoni sentiti dal Guardian hanno parlato di una sensazione simile a quella di un terremoto. L’esplosione è stata così violenta da lanciare in aria anche automobili e altri veicoli, e ha sparpagliato rottami per un raggio di diverse centinaia di metri. Secondo i media cinesi il proprietario della “Tianjin Dongjiang Port Rui Hai International Logistics Co. Ltd”, che gestiva il deposito esploso, è stato arrestato dalla polizia.
Come spiega il Guardian l’esplosione è avvenuta in una zona industriale e lontana diversi chilometri dalle prime aree residenziali della città di Tianjin: tuttavia nella zona del porto c’erano diverse strutture usate come dormitori per i lavoratori, per lo più provenienti dalle aree rurali della Cina. Secondo alcune prime testimonianze i dormitori e molte altre strutture del porto sarebbero state distrutte nell’esplosione.
Tianjin, che si trova a sud-est di Pechino, è una città di 15 milioni di persone: ha un grande porto e una grossa area industriale.