La paziente con l’HIV in remissione da 12 anni

Una diciottenne sieropositiva francese non ha mai sviluppato l'AIDS e i ricercatori lo attribuiscono alle cure ricevute da bambina

Una diciottenne francese che aveva contratto l’HIV (il virus che causa l’AIDS) prima della nascita ha passato gli ultimi 12 anni senza ricevere più alcun tipo di trattamento e senza manifestare particolari sintomi legati alla malattia, un risultato molto incoraggiante per i ricercatori che si occupano di trovare una possibile cura. La notizia è stata diffusa nel corso di una conferenza internazionale sull’AIDS organizzata a Vancouver, Canada, da un gruppo di scienziati dell’Istituto Pasteur di Parigi che si sono occupati della paziente in questi anni.

Il caso ricorda molto quello della bambina del Mississippi (Stati Uniti) “curata” dal virus HIV di cui si era parlato molto nel 2013. Anche in quel caso il virus era stato trasmesso dalla madre alla bambina prima della sua nascita: la neonata era stata in seguito sottoposta a un trattamento molto aggressivo con antiretrovirali – i farmaci che servono per impedire a un virus di replicarsi e di fare avanzare la malattia – con una procedura diversa dal solito. La terapia permise di ridurre le quantità del virus nell’organismo della bambina, fino a rendere l’HIV non rilevabile a un mese dalla somministrazione dei farmaci. Nei mesi seguenti la madre smise di dare i farmaci alla bambini e non si presentò più in ospedale per i controlli. Tornò dopo cinque mesi e i medici immaginarono di trovare nuovamente un alto livello virale nel sangue della bambina, ma con loro sorpresa gli esami si rivelarono tutti negativi. La paziente sembrava essere stata curata, ma in realtà dopo poco più di due anni i livelli di HIV tornarono ad aumentare: fu una grande delusione per i ricercatori, che avevano immaginato di avere trovato una terapia adatta per fermare il virus e renderlo innocuo in una persona infetta.

Vista l’esperienza con la bambina del Mississippi, il nuovo caso presentato a Vancouver è per ora trattato con molta cautela, anche perché si tratterebbe del primo di remissione a lungo termine. La paziente era nata da una donna affetta da HIV ed era stata sottoposta a un ciclo di farmaci per sei settimane poco dopo la nascita, per evitare l’infezione, ma senza ottenere risultati positivi. La terapia fu sospesa e due mesi dopo ne fu avviata un’altra, con un cocktail di tre antiretrovirali, che fu portata avanti per sei anni, fino a quando i genitori della paziente decisero di sospenderla. Al ciclo di test successivi non furono trovate tracce di HIV nel sangue e, a distanza di 12 anni dalla sospensione del trattamento, la paziente che ha ormai 18 anni continua apparentemente a non avere nessun sintomo riconducibile alla presenza dell’HIV nel suo organismo. Non è però escluso che possa mantenere una riserva del virus da qualche parte, che un giorno potrebbe portare all’AIDS.

Dalle analisi i ricercatori sembrano escludere che la paziente faccia parte delle persone il cui sistema immunitario è in grado di tenere autonomamente sotto controllo il virus dell’HIV grazie a particolari predisposizioni genetiche. Questo dovrebbe indicare che la mancata moltiplicazione del virus sarebbe dovuta esclusivamente al trattamento effettuato nei primi anni di vita della paziente, anche se ci sono ancora molte cautele sul tema.

I ricercatori ci tengono comunque a specificare che non si tratta di una “cura”, ma di una fase molto prolungata di remissione. A oggi chi ha il virus dell’HIV non può essere curato, cioè non può guarire completamente dall’infezione. L’assunzione regolare di farmaci permette comunque di tenere sotto controllo la malattia, evitando nella maggior parte dei casi che causi seri danni al sistema immunitario, accorciando le aspettative di vita.
Il caso sarà ulteriormente analizzato dai ricercatori per comprendere meglio le condizioni della paziente. Molti esperti ritengono comunque che, seppure importante, un singolo caso non possa essere sufficiente per elaborare nuove terapie. Saranno necessari anni di sperimentazioni e nuovi test che coinvolgano molte più persone per arrivare a qualcosa di concreto.