La Grecia dopo il referendum
Euclid Tsakalotos è il nuovo ministro greco delle Finanze, la BCE ha deciso di mantenere la liquidità di emergenza alle banche greche, si comincia a parlare della nuova trattativa
Nella mattina di oggi il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha annunciato le sue dimissioni, spiegando di avere deciso di lasciare in seguito alle pressioni ricevute dall’Eurogruppo e per dare più possibilità a Tsipras di portare avanti il negoziato. Varoufakis era tra gli interlocutori più intransigenti del governo greco e soltanto sabato aveva definito “terrorista” l’operato dei creditori internazionali. Il nuovo ministro delle Finanze è Euclid Tsakalotos, che ha avuto un ruolo importante fin qui nei colloqui tra il governo greco e i creditori internazionali.
Il sistema finanziario della Grecia rischia in questi giorni il collasso e ci sono dubbi, da parte degli analisti, sulla possibilità che le banche riescano ad avere liquidità per permettere prelievi di nuovo contante fino alla fine della settimana. In serata, la Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere la concessione di liquidità di emergenza (ELA) alle banche greche al livello già stabilito lo scorso 26 giugno, cioè a 89 miliardi di euro. Ha però stabilito che tale programma sarà fornito «solo a fronte di garanzie sufficienti» e più severe rispetto a quelle applicate finora: ha deciso cioè di modificare gli sconti di garanzia (haircut) da applicare sui titoli che le banche greche devono presentare per ottenere i finanziamenti. Questo significa, semplificando, che per avere lo stesso ammontare di prestiti, le banche greche dovranno aumentare i titoli portati in garanzia. Il Guardian scrive che tutti e quattro i principali istituti della Grecia dovrebbero essere in grado di fornire abbastanza garanzie per rinnovare i propri prestiti d’emergenza.
Cinque dei principali partiti della Grecia, compresi quelli di governo (Syriza e Greci Indipendenti) e a eccezione di Alba Dorata, hanno sottoscritto un documento in cui dicono di voler sostenere il primo ministro Alexis Tsipras, impegnato nei prossimi giorni a riavviare le trattative con i creditori internazionali per ottenere un nuovo piano di aiuti economici. La riunione dei leader di partito si è tenuta alla presenza del presidente greco ed è stata voluta dallo stesso Tsipras, in seguito all’esito del referendum di domenica 5 luglio in cui i No alle proposte dei creditori hanno ottenuto più del 60 per cento dei voti.
Diversi leader europei hanno chiesto al governo Tsipras di portare nuove proposte da cui partire nel corso dei prossimi incontri. C’è una nuova scadenza da tenere presente: il 20 luglio la Grecia dovrà rimborsare 3,5 miliardi di euro alla BCE. Per molti questo mancato pagamento avrebbe conseguenze ben più gravi rispetto al default della Grecia della scorsa settimana nei confronti del FMI: se il paese non restituirà il prestito, la BCE potrebbe interrompere l’ELA, le banche crollerebbero e la Grecia sarebbe costretta in ultima istanza a uscire dall’euro.
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