Dizionario della crisi in Grecia
Cosa vogliono dire default, haircut, ESM, ELA, bailout e tutte le altre parole che la crisi greca ci ha fatto diventare familiari
Negli ultimi mesi, mentre si è parlato di crisi greca, sono diventati di uso comune sui giornali molte parole che normalmente sono note solo a chi lavora in finanza o studia economia. Alcuni di questi termini significano cose molto precise, ma vengono confuse con altre.
Grexit
È un termine giornalistico usato per definire l’uscita della Grecia dai paesi che adottano l’euro. È formato dall’unione tra la parola “Grecia” e la parola “exit”. Un gioco di parole simile era stato fatto anche per “Greferendum”.
Eurozona
È l’insieme dei paesi che adottano l’euro come moneta nazionale. L’Unione Europea è formata da 28 paesi ma solo 19 fanno parte dell’eurozona.
ELA
È un acronimo che sta per “emergency liquidity assistance”, cioè aiuti per la liquidità in una situazione di emergenza. Vengono erogati quando gli istituti finanziari, cioè le banche, si trovano temporaneamente a corto di soldi. Gli ELA vengono erogati dalle banche centrali dei singoli paesi ma devono essere comunicati e autorizzati dalla Banca Centrale Europea (BCE), che eventualmente può bloccarli.
Prestito ponte
Sono dei prestiti fatti a brevissimo termine, anche per poche settimane, e vengono erogati ad un soggetto (può essere un privato, un’azienda o anche una banca) che si trovi in mancanza di liquidità ma che dovrebbe ricevere un finanziamento più grande in un breve lasso di tempo. Se ne parla perché la Grecia potrebbe averne bisogno per evitare la bancarotta nei prossimi giorni, anche prima che si arrivi a un accordo complessivo su un nuovo prestito a più lunga scadenza.
ESM
È un acronimo che sta per European Stability Mechanism, in italiano Meccanismo Europeo di Stabilità: è un istituto creato nel 2012 per cercare di aiutare quei paesi dell’eurozona che si trovavano in difficoltà economiche e finanziarie. Si tratta di un organo che può prestare moltissimi soldi, purché vengano rispettate condizioni molto precise. È finanziato dai paesi dell’eurozona, in proporzioni diverse, ed uno dei tre principali creditori della Grecia insieme al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Centrale Europea. È anche l’organo principale da cui la Grecia spera di ricevere un nuovo prestito.
Eurogruppo
È un organismo formato dai ministri delle Finanze dei paesi dell’eurozona, che si riunisce periodicamente. L’Eurogruppo, fra le altre cose, è anche uno degli organi fondamentali dell’ESM e ne nomina il direttore, che rimane in carica per cinque anni.
Consiglio Europeo
È spesso confuso con il Consiglio d’Europa e con il Consiglio dell’Unione Europea, che sono cose diverse. Il Consiglio Europeo è composto dai capi di stato (François Hollande, per esempio) o di governo (Matteo Renzi, per esempio) dei paesi membri dell’Unione Europea – non solo quelli dell’eurozona, quindi – e dal presidente del Consiglio Europeo (che è Donald Tusk, in questo momento). Il Consiglio Europeo non ha poteri formali ma è di fatto l’organo in cui i leader europei discutono gli sviluppi politici dell’Unione Europea.
EKAS
È una forma di sussidio greco per i pensionati. L’EKAS permette a chi riceve pensioni molto basse di avere un’integrazione per arrivare fino a 700 euro (in Italia la pensione minima è di circa 500 euro). L’EKAS vale per circa 200mila persone in Grecia. Durante le trattative è stato uno dei punti di contrasto tra Tsipras e i creditori, che chiedono di tagliarlo.
Default
È il fallimento di un paese: accade quando un paese non è più in grado di pagare i debiti che ha contratto. Può essere totale o parziale, se per esempio vengono restituiti solo certi tipi di debiti o se vengono rinegoziati dei nuovi interessi più bassi. In questo caso si parla di “ristrutturazione del debito”.
Bailout
Significa salvataggio: sono sostanzialmente gli aiuti che sono stati dati alla Grecia in questi anni.
Haircut
In italiano è “taglio di capelli”, ma in economia rappresenta la differenza tra il valore di mercato di un oggetto finanziario (titoli, immobili e altro) e il valore che gli viene assegnato da chi deve prestare dei soldi. Generalmente accade che chi chiede soldi in prestito offra una garanzia di qualche tipo. Chi presta i soldi compie un “haircut”, una riduzione sul valore di mercato di quella garanzia per essere tutelato anche qualora il valore di mercato debba scendere.
Prestatore di ultima istanza
Viene dall’inglese “Lender of last resort” ed è una definizione con cui si fa riferimento alle banche centrali. I prestatori di ultima istanza sono quegli istituti che prestano soldi quando nessuno è più disposto a farlo, o è disposto a farlo ma a un tasso d’interesse considerato troppo alto. Oggi, a causa della crisi greca, anche la BCE è un prestatore di ultima istanza.
Deficit e debito
Sono due cose molto diverse: il debito è un ammontare di denaro, il deficit è quello che viene definito “flusso”. Il deficit è la differenza tra entrate e uscite in un determinato periodo, spesso un anno. Nel caso delle nazioni, il deficit a cui ci si riferisce è quello tra entrate fiscali (tasse, prevalentemente) e uscite fiscali (sussidi, stipendi, beni e servizi). Il debito è la cifra totale che un paese deve restituire ai creditori in un certo momento, interessi compresi. La confusione può nascere dal fatto che vengono usati molto due tipi di rapporti per le finanze pubbliche: il rapporto deficit/PIL e il rapporto debito/PIL. Ovviamente il primo è molto più piccolo del secondo, quasi sempre.
PIL
Sta per Prodotto Interno Lordo: è la misura economica più famosa e importante, rappresenta l’aspetto economico di un paese (anche se può essere usato per cose più piccole, come le regioni, o più grandi, come l’Europa). È la somma del valore di tutti i beni e servizi finiti prodotti in un determinato periodo di tempo, generalmente un anno. Il termine “finiti” è usato perché così il conteggio di una sola cosa non viene ripetuto: per esempio, se considero nella produzione di un tavolo anche la produzione del legno per costruirlo e il valore dei macchinari per costruirlo, avrò un valore molto più alto del tavolo stesso.
Tasso di disoccupazione
È un’altra misura molto importante nella condizione economica di un paese, e spesso c’è molta confusione riguardo al suo significato. Il tasso di disoccupazione è un valore percentuale e rappresenta coloro che non lavorano fra il totale della forza lavoro, cioè quelli che lavorano o che vogliono farlo e quindi stanno cercando effettivamente lavoro. Se una persona non lavora e non cerca lavoro, perché è già molto ricca, perché svolge solo dei lavori in casa o perché è rassegnata all’idea di non trovarlo, non partecipa al conteggio dei disoccupati (in questi casi si parla di “inattivi”).