L’abbattimento del volo MH17, un anno fa
Il 17 luglio 2014 un aereo precipitò in Ucraina orientale con a bordo 298 persone: è una storia assurda e incredibile, di cui oggi sono accusati soprattutto i separatisti filo-russi
Giovedì 16 luglio News Corp Australia, la divisione locale del grande gruppo editoriale della famiglia Murdoch, ha diffuso un video girato poco dopo l’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio 2014 in Ucraina orientale. Il video – che News Corp Australia dice di avere ottenuto da un ribelle separatista filo-russo – mostra alcuni ribelli filo-russi sul luogo dove è precipitato l’aereo frugare tra i bagagli delle 298 persone uccise e commentare tra loro l’accaduto. Il ministro degli Esteri australiano Julie Bishop ha detto di non essere stata in grado di verificare l’autenticità del video, mentre il primo ministro Tony Abbott ha ribadito che si è trattato di “un’atrocità”.
Da quando il volo MH17 è precipitato un anno fa in Ucraina orientale, diversi giornalisti, blogger ma anche governi e servizi segreti di diversi paesi hanno indagato su quello che è successo. All’inizio le ipotesi più accreditate erano due: il governo ucraino sosteneva che l’aereo fosse stato abbattuto con un missile dai ribelli filo-russi, ipotesi ripresa rapidamente dai principali siti di news internazionali con molta incredulità e sorpresa. Il governo russo e i ribelli sostenevano che il volo MH17 fosse stato abbattuto – per sbaglio o volutamente – dall’aviazione ucraina, ipotesi poi però smontata in diverse occasioni. Nei mesi successivi sono cominciate a emergere diverse prove a sostegno della prima ipotesi: il blogger Eliot Higgins, per esempio, ha cominciato a raccogliere e mettere insieme fotografie, video e altri dettagli per capire quello che era successo. Giovedì 16 luglio il giornalista Christopher Miller – esperto di cose ucraine – ha pubblicato un articolo su Mashable per ricostruire gli eventi di quel 17 luglio. Oggi, a un anno esatto di distanza, l’account Twitter MH17 Live twitterà le cose successe quel giorno, sulla base delle informazioni finora disponibili.
Tomorrow we'll be recreating the events of July 17 as they happened, using open source information to show the truth of what occurred #MH17
— MH17 Live (@MH17Live) July 16, 2015
Il 17 luglio 2014, ore 12:00: decolla l’MH17
Il volo MH17 è precipitato un anno fa vicino a Grabovo, un paese dell’Ucraina orientale della regione di Donetsk, territorio che già allora era sotto il controllo dei separatisti filo-russi. L’aereo era partito da Amsterdam verso mezzogiorno del 17 luglio e sarebbe dovuto atterrare a Kuala Lumpur, in Malesia, verso mezzanotte, dopo circa 12 ore di volo: a bordo c’erano 283 passeggeri provenienti da diversi paesi – europei, australiani, canadesi, indonesiani, malesi, neozelandesi e filippini – e 15 membri dell’equipaggio. Uno dei passeggeri era il musicista olandese Cor Pan, che poco prima del decollo aveva pubblicato su Facebook una foto dell’aereo della Malaysia Airlines scrivendo con toni scherzosi: «Nel caso in cui scomparissimo, il nostro aereo è fatto così». Pan si riferiva a un altro aereo della Malaysia Airlines – il volo MH370 – scomparso pochi mesi prima nell’Oceano Indiano e non ancora ritrovato. Il post di Pan fu ripreso da molti giornali internazionali e divenne uno dei simboli di un anno tragico per la Malaysia Airlines.
Da alcuni mesi in Ucraina orientale si stava combattendo una guerra tra i separatisti filo-russi e l’esercito ucraino: nonostante i ribelli avessero già usato armi anti-aereo per abbattere una ventina di aerei militari ucraini, il corridoio aereo sopra l’Ucraina orientale non era stato chiuso ed era percorribile dagli aerei di linea. Come si sarebbe saputo in seguito, i ribelli erano entrati in possesso anche di un sistema missilistico Buk, in grado di colpire un aereo a più alta quota. Il 17 luglio, poco dopo le 16, i piloti del volo MH17 entrarono in contatto per l’ultima volta con la torre di controllo dell’aeroporto internazionale di Dnipropetrovsk, in Ucraina. Poi più nulla.
Il volo MH17 è stato abbattuto
Quello che successe dopo le 16:20 di quel 17 luglio è stato ricostruito nelle settimane e nei mesi successivi all’incidente. Tra le testimonianze più incredibili e assurde ci furono quelle raccolte dal giornalista del Wall Street Journal Paul Sonne a Grabovo, il paese dove è caduto l’aereo. Gli abitanti di Grabovo raccontarono che nel pomeriggio di giovedì 17 luglio, all’improvviso, cominciarono a cadere dal cielo pezzi di aereo in fiamme e cadaveri: pezzi di corpi umani furono trovati tra i cespugli nel centro del paese e anche in altri due paesi vicini, Petropavlivka e Rozsypne. Un prete ortodosso a Grabovo disse: «Credevamo che fosse la fine del mondo».
https://twitter.com/PaulSonne/status/492976178048012288
Le prime terribili immagini dell’aereo abbattuto furono trasmesse da LifeNews, una televisione russa con sede a Mosca. Come dimostra anche il video ottenuto da News Corp Australia, i primi ad arrivare sul posto furono i ribelli separatisti. Per molti giorni il sito rimase inaccessibile e il gruppo di esperti forensi e agenti della polizia olandese e australiana fu fermato diverse volte: i ribelli avevano bloccato l’accesso all’area. Gli esperti riuscirono a raggiungere il luogo dell’incidente solo diversi giorni dopo, ma anche nelle settimane successive le ricerche furono interrotte a causa dei combattimenti che continuavano nella zona tra ribelli ed esercito ucraino. Nel frattempo i corpi dei passeggeri dell’MH17 erano stati caricati su un treno refrigerato, portati nella città di Torez, poi a Kharkiv e infine ad Amsterdam, dove le autorità olandesi avrebbero fatto nelle settimane successive gli esami del DNA. In quei giorni furono riprese molto le foto scattate dal fotogiornalista turco Bulent Kilic proprio a Grabovo.
I ribelli hanno usato un Buk per abbattere l’MH17?
Il 30 marzo 2015 l’account Youtube della polizia olandese ha pubblicato un video che sintetizza in poco meno di 15 minuti le prove finora raccolte sull’ipotesi che ad abbattere il volo MH17 sia stato un missile Buk sparato dai ribelli filorussi. In breve: la mattina del 17 luglio i servizi di intelligence ucraini intercettarono una telefonata tra due ribelli filorussi che parlavano di un sistema Buk che era arrivato a Donetsk, in territorio sotto il controllo dei ribelli (l’intelligence ucraina rese pubblica la conversazione). Il sistema Buk, hanno sostenuto poi indagini successive, era stato probabilmente portato in Ucraina settimane prima da alcuni soldati russi. Un mezzo con a bordo il Buk fu fotografato o filmato in almeno quattro posti diversi nella mattina del 17 luglio. Fu visto l’ultima volta alle 13:30 a Snizhne, una città a circa 25 chilometri da Grabovo: secondo il dipartimento di Stato americano il missile sarebbe stato sparato proprio in prossimità di Snizhne.
Poco dopo l’abbattimento dell’aereo, Igor “Strelkov” Girkin – l’allora comandante dei ribelli filo-russi nell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk – pubblicò un post su VKontake, il Facebook russo, per dire che il suo gruppo aveva appena abbattuto un aereo cargo ucraino, aggiungendo: «Li avevamo avvertiti di non volare nel nostro spazio aereo». In realtà non era stato abbattuto alcun aereo cargo: diversi giornalisti cominciarono a ipotizzare che i filo-russi avessero abbattuto il volo MH17 per sbaglio. Un altro comandante separatista, Alexander Khodakovsky, fu intercettato mentre ordinava al telefono ai suoi uomini di trovare la scatola nera, che gli era stata richiesta dal governo russo (anche questa conversazione fu resa pubblica dall’intelligence ucraina). Pochi giorni dopo la scatola nera fu consegnata da un altro ribelle filo-russo alla delegazione malese durante una conferenza stampa strana e surreale che si tenne a Donetsk.
Nel frattempo il sistema Buk fotografato il giorno dell’abbattimento dell’MH17 era stato spostato di nuovo verso Luhansk, in Ucraina orientale, e poi oltre il confine con la Russia. Un video girato dopo l’incidente mostrava però che da quel sistema Buk mancava un missile: in molti ipotizzarono che si trattava del missile usato per abbattere l’MH17.
Nel corso degli ultimi mesi il dipartimento di Stato americano ha mostrato ulteriori prove a sostegno dell’ipotesi che ad abbattere l’MH17 sia stato un Buk sparato dai ribelli filorussi. Alcuni paesi, tra cui Malesia, Paesi Bassi, Australia, Belgio e Ucraina, chiedono oggi che venga istituito un tribunale internazionale per perseguire i responsabili dell’uccisione di 298 persone. È molto improbabile però che succeda: per istituire un tribunale internazionale ci deve essere un voto favorevole del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove la Russia – che appoggia i separatisti dell’Ucraina orientale – ha il potere di veto.