Nutrirsi col Soylent
È stata presentata una nuova versione del beverone che sostituisce del tutto il cibo, inventato da un gruppo di nerd californiani (funziona)
Da circa un anno negli Stati Uniti le riviste che si occupano di tecnologia e nuovi stili di vita – ma anche testate più tradizionali, come il New Yorker – si occupano di tanto in tanto del “Soylent”: un prodotto alimentare sostituitivo dei normali pasti. Il Soylent è una specie di beverone composto da acqua e sostanze nutrienti che con pochi sorsi soddisfa i bisogni nutrizionali ideali quotidiani di una persona. Dopo poco più di un anno dal lancio della prima generazione di Soylent, Rosa Labs, la società che lo produce, ha messo sul mercato Soylent 2.0, una versione del prodotto venduta già diluita in acqua (invece che in polvere da diluire) con la quale la società spera di raggiungere consumatori fuori dalla nicchia presso la quale il Soylent è stato popolare e apprezzato fino a oggi.
Che cos’è il Soylent
Il Soylent è una bevanda formata da acqua e sostanze come carboidrati, zuccheri, proteine e grassi sciolti dentro. Secondo chi la produce – e anche la grandissima parte dei nutrizionisti interpellati – è un valido sostituto degli altri cibi: è stato pensato e progettato per soddisfare tutti i requisiti nutrizionali di una dieta sana. Se non fosse per l’aspetto sociale e gratificante del cibo, in teoria si potrebbe vivere di solo Soylent e stare bene: anzi, probabilmente persino star meglio di come si sta adesso, visto che difficilmente una persona normale riesce a seguire una dieta perfetta. In ogni caso si può decidere di assumere il Soylent solo per i pasti per cui non si vuole perdere tempo o spendere troppi soldi – per esempio i pranzi di fretta in ufficio. Il Soylent ha un colore marroncino e non ha coloranti aggiunti, la consistenza è viscosa e un po’ granulosa. Il sapore viene descritto da chi lo ha assaggiato come neutro ma piacevole.
Chi lo ha inventato
La storia del Soylent è stata raccontata in un lungo e appassionante articolo del New Yorker nel maggio del 2014. L’idea di un prodotto che potesse sostituire il cibo tradizionale, e che fosse più pratico e veloce da preparare e consumare, ma che allo stesso tempo fosse più economico e nutrizionalmente valido, fu un gruppo di ragazzi di una startup californiana: ma non era il loro obiettivo iniziale. Stavano lavorando molto intensamente a un progetto per il quale avevano quasi finito tutti i soldi del finanziamento che avevano ricevuto: cercando un modo per limare ulteriormente le spese inutili si resero conto che potevano risparmiare qualcosa solo sul cibo, e smettere di comprare robe surgelate che tra l’altro non gli facevano nemmeno poi così tanto bene. Rob Rhinehart, uno di loro, cominciò a pensare alla questione, raccontata così nell’articolo del New Yorker:
«In realtà tu hai bisogno di acidi e grassi, non del latte. Hai bisogno dei carboidrati, non del pane»; frutta e verdura contengono vitamine e minerali essenziali, ma sono «per lo più composti di acqua». Rhinehart cominciò a rendersi conto che il cibo era un modo inefficiente di procurarsi le sostanze di cui si ha bisogno per sopravvivere. «Sembrava un sistema troppo complesso, troppo costoso e troppo fragile».
Dopo una ricerca su alcuni siti di alimentazione, Rhinehart mise insieme una lista di 35 elementi nutrienti indispensabili e li ordinò sotto forma di povere o pillole: mise tutto nel frullatore con dell’acqua e cominciò a nutrirsi solo della strana bevanda marroncina che aveva ottenuto.
La ricetta
La prima ricetta del Soylent, quella dell’esperimento di Rhinehart, la pubblicò lui stesso sul suo blog in calce a un post in cui descriveva con toni entusiastici i suoi primi 30 giorni di vita mangiando solamente Soylent. Conteneva carboidrati, grassi, proteine, sodio, potassio, fibre, calcio, ferro e così via. Da allora la ricetta del Soylent è stata cambiata e perfezionata con l’aiuto di esperti e nutrizionisti. Il Soylent 2.0, oltre che essere venduto già diluito in acqua e non solo in polvere, è prodotto usando solo derivati vegetali, per lo più olio di alghe e soia. Al Soylent non vengono aggiunti ingredienti che non abbiano senso dal punto di vista nutrizionale, quindi neanche zuccheri che ne cambino il sapore rendendolo più gradevole.
Quanto costa
Il Soylent 1.5, quello in polvere in vendita dal 2014, costa 85 dollari (77 euro circa) per una busta da 28 pasti, poco più di due dollari per 400 chilocalorie: si compra direttamente sul sito della società. Ci si può abbonare e riceverlo mensilmente con uno sconto del 18 per cento sul prezzo, il prodotto viene però spedito solo in Canada e Stati Uniti. Il Soylent 2.0 viene venduto in bottigliette: se ne possono comprare online 12 per 34 dollari (circa 31 euro), meno di 3 dollari per 400 chilocalorie.
Funziona?
Nel corso dell’ultimo anno moltissimi giornalisti hanno assaggiato il Soylent o hanno provato a nutrirsi così per un certo periodo. La maggior parte di chi lo prova descrive un primo momento, che dura qualche giorno, in cui il corpo si deve adattare al nuovo prodotto e reagisce in modo inaspettato (flatulenze frequenti). Le cose però migliorano presto e diverse persone sono riuscite a mangiare Soylent per diversi giorni senza riscontrare problemi di salute (o fame, banalmente). La maggior parte dei giornalisti che lo hanno provato si sono anche detti sorpresi da come un solo bicchiere di Soylent sia in grado di saziare l’appetito che normalmente saziamo con un ricco pasto.
Soylent 2.0
Il Soylent 2.0 ha una nuova ricetta che tra le altre cose lo rende vegano, cioè preparato senza usare nessun prodotto di natura animale. La seconda novità – venderlo in bottiglietta e già diluito – è invece una scelta di marketing con la quale, come ha spiegato The Verge, Rosa Labs spera di raggiungere altri consumatori: quelli che non hanno voglia di comprare il sacchetto di polvere, diluirlo, versarlo da qualche parte. A The Verge Rhinehart ha detto di aver notato la contraddizione esistente tra un prodotto creato per eliminare ogni spreco e il fatto di spedire acqua da una parte all’altra degli Stati Uniti con i conseguenti costi e sprechi, ma ha anche detto che la cosa è bilanciata dal fatto che il Soylent non va tenuto in frigorifero e dura quasi un anno prima di andare a male.