Perché si sono dimessi i vicesindaci di Milano e Roma
Lo hanno fatto nello stesso giorno solo per coincidenza, ma le loro dimissioni hanno entrambe a che fare con problemi del PD
Martedì 14 luglio si sono dimessi i vicesindaci di Milano e Roma: Ada Lucia De Cesaris e Luigi Nieri. De Cesaris e Nieri si sono dimessi per ragioni diverse ed è solo un caso che le loro dimissioni siano arrivate nello stesso giorno: De Cesaris ha parlato di problemi con la maggioranza in consiglio comunale a Milano, Nieri ha detto di essersi dimesso per proteggere la giunta di Ignazio Marino a Roma dagli attacchi che lui riceveva per via del suo coinvolgimento nelle indagini per “Mafia Capitale”. In entrambi i casi, però, i vicesindaci lasciano le loro giunte in un momento difficile e di qualche precarietà.
Le dimissioni di Ada Lucia De Cesaris
Ada Lucia De Cesaris, che è un’avvocatessa e una docente universitaria, era stata nominata assessore all’Urbanistica, Edilizia privata e Agricoltura nel 2011 dopo l’elezione di Giuliano Pisapia a sindaco di Milano; solo successivamente era diventata anche vicesindaco nel 2013, in seguito alle dimissioni di Maria Grazia Guida. Con un comunicato diffuso dal comune di Milano, De Cesaris ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni parlando di problemi con la maggioranza e ringraziando Giuliano Pisapia.
Si tratta di una decisione presa dopo approfondite riflessioni sugli ultimi mesi di lavoro, che hanno messo in evidenza difficoltà non più sormontabili nella prosecuzione della mia attività amministrativa per il venir meno del rapporto di fiducia con una parte della maggioranza in Consiglio comunale. Soprattutto in vista delle importanti scelte che attendono la giunta in quest’ultima fase del proprio mandato, che richiedono una grande coesione e la massima condivisione politica possibile, ho ritenuto opportuno rimettere le deleghe.
Penso di aver svolto e portato a compimento il mandato per il quale sono stata nominata. Un mandato che ha comportato sfide impegnative ed il raggiungimento di importanti risultati, per i quali voglio ringraziare tutti i miei collaboratori e i lavoratori della pubblica amministrazione, che con impegno, cordialità ed affetto hanno condiviso con me progetti, battaglie ed obiettivi. Voglio inoltre ringraziare il sindaco Giuliano Pisapia, che mi ha offerto un’occasione straordinaria e che ha fatto di Milano una città in grado di volare, al centro dell’attenzione internazionale
Il Corriere della Sera parla di un “duro scontro” avvenuto tra De Cesaris e alcune parti della maggioranza di centrosinistra in Consiglio comunale a proposito della realizzazione di un’area per i cani all’interno di un parco nel quartiere di Santa Giulia: questa sarebbe stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”, spingendola alle dimissioni. Quali siano i motivi più profondi delle dimissioni, invece, non è chiarissimo. De Cesaris ha parlato di difficoltà relative agli “ultimi mesi di lavoro” e secondo La Stampa potrebbero aver avuto un peso anche la posizione favorevole di De Cesaris rispetto alla costruzione del nuovo stadio del Milan al Portello, osteggiata da diversi membri del consiglio comunale. Inoltre, aggiunge La Stampa, le dimissioni potrebbero essere state un modo per rendere più facili i lavori del suo assessorato, che nei prossimi mesi dovrà portare in Consiglio alcuni importanti progetti, come la riqualificazione della zona Porta Volta e la riconversione dell’area Expo. Secondo Il Sole 24 Ore, invece, avrebbe contribuito alle dimissioni di De Cesaris il mancato sostegno del Partito Democratico a una sua candidatura alle primarie per il sindaco di Milano.
Il vicesindaco uscente potrebbe sembrare una figura di continuità, invece una parte dei democratici milanesi per ora sta con il parlamentare Emanuale Fiano, un’altra con l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino (entrambi già candidati ufficiali), un’altra ancora aspetta un papa straniero (che potrebbe essere il commissario unico di Expo Giuseppe Sala, il quale per ora non si sbilancia e dice di pensare solo all’evento universale). Insomma, a Milano non è nata un corrente democratica pro-De Cesaris. Dietro alle dimissioni potrebbe dunque esserci questo, anche in modo pragmatico: perché esporsi a fare battaglie per il governo della città, magari contrapponendosi ai comitati cittadini agguerriti contro lo stadio, se poi il governo della città non crede in lei?
Giuliano Pisapia ha detto di provare “sorpresa, dispiacere e dolore” per le sue dimissioni chiedendole di ripensarci. Anche il segretario del Partito Democratico di Milano, Pietro Bussolati, ha chiesto a De Cesaris di ritirare le sue dimissioni. De Cesaris non è la prima assessore a lasciare la giunta del Comune di Milano: prima di lei negli anni se ne erano andati altri importanti membri della giunta come Stefano Boeri, assessore alla Cultura, Bruno Tabacci, assessore al Bilancio, e Maria Grazia Guida, precedente vicesindaco. Per ora non è stato nominato un sostituto.
Le dimissioni di Luigi Nieri
Le dimissioni di Luigi Nieri da vicesindaco di Roma, invece, hanno una storia più complicata e hanno a che fare con l’inchiesta “Mafia Capitale”, che ha già creato diversi problemi alla giunta di Ignazio Marino nel corso degli ultimi mesi. Luigi Nieri, che ha 61 anni e fa parte di SEL, ha spiegato in una lunga lettera pubblicata sul suo sito che si è dimesso per evitare che gli attacchi rivolti a lui potessero indebolire tutta la giunta comunale di Roma: «Non posso più tollerare che la mia persona sia usata, in maniera volgare e oscena, come strumento per attaccare Roma e un’amministrazione che ha fatto battaglie di cui la sinistra italiana può andare fiera». La situazione a cui fa riferimento Nieri è quella del suo coinvolgimento nell’inchiesta “Mafia Capitale”, che negli ultimi mesi ha portato all’arresto di decine di persone e ha mostrato la vicinanza tra diverse aree dell’amministrazione pubblica di Roma con associazioni di tipo mafioso. Il nome di Nieri era stato fatto da Salvatore Buzzi, uno dei principali indagati nell’inchiesta, durante una conversazione intercettata dalla polizia e così riportata dal Fatto Quotidiano:
Poi, racconta Buzzi il 13 giugno al telefono, vede anche Luigi Nieri, vicesindaco della Capitale: “Ho parlato con Nieri. Per me è fuso, il ragazzo. Mentre dicevo se m’aiutava a fa’ cresce la cooperativa, me chiedeva: ‘Ma mi puoi assume questo?’. Gli ho detto: “Ah Lui’, ma uno come fa a assume se tu non crei lavoro? Te sto a di’ proprio questo. Tu damme la possibilità di cresce, che se uno cresce poi può anche…’. Non lo capisce, il ragazzo”.
Nieri, dopo la pubblicazione di questa intercettazione, si era difeso spiegando di non aver mai avuto a che fare con Buzzi e dicendo che Buzzi con lui aveva sempre trovato “una porta sbarrata”. Nel messaggio che spiega le sue dimissioni, Nieri precisa di non essere mai stato indagato durante l’inchiesta “Mafia Capitale”, ma spiega che il suo coinvolgimento è stato usato per destabilizzare e attaccare il lavoro di tutta la giunta di Ignazio Marino.
La situazione della giunta comunale di Roma è piuttosto difficile: diversi esponenti del PD di Roma, partito che sostiene il sindaco Marino in Consiglio comunale, sono stati coinvolti nell’inchiesta “Mafia Capitale“. La procura di Roma ha ipotizzato che alcuni imprenditori abbiano pagato tangenti e fatto altri favori ad esponenti politici e dirigenti del comune di Roma in cambio di appalti: tra i primi indagati nell’inchiesta c’erano stati l’ex assessore alla casa del comune di Roma Daniele Ozzimo, che si è dimesso lo scorso dicembre, e due consiglieri comunali (su un totale di 48). Gli arresti e le indagini hanno molto indebolito la già fragile posizione di Ignazio Marino come sindaco di Roma: in molti hanno chiesto le sue dimissioni anche se lui ha sempre ripetuto di voler arrivare fino alla fine del suo mandato.
Commentando le dimissioni di Nieri, Marino lo ha definito una persone “leale e onesta” e ha detto di capire i motivi della sua scelta.
«Da quando due anni fa abbiamo iniziato la nostra comune esperienza in Campidoglio, gli attacchi pretestuosi quanto violenti, le polemiche artificiose nei confronti di Luigi Nieri non sono mai mancati, fino a raggiungere una intensità umanamente difficile da sopportare. Luigi ora mi ha comunicato la sua decisione di volersi sentire libero, per rispondere con tutta la forza necessaria alla continua delegittimazione di cui è bersaglio. Oggi comprendo la sua amarezza»
Nieri è il settimo membro della giunta di Marino a dimettersi: prima di lui se ne erano andati Daniela Morgante, assessore al Bilancio, Flavia Barca, assessore alla cultura, Luca Pancalli, assessore allo Sport, e poi, negli ultimi mesi e per faccende legate a “Mafia Capitale”, anche Daniele Ozzimo e Rita Cutini, rispettivamente assessori alla casa e alle politiche sociali e Guido Improta, assessore ai Trasporti.