La Grecia farà un referendum sul piano di aiuti
Il 5 luglio i greci dovranno decidere se accettare il programma di riforme che l'Europa ha chiesto in cambio di un prestito
Il primo ministro greco Alexis Tsipras ha annunciato un referendum per chiedere ai suoi concittadini se vogliono accettare il piano di riforme chiesto dall’Europa e dagli altri creditori in cambio del prestito che permetterà alla Grecia di evitare la bancarotta nelle prossime settimane. Tsipras ha definito le proposte europee «umilianti» e le ha chiamate «un ricatto», ma ha anche aggiunto che rispetterà la volontà dei greci che emergerà dal voto. Il referendum, ha detto Tsipras, si terrà il 5 luglio. Il piano di aiuti alla Grecia, però, scadrà martedì e non è ancora chiaro cosa accadrà anche nel caso i greci dovessero votare a favore dell’accordo. I ministri dell’eurozona hanno rifiutato la possibilità di estendere il programma di aiuti fino a dopo il referendum.
Nelle ultime settimane di negoziati, il governo greco aveva offerto programmi di riforma che contenevano soprattutto aumenti di imposte alle grandi aziende e ai professionisti e riducevano molto i tagli al settore pensionistico e a quello pubblico. I creditori della Grecia, cioè il resto degli stati membri dell’eurozona, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea, hanno sempre respinto le proposte greche definendole irrealistiche e chiedendo invece tagli soprattutto alla spesa pensionistica. Le trattative su questi punti vanno avanti oramai da mesi e giovedì notte è fallito l’ultimo vertice tra i negoziatori greci e i ministri delle Finanze dell’eurozona. Il tempo a disposizione della Grecia, però, è oramai quasi scaduto.
Martedì prossimo scadrà la rata del debito da 1,5 miliardi di euro che la Grecia deve rimborsare al Fondo Monetario Internazionale e visto che il referendum si terrà domenica prossima è quasi certo che il governo greco non rispetterà la scadenza. Alcuni mesi fa Tsipras aveva annunciato che il governo greco aveva liquidità sufficiente a pagare stipendi e pensioni fino alla fine di giugno. È probabile che in realtà l’autonomia della Grecia sia un po’ più lunga, ma probabilmente non di molto. Inoltre nel timore di un’uscita della Grecia dall’Euro – che sarebbe la conseguenza inevitabile di una fine della liquidità da parte del governo – moltissimi greci stanno ritirando i loro depositi dalle banche. Diversi giornalisti hanno scritto che l’annuncio del referendum ha fatto aumentare ancora di più le code agli sportelli bancomat.
La decisione del referendum – per quanto ampiamente ipotizzata nelle scorse settimane – ha sorpreso i ministri delle Finanze europei che avevano già organizzato una riunione per questo sabato per imporre un ultimo accordo “prendere o lasciare” alla Grecia. I principali partiti di opposizione greci probabilmente voteranno sì all’accordo durante il referendum.