Il campo in verticale di Israele
È un prototipo unico al mondo e potrebbe risolvere il problema della mancanza di terreno coltivabile nelle città
È la parte centrale e più visibile del padiglione di Israele – che si trova appena prima dell’intersezione tra Decumano e Cardo, dopo il padiglione francese – con i suoi mille metri quadri e le 160mila piante: un campo verticale, o Vertical Field, posizionato sul lato destro del padiglione. È un prototipo unico al mondo che punta a risolvere il problema della mancanza di terreno coltivabile nelle città troppo urbanizzate in modo originale ed efficace.
Questo campo agricolo di cereali in verticale è stato inventato dall’ingegnere Guy Barness, fondatore dell’azienda GreenWall che è specializzata in giardini verticali, e realizzato dall’architetto israeliano David Knafo, ideatore di tutto il padiglione. Ci sono voluti 18 mesi di sviluppo e programmazione e altri nove mesi di produzione ed esecuzione del progetto per riuscire a creare il Vertical Field: la struttura è formata da 190 tonnellate di acciaio, su cui sono state piantate 160mila piante di grano, mais e riso. Il campo verticale è posizionato di lato al padiglione: all’ingresso c’è invece uno schermo LED lungo 200 metri che proietta immagini di campi e paesaggi, che danno l’illusione di proseguire sulla parete coperta di piante vere.
L’idea è nata per risolvere il problema di scarsità di spazi coltivabili in Israele, che ha un terreno molto desertico, ma è ideale per essere utilizzata nelle città moderne, che hanno pochissimi spazi verdi e sempre più cemento e costruzioni. Già poco dopo la fine di Expo, per dicembre 2015, il Comune di Milano ha previsto di installare due campi verticali in città (non è ancora stato definito dove). La sera il Vertical Field viene illuminato, rendendo molto scenografico l’aspetto del padiglione.
Anche il sistema di irrigazione è innovativo, grazie all’irrigazione a goccia: i tubi con l’acqua sono posizionati soltanto in cima al Vertical Field e distribuiscono l’acqua soltanto ai primi campi in alto. Il terreno e le piante trattengono solamente l’acqua necessaria e fanno scorrere quella di troppo al campo successivo più in basso, e così via, fino ad arrivare all’ultimo campo in basso. Per dimostrare che l’acqua che arriva al termine di questa catena è sufficiente per bagnare le coltivazioni, al padiglione israeliano hanno piantato in basso il riso, la pianta che ha più bisogno di acqua in assoluto. Sono già stati raccolti alcuni prodotti, come il mais che era arrivato a un’altezza (verso l’esterno) di un metro e mezzo circa.