Santa Caterina da Siena e Chef Express
L'ufficio stampa di Cremonini ha da ridire, e da ridere, su un articolo del Corriere della Sera
Il lavoro degli Uffici Stampa è quasi sempre condannato alla scrittura di testi rituali e poveri, in ragione delle priorità promozionali del lavoro e di un diffuso timore della creatività o dell’invenzione: sia che si tratti dei quotidiani comunicati sull'”attesissimo” qualunque cosa, sia che si debbano fare precisazioni di routine e parziali su notizie varie pubblicate sui giornali, per rivendicare le proprie ragioni ma non urtare troppo la sensibilità dei preziosi giornali suddetti.
Per questo, quando un Ufficio Stampa scrive invece con senso dell’umorismo e spirito polemico originali, è una rarità, e il testo pubblicato su un giornale può diventare assai più divertente (e aiutare meglio le ragioni aziendali). Questo è successo sul Corriere della Sera di venerdì, per via di un articolo su un autogrill.
L’articolo di Valerio M. Visintin sul mangiare in autostrada sull’ultimo Corriere Motori del 20 luglio, offre una rappresentazione irreale dell’area di servizio Chef Express sulla A22. Tralasciando le questioni di gusto personale, sulle quali non possiamo sindacare, vorremmo richiamare l’attenzione su alcuni aspetti oggettivi. Il locale si compone di un bar caffetteria (con offerta di panini) e di un self service per il pranzo. Immaginiamo che scrivendo di averlo trovato aperto «solo al terzo tentativo» il giornalista si riferisca solo alla parte self service che abitualmente rimane chiusa, però, solo dalle 17 alle 18 per le operazioni di ripristino. È evidente che quello è l’orario più strano per consumare un pasto, e per un test sarebbe stato utile passare all’ora di pranzo o di cena. L’orario d’esercizio, comprendendo anche il bar, è a ciclo continuo. Ribadiamo quindi che non è possibile avere trovato chiuso il self service «nell’arco di un pomeriggio»: se davvero così fosse stato, si sarebbe verificato un grave disservizio, e sarebbe utile sapere il giorno in cui il giornalista è passato, per le opportune verifiche. Visintin «non ha osato prendere l’hamburger», ma a nostro avviso ha fatto male, essendo la nostra offerta di carne di particolare qualità. Il pasto non piace; e pazienza anche per le «patate fritte cartonate», che offrono comunque una bella immagine a effetto per l’articolo.
Poi «la sala è affocata dal caldo»: un aggettivo non proprio usuale, caro a S. Caterina da Siena per descrivere le sue mistiche passioni amorose nel XIII secolo. Siamo nel XXI secolo, nei giorni più caldi degli ultimi 50 anni, ma questo evidentemente non impedisce al visitatore (probabilmente affocato da tanto girovagare sulle autostrade) di insistere nella malevolenza. Infine, il servizio è «privo del minimo garbo»: la frase è generica e irrispettosa nei confronti dei nostri dipendenti. Con queste considerazioni non pretendiamo di esser esenti da critiche; al contrario, tutte le osservazioni pertinenti e puntuali sono fondamentali per migliorare i nostri livelli di qualità. Però, di fronte a espressioni come quelle sollevate da critico, è difficile trarre conclusioni operative.
Luca Macario, responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa, Cremonini spa Castelvetro di Modena