L’acqua di Rio fa schifo
Una documentata indagine di Associated Press mostra che l'acqua dei posti dove si gareggerà alle Olimpiadi del 2016 è contaminata e molto pericolosa
Associated Press (AP), la più importante agenzia di stampa del mondo, ha pubblicato i risultati di una lunga indagine condotta sulla qualità delle acque nelle sedi delle gare delle prossime Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro, in Brasile. I risultati dell’inchiesta di AP dicono che la presenza di virus e batteri nell’acqua è così alta da rendere pericoloso per gli atleti ingerirla o entrarci in contatto. Inoltre in alcuni punti la concentrazione di virus nell’acqua è simile a quella riscontrata nelle fogne non trattate. AP ha scritto anche che diversi atleti che sono già in Brasile per prepararsi alle gare del prossimo anno o per gareggiare per alcuni eventi di qualificazione hanno avuto problemi di salute in qualche modo riconducibili all’alta concentrazione di virus nell’acqua. Il governo brasiliano e i responsabili del Comitato Olimpico Internazionale (CIO, la sigla in francese con cui è noto il Comitato) hanno fatto sapere di ritenere sicure le acque nei posti dove si gareggerà il prossimo anno.
AP ha cominciato una serie di test della qualità delle acque nelle sedi dei giochi di Rio 2016 oltre un anno fa, conducendo analisi a più riprese e sottoponendo i risultati a diversi esperti di qualità delle acque, nonché ai responsabili dell’organizzazione delle Olimpiadi. Ha commissionato analisi trimestrali dell’acqua nelle tre sedi di competizioni in acque aperte: Marina da Gloria a Guanabara Bay (dove ci saranno le gare di vela), la spiaggia di Copacabana (che ospiterà le gare di nuoto) e il lago Rodrigo de Freitas (dove si terranno le gare di canoa e canottaggio). Le analisi sulle acque di tutte le tre località hanno mostrato livelli di concentrazione di virus che le rendono non sicure sia per il nuoto che per la navigazione: anche quando sono sulle barche, gli atleti rischiano di entrare in contatto con l’acqua: i virus possono attaccare il corpo umano anche tramite gli occhi, le narici o un taglio sulla pelle. Come spiega AP:
I test mostrano un’altissima concentrazione di adenovirus umani attivi e infettivi: si moltiplicano nell’intestino e nelle vie respiratorie. Sono virus che causano malattie respiratorie e digestive, inclusa diarrea e vomito acuti, ma che possono anche causare malattie più serie al cervello o al cuore. La concentrazione dei virus riscontrata in tutti i test era circa la stessa che si trova nelle acque delle fognature, anche in uno dei posti meno inquinati tra quelli testati, la spiaggia di Copacabana (dove si gareggerà per il triathlon e il nuoto di fondo).
Anche le acque del lago Rodrigo de Freitas, che avrebbero dovuto essere tra le più pulite dopo una grande operazione di bonifica, sono risultate tra le più inquinate di tutte: i test di AP hanno mostrato una concentrazione di adenovirus variabile tra i 14 milioni per litro d’acqua nei campioni migliori e 1,7 miliardi per litro nei campioni peggiori. AP dice che in una spiaggia degli Stati Uniti una concentrazione di 1.000 adenovirus per litro di acqua sarebbe ritenuta preoccupante e comporterebbe probabilmente la chiusura della spiaggia al pubblico.
(Un canottiere si allena sul lago Rodrigo de Freitas, circondato da centinaia di pesci morti a causa dell’inquinamento – AP Photo/Felipe Dana)
Fernando Spilki, un virologo a cui AP ha chiesto di condurre test sui campioni d’acqua prelevati a Rio de Janiero, ha condotto analisi per cercare i batteri che solitamente indicano una contaminazione con acqua fognaria. Sono stati condotti anche test per gli enterovirus, che causano malattie delle alte vie respiratorie, e per i rotavirus, principale causa di gastroenteriti. I test, ha detto Spilki ad AP, «mostrano che le acque di Rio sono cronicamente contaminate. La quantità di materia fecale che entra nelle acque del Brasile è estremamente alta. Sono livelli comparabili con quelli dell’India o di alcune nazioni africane o all’India».
Kristina Mena, esperta di valutazione della qualità delle acque e docente all’Università del Texas, ha condotto una valutazione del rischio di infezione per gli atleti che gareggeranno a Rio: ha riscontrato un rischio di infezione del 99 per cento basandosi sull’ipotesi molto conservativa che un atleta possa ingerire circa 16 millilitri d’acqua durante una gara, l’equivalente di tre cucchiaini da caffè.
AP dice che i problemi di inquinamento dell’acqua non sono una novità a Rio de Janeiro. Negli ultimi 40 anni la popolazione di Rio è cresciuta moltissimo passando da 4 milioni a 6 milioni senza contare le altre 6 milioni circa di persone che vivono nelle periferie più esterne della città. La rapida crescita della popolazione, affiancata a una cronica carenza di risorse pubbliche e all’inefficacia dell’azione delle autorità pubbliche, ha fatto sì che la città si sia sviluppata in larga parte senza un appropriato sistema fognario: la maggior parte delle fogne sono dei canali aperti in cui finiscono tutti i tipi di scarichi della città, che poi confluiscono verso il mare senza essere trattati in alcun modo. La baia di Guanabara, che negli anni Settanta era una delle spiagge più belle di Rio, ora è del tutto non balneabile e le sue rive sono coperte completamente di rifiuti solidi, dalle bottigliette di plastica a vecchi elettrodomestici. Il lago Rodrigo de Freitas, dove ci saranno le gare di canottaggio, è soggetto a periodiche morie dei pesci causate dai livelli di inquinamento delle acque.
L’alta concentrazione di virus nell’acqua di Rio de Janeiro non ha provocato particolari problemi agli abitanti della città, per il fatto che la lunga esposizione ai virus fortifica il sistema immunitario: i cittadini di Rio possono fare tranquillamente il bagno a Copacabana senza rischiare di ammalarsi, ma per i turisti e i quasi 1.400 atleti che parteciperanno alle gare in acqua delle Olimpiadi le cose sono diverse.
Alcuni degli atleti che sono già a Rio per allenarsi in vista delle prossime olimpiadi stanno già soffrendo gli effetti dell’alta concentrazione di virus nell’acqua. Ivan Bulaja, allenatore della squadra di vela austriaca, ha raccontato ad AP di aver perso diversi atleti per alcuni giorni a causa di malattie che presentavano anche vomito e diarrea. Il velista austriaco David Hussl ha spiegato che lui e i suoi compagni di squadra che si allenano a Guanabara Bay cercano di lavarsi la faccia con acqua in bottiglia quando si schizzano con l’acqua di mare e si fanno la doccia immediatamente dopo ogni allenamento. Molti di loro si sono comunque ammalati diverse volte: si tratta di solito di sintomi che durano un solo giorno ma che impediscono allenamenti regolari.
(Il virologo Fernando Spilki, preleva dei campioni di acqua a Marina da Gloria – AP Photo/Felipe Dana)
Finora nessuno aveva sollevato il problema della qualità delle acque di Rio de Janeiro perché solitamente la qualità dell’acqua viene valutata solo in base alla concentrazioni di batteri, e non di virus. Come spiega AP, questa è una pratica diffusa, praticata in tutto il mondo e ritenuta da molti esperti buona per valutare la qualità delle acque. Leonardo Daemon, responsabile della qualità delle acque per l’agenzia brasiliana dell’Ambiente, ha spiegato che per quanto riguarda l’analisi dei virus nell’acqua non esistono nemmeno degli standard riconosciuti e condivisi su quali siano i livelli di sicurezza e pericolosità.
Richard Budgett, direttore medico del Comitato Olimpico Internazionale, dopo aver visto i risultati dei test di AP ha detto di non essere preoccupato, spiegando di aver ricevuto rassicurazioni dall’Organizzazione mondiale per la sanità sull’assenza di pericoli per gli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi. Budgett ha detto che il Comitato olimpico brasiliano deve continuare a testare l’acqua secondo gli standard mondiali, basandosi quindi sulla conta dei batteri: «Ci sono persone che chiedono di fare qualsiasi tipo di test, ma noi seguiamo i consigli degli esperti su come monitorare le acque in modo efficiente».
(I rifiuti sulla riva della baia di Guanabara a Rio de Janeiro – AP Photo/Silvia Izquierdo)
Come spiega AP, la questione sul tipo di test che bisognerebbe condurre per stabilire la qualità delle acque è molto dibattuta a livello mondiale. Sono molti gli esperti che chiedono che l’analisi per i virus venga affiancata a quella dei batteri, che però è molto meno costosa e quindi più diffusa e sostenibile per gli enti pubblici. Nelle acque di Rio il livello di batteri non è alto come quello di virus, ma AP ha riscontrato livelli di batteri coliformi fecali – che possono essere associati al rischio di contrarre malattie come colera, dissenteria ed epatite di tipo A – superiori ai livelli ritenuti sicuri dalla normativa del Brasile:
Nel 75 per cento dei campioni raccolti dal lago olimpico, il numero di coliformi fecali superava il limite legale del Brasile per il cosiddetto “contatto secondario”, quello in cui si incorre se si passa con una barca su corso d’acqua, e in due campioni il livello di sicurezza era superato di 10 volte. A Marina da Gloria il limite è stato superato solo da un campione d’acqua, mentre alla spiaggia di Ipanema il livello di coliformi fecali riscontrato durante l’unico test condotto era di tre volte superiore a quello consentito. A Copacabana i test condotti da AP non hanno riscontrato violazioni dei limiti dei coliformi fecali.
Intanto, come ha raccontato Mashable, a poco più di un anno dall’inizio delle Olimpiadi, Rio de Janeiro si trova a dover affrontare anche altri problemi organizzativi. Il parco olimpico, per esempio, è ancora in costruzione, così come gran parte degli stadi e delle altre infrastrutture necessarie per lo svolgimento di tutte le gare delle Olimpiadi. Per esempio il Comitato olimpico brasiliano sta valutando se cambiare la località in cui verranno disputate le gare di canoa a causa dei ritardi nella costruzione dello stadio.