Olanda-Italia, 15 anni fa
Fu una delle partite più sofferte nella storia della nazionale di calcio, che vinse grazie a una prestazione eccezionale di Francesco Toldo e a un famoso rigore di Totti
Il 29 giugno del 2000, esattamente 15 anni fa, si giocò una delle partite più celebrate nella storia recente della nazionale di calcio italiana: Olanda-Italia, valida per la semifinale degli Europei 2000. L’Italia riuscì a battere ai rigori l’Olanda dopo una partita molto sofferta, finita 0-0. Ma la partita è entrata nella storia recente della nazionale per diversi motivi, risultato a parte: l’Olanda, strafavorita e ospite del torneo, giocò molto bene, mentre l’Italia fu costretta a giocare una disperata partita ultradifensiva per via dell’espulsione di Gianluca Zambrotta nel primo tempo. L’Italia se la cavò principalmente grazie alla gran serata del portiere Francesco Toldo – che aveva iniziato gli Europei come riserva di Gianluigi Buffon – e a un famosissimo colpo di Francesco Totti, citato e ricordato ancora oggi.
Fu probabilmente la partita più notevole di quegli Europei, che però per l’Italia finirono male: perse la finale contro la Francia con un gol al 103esimo di David Trezeguet, dopo che aveva subito il pareggio al 94esimo minuto. L’allora allenatore della nazionale Dino Zoff fu molto criticato da Silvio Berlusconi – che allora era capo dell’opposizione – e si dimise.
Quegli Europei
L’Italia ci arrivò con uno squadrone, nonostante poco prima della fase finale si infortunarono il portiere e il centravanti titolari, cioè Gianluigi Buffon e Christian Vieri. In difesa c’erano Maldini, Cannavaro e Nesta nel pieno della loro carriera; a centrocampo c’erano giocatori molto forti dal punto di vista fisico come Luigi di Biagio e Antonio Conte e altri molto tecnici come Demetrio Albertini e Stefano Fiore. In attacco, c’erano Francesco Totti, Filippo Inzaghi, Vincenzo Montella e Alessandro del Piero: e tutti avevano meno di trent’anni. Per tutto il torneo, il portiere titolare rimase Francesco Toldo, storico secondo portiere dell’Italia (in nazionale, fu spesso chiuso prima da Angelo Peruzzi e quindi da Buffon). L’Italia passò facilmente il girone vincendo tutte e tre le partite contro Belgio, Turchia e Svezia, e ai quarti di finale sconfisse per 2-0 la Romania.
Anche l’Olanda aveva una squadra fortissima, probabilmente più forte di quella italiana: in porta c’era Edwin van der Sar, leggendario portiere del Manchester United e della Juventus; in difesa c’erano Jaap Stam del Manchester United e lo storico capitano Frank de Boer. A centrocampo giocavano invece Edgar Davids della Juventus, Philip Cocu del Barcellona e Marc Overmars dell’Arsenal. Clarence Seedorf faceva la riserva, per dire. Davanti, giocavano Dennis Bergkamp dell’Arsenal, Patrick Kluivert – ex bidone del Milan, poi diventato storico attaccante del Barcellona – e Roy Makaay, all’epoca uno dei più forti centravanti in Europa (in quegli anni segnò quasi cento gol in quattro stagioni col Deportivo La Coruña). L’Olanda passò facilmente il girone (battendo anche in rimonta la Francia campione del Mondo in carica) e nei quarti di finale distrusse per 6-1 la Jugoslavia.
La partita
Francesco Toldo ha raccontato che prima della partita «c’era un’atmosfera quasi surreale: tre quarti dello stadio era arancione». A sorpresa, Zoff decise di lasciare fuori Francesco Totti, fino a quel momento uno dei migliori giocatori del torneo: al suo posto fece giocare Alessandro Del Piero. L’Italia iniziò la partita col 4-4-2, con un centrocampo molto difensivo con Di Biagio, Albertini, Fiore e Zambrotta, e due soli attaccanti, Del Piero e Inzaghi. L’Olanda partì fortissimo, prendendo un palo dopo pochi minuti con Bergkamp. Poi, al 34esimo, la partita dell’Italia diventò ancora più complicata: Gianluca Zambrotta si fece espellere per doppia ammonizione. Dopo, al 38esimo del primo tempo, Cannavaro fece un fallo ingenuo in area: rigore. Tirò Frank de Boer, capitano e rigorista: parata di Toldo.
L’Olanda continuò ad attaccare, arrivando più volte molto vicina a segnare. Al 62esimo, Iuliano entrò in scivolata in area sul suo compagno di squadra Edgar Davids. Secondo rigore. Il pallone lo prese Patrick Kluivert, che nel corso degli Europei aveva già segnato cinque gol. Kluivert tirò un rigore quasi perfetto, forte e angolato, ma la palla prese l’interno del palo e tornò in campo, dove venne lanciata via da Maldini. Ancora 0-0.
L’Italia riuscì a resistere fino al 120esimo, andando anche molto vicina a vincere direttamente la partita – dato che era ancora valida la regola del Golden Goal – con un bel tiro di Delvecchio parato da van der Sar, al 100esimo minuto. Si andò ai rigori, che negli anni precedenti erano andati molto male, per l’Italia: in questo modo era già stata eliminata agli Europei del 1980 e ai Mondiali del 1990, del 1994 e del 1998. Il primo rigore lo tirò Di Biagio, che proprio nel 1998, ai quarti di finale contro la Francia, aveva sbagliato quello decisivo. Fu un gran rigore, potente e angolato: gol.
Il primo rigore dell’Olanda lo tirò de Boer, che già se ne era fatto parare uno da Toldo nel primo tempo. Toldo gli parò anche questo. Il secondo rigore per l’Italia, invece, lo segnò Gianluca Pessotto, tirando praticamente senza rincorsa. L’Olanda sbagliò anche il secondo rigore: lo tirò Jaap Stam, che mandò la palla altissima sopra la traversa.
Il terzo rigore spettava a Totti, entrato solamente all’81esimo della partita: come in seguito ha raccontato Di Biagio, tutta la squadra sapeva che avrebbe provato “il cucchiaio”, un modo molto particolare di calciare un rigore, colpendo debolmente la palla e sperando che il portiere si sia già buttato a terra per prenderla. Gol.
Dopo il gol di Totti, Kluivert segnò l’unico dei sei rigori tirati dall’Olanda in quella partita. Per ultimo, per l’Olanda, tirò Paul Bosvelt, discreto centrocampista del Feyenoord. Prese una ricorsa lunghissima ma tirò male, facendosi prendere il tiro da Toldo. Era il terzo rigore parato da Toldo nella stessa partita: l’Italia aveva vinto la partita, qualificandosi per la finale contro la Francia.