Boston ha rinunciato alle Olimpiadi del 2024
«Non posso prendere un impegno che mette a rischio i soldi dei contribuenti», ha detto il sindaco sui Giochi a cui è candidata anche Roma
La città statunitense di Boston ha ritirato la sua candidatura a organizzare e ospitare i Giochi Olimpici del 2024. Il comitato promotore della candidatura e il comitato olimpico statunitense hanno annunciato la rinuncia dopo che il sindaco della città, Martin J. Walsh, ha detto durante una conferenza stampa di non voler far ricadere gli eventuali costi imprevisti relativi all’organizzazione dei Giochi sui contribuenti della sua città. Le altre città che hanno presentato una candidatura ufficiale all’organizzazione delle Olimpiadi del 2024 sono Roma, Amburgo, Parigi e Budapest. La città ospitante sarà decisa e annunciata nel 2017 in Perù.
Nei sette mesi in cui è stata in piedi la candidatura di Boston, in città ci sono state molte discussioni e polemiche. Secondo molti sondaggi i cittadini di Boston erano in maggioranza contrari a ospitare i Giochi, e contestavano anche la spesa di milioni di dollari nella sola candidatura (secondo il sindaco l’impopolarità della candidatura si doveva soprattutto a «10 persone su Twitter» e al loro seguito): per questo motivo voci su un possibile ritiro della candidatura di Boston circolavano da tempo. Le cose sono precipitate quando – come aveva raccontato il Boston Globe negli ultimi giorni – il comitato olimpico statunitense ha chiesto alla città di prendere un impegno scritto a garantire di compensare con le proprie casse gli eventuali buchi di bilancio creati da introiti non all’altezza delle previsioni.
«Non posso prendere un impegno che mette a rischio i soldi dei contribuenti», ha detto il sindaco Walsh. «Se prendere questo impegno è necessario per portare avanti la candidatura, allora Boston non è più candidata a ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024». Dopo la conferenza stampa il comitato olimpico statunitense ha sondato le amministrazioni di alcune altre città, per controllare se fossero disposte a subentrare: ha annunciato la fine della candidatura di Boston aggiungendo però che «cominceremo immediatamente a esplorare altre possibilità». Questa decisione segue quella di tante altre città che negli ultimi anni hanno rinunciato a organizzare le Olimpiadi, sostenendo che costino troppo e lascino infrastrutture che non servono a niente.
Roma si è candidata a ospitare le Olimpiadi del 2024 nello scorso dicembre. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha detto: «Non lo faremo con lo spirito di De Coubertin, per partecipare: lo faremo per vincere, statene certi. Il governo italiano è pronto insieme al CONI a fare la propria parte, per un progetto fatto non di grandi strutture ma di grandi persone. Sarà una delle cose più belle da fare». L’annuncio di Renzi è stato facilitato dalle nuove regole che permettono una delocalizzazione delle varie gare sul territorio, riduzione dei costi e possibilità di utilizzare impianti già esistenti o temporanei. Le gare potrebbero dunque essere disputate non solo a Roma, ma anche in altre città. Nel 2012 il governo Monti decise di non approvare la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Il termine ultimo per presentare le candidature per le Olimpiadi del 2024 è il 15 settembre 2015.