Il naufragio al largo della Libia
I migranti di un gruppo numeroso soccorso in mare hanno raccontato di decine di morti nell'affondamento di uno dei gommoni su cui viaggiavano
Nella mattina di mercoledì 22 luglio, circa 40 migranti sarebbero morti annegati in seguito al naufragio del gommone che li stava trasportando dalle coste della Libia verso l’Italia. La notizia è basata sulle testimonianze di alcune persone sopravvissute all’incidente in mare e che sono sbarcate nel pomeriggio di giovedì 23 luglio ad Augusta, in Sicilia, dopo essere state recuperate dalla nave militare tedesca Holstein, che stima di avere soccorso in tutto più di 280 profughi. I migranti sarebbero partiti dalla Libia su tre gommoni e uno di questi a causa di una falla avrebbe iniziato a sgonfiarsi imbarcando acqua: trasportava 120 persone e un terzo di queste sarebbero affogate nel naufragio.
Le informazioni sull’incidente sono comunque contrastanti tra loro e sarà difficile ricostruire esattamente come siano andate le cose e le dimensioni della strage. Alcuni testimoni parlano di meno di 30 migranti annegati, altri dicono che potrebbero essere morte più di 50 persone. Una testimonianza di un uomo di 22 anni proveniente dal Ghana, che si trovava a bordo del gommone, è stata ripresa da diverse agenzie di stampa: ha raccontato di avere salvato una decina di compagni di viaggio, ma di averne visti annegare una trentina. Sul gommone pare che fossero tutti uomini e che ci fossero alcuni minori.
Una nave mercantile ha soccorso per prima i naufraghi: successivamente l’area del naufragio è stata raggiunta dalla nave militare tedesca Holstein. I sopravvissuti sono stati portati ad Augusta e sono migranti provenienti da Mali, Benin, Somalia ed Eritrea. Le autorità portuali hanno avviato l’identificazione dei migranti, ma non è ancora chiaro dove saranno trasferiti tutti.
Questa settimana le operazioni di soccorso in mare hanno consentito di salvare quasi 900 migranti al largo delle coste della Libia. Le attività sono state svolte principalmente da tre motovedette della Guardia costiera italiana e da altre navi di appoggio, che fanno parte di Triton, l’operazione organizzata dall’Unione europea e che ha sostituito la precedente Mare nostrum.