Quanto va forte Chris Froome?
C'è chi dice troppo, parla di prestazioni fisiologicamente inspiegabili e sospetta l'uso di doping: la sua squadra ha smentito tutto
Chris Froome è un ciclista britannico di trent’anni, al momento primo nella classifica generale del Tour de France con tre minuti e dieci secondi di vantaggio sul secondo, il colombiano Nairo Quintana. Il Tour – la principale competizione ciclistica a tappe su strada – finirà domenica e da oggi i corridori affronteranno alcune difficili tappe sulle Alpi: se non dovesse avere momenti di crisi, cadute o altri problemi, Froome vincerà quasi certamente questa edizione del Tour de France. Froome ha mostrato di essere molto più forte dei suoi avversari e di poter mantenere senza grossi problemi la maglia gialla. Come qualsiasi altro forte corridore che ha indossato la maglia gialla – soprattutto negli ultimi dieci anni, dopo il grande scandalo doping che ha coinvolto Lance Armstrong, vincitore di sette Tour – Froome è stato accusato di avere assunto sostanze dopanti (era successo anche all’italiano Vincenzo Nibali dopo che aveva vinto il Tour un anno fa). Le accuse nei confronti di Froome sono state però particolarmente forti e insistenti, soprattutto dopo che Froome ha vinto la decima tappa, quella da La Pierre-Saint Martin, con arrivo in salita.
Nella sua carriera Froome non è mai risultato positivo ad alcun controllo antidoping. Sono però in molti ad accusarlo di usare sostanze e pratiche illecite: le prime accuse arrivarono tra 2012 e 2013, quando Froome si classificò rispettivamente secondo e poi primo al Tour de France. In quelle due edizioni Froome aveva mostrato una particolarità, mai vista prima nel ciclismo: in certe situazioni, su certe salite, Froome riusciva ad arrivare a una frequenza di oltre 100 pedalate al minuto. Una frequenza che quasi nessun altro corridore ha mai raggiunto in simili condizioni. La pedalata di Froome è stata definita “a mulinello”: non è bella da vedere – sembra quasi pedali a vuoto, come quando si prova a pedalare in discesa – ma è estremamente efficace. Quando Froome ha scelto di “azionare il mulinello”, aumentare la frequenza di pedalata e staccare gli avversari, ci è quasi sempre riuscito, con ottimi risultati. L’ultima e più evidente prova dell’efficacia della sua pedalata è stata la decima tappa di questo Tour, corsa il 14 luglio. Dal 14 luglio a oggi sono successe alcune cose: tutte hanno a che fare con i sospetti su Froome e il doping (tralasciando le ipotesi, con poco fondamento, secondo le quali Froome usa biciclette truccate con dentro un piccolo motore).
Il video con i dati del 2013
Il 15 luglio, il giorno dopo la vittoria di Froome nella decima tappa del Tour de France, sono stati condivisi online due video che mostrano alcune immagini televisive di Froome mentre fa due importanti salite, a cui sono stati sovrapposti i valori fisiologici e i dati tecnici sulle sue prestazioni (frequenza cardiaca e di pedalata, potenza espressa). Non è chiaro se i valori mostrati in quei video siano veri e attendibili: si sa però che il 14 luglio il team manager della squadra di Froome, la Sky, ha detto: «Siamo convinti che ci sia stato un attacco di pirateria informatica e che qualcuno abbia copiato i valori di allenamento e la scheda di Chris. Il nostro ufficio legale sta lavorando sulla questione». Si è parlato soprattutto di uno dei due video, quello che mostra l’ascesa di Froome al Mont Ventoux, una salita famosa e difficile che si trova in Provenza, nel sud della Francia.
Il video del Mont Ventoux è stato molto discusso: presenta valori sorprendenti, ma non sufficienti per provare – sempre ricordando che non ne è certa l’autenticità – che Froome faccia uso di doping. Sono valori alti, eccezionali – per certi versi straordinari – ma non necessariamente impossibili. I dati si sono anche mostrati in linea con quelli analizzati nel 2013 dal quotidiano sportivo francese Equipe: già allora la Sky aveva deciso di fornire all’Equipe i dati relativi alle prestazioni di Froome, e l’Equipe li aveva giudicati “coerenti”, plausibili.
I dati del 14 luglio 2015
Il video del Mont Ventoux è passato in secondo piano dopo che pochi giorni fa un canale televisivo francese – France 2 – ha diffuso un nuovo video in cui cercava di ipotizzare i valori fisiologici e i dati sulle prestazioni di Froome durante la decima tappa. In quel video Pierre Sallet, esperto di antidoping, commenta quei dati (stimati, non reali) dicendo di Froome: «Le sue prestazioni non sono fisiologicamente spiegabili». Secondo France 2, nel percorrere in poco più di 41 minuti i 15,3 chilometri dell’ultima salita della decima tappa Froome aveva raggiunto una potenza pari a 7,04 watt per chilo: un valore troppo alto, mai raggiunto da nessun altro ciclista in simili condizioni di pendenza e sforzo.
I dati forniti dalla Sky
Martedì 21 luglio – durante uno dei due giorni di riposo del Tour de France – la Sky ha organizzato una conferenza stampa in cui Tim Kerrison, responsabile delle performance dei corridori della squadra, ha comunicato quelli che ha detto essere i veri dati su Chris Froome durante l’ultima salita della decima tappa:
Sui 15,3 km della salita, Froome ha impiegato 41’28”, con una potenza media di 414 watt e una velocità ascensionale media (Vam) di 1602 metri/ora. Chris pesa 67,5 kg, ha espresso una potenza media di 5,78 watt/kg. Ha usato il 52/38 davanti, 11/28 dietro. Cadenza media di pedalata 97 al minuto, battito cardiaco medio 158 e massimo 174. La potenza massima espressa da Froome in salita è stata di 929 watt.
In sintesi, la tesi della Sky è semplice: i dati di France 2 sono “profondamente sbagliati” e di conseguenza lo sono anche le analisi di Sallet. La Sky ha spiegato che l’errore principale e più evidente riguarda il peso di Froome: France 2 ha ipotizzato che fosse superiore ai 70 chilogrammi, la Sky ha detto che Froome (che è alto 1 metro e 86 centimetri) pesa, dopo due settimane di Tour de France, 67,5 chilogrammi. Nelle stime di France 2 ci sono stati anche altri errori, su questioni più tecniche.