Syriza ha bocciato l’accordo sulla Grecia
Il partito di Tsipras l'ha definito "un colpo di stato": il voto del primo disegno di legge è previsto in tarda serata, servirà soprattutto a capire i numeri in Parlamento
Il comitato centrale di Syriza – il partito del primo ministro Alexis Tsipras – ha bocciato a maggioranza l’accordo trovato dal governo e i creditori internazionali, defininendolo “un colpo di stato”. Nel frattempo il governo di Alexis Tsipras ha presentato al parlamento greco il disegno di legge che prevede l’applicazione di parte dell’accordo concluso dal primo ministro a Bruxelles con i creditori internazionali per proseguire i negoziati e dare mandato alla Commissione europea, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario Internazionale per sbloccare un terzo piano di aiuti. Si tratta di una manovra da 3,175 miliardi di euro e, secondo quanto anticipato dal quotidiano greco Kathimerini, non dovrebbe prevedere riforme sulle pensioni come invece indicato dal calendario dell’Eurosummit, e ricalca in realtà le riforme indicate da Tsipras nella sua ultima proposta alla cosiddetta “Troika”.
Il parlamento di Atene è convocato per oggi: il voto dovrebbe arrivare in tarda serata, dopo una discussione che si preannuncia lunga e complicata. Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale ha criticato l’accordo concluso tra governo greco e creditori in un documento riservato ottenuto dall’agenzia di stampa Reuters. L’FMI è tornato a parlare della necessità di cancellazione di parte del debito greco. La viceministra delle Finanze, Nadia Valavani, si è dimessa per protestare contro l’accordo tra la Grecia e creditori internazionali.
Cosa ha detto Tsipras
In un’intervista alla televisione pubblica ERT, chiusa durante la crisi e che il governo di Syriza ha contribuito a riaprire, Tsipras ha spiegato di non credere nell’accordo, ma ha esortato i suoi parlamentari a sostenere il progetto di legge al Parlamento perché si tratta, ha precisato, dell’unica soluzione possibile: il ritorno alla dracma non sarebbe stata un’ipotesi percorribile. Tsipras ha spiegato che era chiaro che alcuni partner della Grecia avevano pronto un piano per spingere il paese fuori dalla zona euro: «Mi assumo la responsabilità di un testo in cui io non credo, ma che ho firmato per evitare il disastro del paese».
Ha detto che ci saranno aumenti sull’IVA, ma non tagli a pensioni e stipendi e ha detto di non avere «intenzione di scappare: è mia intenzione far capire al popolo che non ho intenzione lasciare il paese nella catastrofe». Ha anche dichiarato che farà «tutto il possibile per tenere unita Syriza: non pretendo che l’accordo sia da considerarsi un successo ma metterò in chiaro che le opzioni erano limitate». Sul referendum: «Quando ho fatto il referendum ero convinto che gli europei ci avrebbero dato un po’ più di tempo. Non sono stati molto buoni, sono stati un po’ vendicativi».
I numeri di Tsipras al parlamento
Diversi esponenti del partito di Tsipras, Syriza, hanno già detto di essere contrari a nuove misure di austerità: Nadia Valavani, la viceministra delle Finanze greca, si è dimessa nel pomeriggio seguita dal suo segretario generale Manos Manousakis. I dissidenti sono i parlamentari che già la scorsa settimana, dopo la vittoria del No al referendum, non avevano votato il piano proposto da Tsipras ai creditori: rappresentano una parte minoritaria ma consistente di Syriza e non ritengono che le condizioni imposte siano compatibili con quanto promesso in campagna elettorale. Nella sua intervista, Tsipras ha detto di non avere alcun piano per rimuovere i dissidenti, per esempio la portavoce del Parlamento Zoe Constantopoulou, e ha detto che cercherà di continuare come capo di un governo di minoranza – con il sostegno esterno di Nuova Democrazia, To Potami e PASOK, attualmente all’opposizione – se la coalizione perderà la maggioranza. Ha anche insistito sul fatto che il suo rapporto con i partner di coalizione, i Greci Indipendenti di Anel rappresentati dal ministro della Difesa Panos Kammenos, rimane molto buono.
Per adesso si prevede che un rimpasto di governo o comunque una revisione più ampia della coalizione sarà annunciata solo dopo il voto, e l’esito del voto stesso influenzerà le decisioni di Tsipras su come proseguire. La situazione è questa: Syriza, secondo le previsioni, perderà una trentina di voti su 149; Anel ha 13 seggi e ha mandato messaggi contrastanti sul voto di oggi, Nuova Democrazia controlla 76 seggi e Tsipras potrà contare sul loro sostegno, così come di To Potami (17 deputati) e del Pasok (13 seggi). I neonazisti di Alba Dorata e il comunisti del KKE – che controllano rispettivamente 17 e 15 seggi – non voteranno invece il disegno di legge e non c’è alcuna possibilità che possano farlo. Sabato scorso l’ultima proposta della Grecia ai finanziatori non era stata sostenuta da 17 parlamentari di Syriza. A loro dovrebbero aggiungersi altri 15 deputati. Kathimerini, citando alti funzionari governativi, dice che se il numero di dissidenti sarà inferiore a 30, Tsipras manterrà l’attuale coalizione – formata da Syriza con i Greci Indipendenti – e procederà con un ampio rimpasto. Tra i ministri che dovrebbero essere sostituiti ci sarebbero il ministro dell’Energia e della Riorganizzazione produttiva, Panagiotis Lafazanis (esponente della “Piattaforma di sinistra”, che rappresenta circa il 35 per cento del totale di Syriza), il ministro del Lavoro Panos Skourletis (ex portavoce di Tsipras quando era segretario) e il ministro della Previdenza Sociale Dimitris Stratoulis.
Se il numero di parlamentari dissidenti sarà superiore a 40, allora è più probabile la formazione di un governo di unità nazionale con un nuovo primo ministro “tecnico”. I seggi dell’attuale coalizione (che sono 162, 149 di Syriza e 13 di Anel) diventerebbero infatti meno di 121, che è il minimo previsto dalla Costituzione per un governo di minoranza.
La proposta di legge al voto del parlamento greco
Il disegno di legge che il parlamento greco dovrà votare si intitola “Misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l’Esm” e consiste sostanzialmente in una manovra finanziaria di nuove tasse e tagli pari a 3,175 miliardi di euro. Il testo, secondo quanto anticipato da Kathemerini, non prevede misure per il pensionamento anticipato: ma è solo il primo di quelli che il Parlamento greco dovrà approvare per rispettare l’accordo con i creditori.
Le maggiori entrate sono previste dalla modifica delle aliquote dell’IVA. È prevista l’eliminazione a partire da ottobre degli sconti del 30 per cento sull’IVA nelle isole principali e con un reddito pro capite maggiore, mentre per le più piccole si dovrà attendere ancora un anno. Si tratta di una mediazione tra l’iniziale posizione di Tsipras, che era contrario alla fine dell’IVA speciale per le isole, e i creditori che ne chiedevano l’eliminazione completa e immediata.
L’IVA per farmaci e vaccini, libri e attività culturali rimarrà al tasso attuale, che va dal 6 al 6,5 per cento. Gli alberghi e le strutture ricettive passeranno dal 6 per cento al 13 per cento. Altri beni e servizi passeranno da 13 per cento al 23 (si tratta di una mediazione: i creditori avevano inizialmente chiesto solo due fasce di IVA cedendo poi alle tre fasce ma facendo richiesta che il cibo “processato” e i ristoranti venissero tassati con l’aliquota più alta). Ci sarà un incremento del 5 per cento delle imposte sui premi assicurativi.
Ci saranno nuove tasse sui beni di lusso: aumenti sulle imbarcazioni private di oltre 5 metri di lunghezza, sugli aerei privati, sulle auto di lusso (oltre 2.500 cc) e sulla proprietà di piscine. La tassa sugli utili societari passerà dal 26 al 29 per cento. Aumenteranno i tassi del prelievo di solidarietà per i redditi oltre i 30 mila euro. Gli incrementi saranno diversi e maggiori a seconda delle fasce: del 2 per cento rispetto all’attuale 1,4 dai 30 ai 50 mila; del 4 per cento (dall’attuale 2,1) fino ai 100 mila, del 6 per cento (dall’attuale 2,8) fino ai 500 mila e dell’8 per cento, oltre i 500 mila.
Per gli stipendi di tutte le cariche pubbliche – presidente della Repubblica, primo ministro, ministri, vice ministri, sottosegretari e così via fino ai sindaci – è previsto un prelievo speciale del 5 per cento.
Il Fondo Monetario Internazionale
Il Fondo Monetario Internazionale ha aggiornato il rapporto sul debito greco e criticato l’accordo imposto al governo Tsipras dai creditori internazionali in un documento riservato ottenuto dall’agenzia di stampa Reuters. L’FMI è tornato a parlare della necessità di un taglio sostanziale di parte del debito greco (hair cut), di un raddoppio di altri 30 anni del periodo di moratoria sul debito e di finanziamenti diretti e annuali alla Grecia per tenerla in equilibrio. L’aggravarsi della situazione negli ultimi giorni, sostiene l’FMI, è dovuto soprattutto al controllo dei capitali e alla chiusura delle banche decisa il 29 giugno scorso. Secondo l’istituzione, infine, entro i prossimi due anni il debito greco sul PIL passerà al 200 per cento, oltre il 177 stimato finora. Inoltre, il fabbisogno lordo finanziario supererà il 15 per cento e crescerà nel medio termine. In giornata, anche il primo ministro del Regno Unito David Cameron ha appoggiato l’idea di una riduzione del debito per la Grecia.