Riforma della scuola, il governo ha ottenuto la fiducia in Senato
Hanno votato a favore in 159: ora il disegno di legge tornerà alla Camera
Il Senato ha votato la mozione di fiducia posta dal governo Renzi sul maxi-emendamento che modifica la riforma della scuola. La fiducia è stata approvata da 159 senatori, con 112 contrari e nessun astenuto. Questo voto di fatto mette fine alla discussione della riforma in Senato, che ora tornerà nuovamente all’esame della Camera: l’inizio della discussione è stato fissato per il 7 luglio. Al Senato come alla Camera il dissenso alla riforma che il governo chiama “La buona scuola” si concentra sulle categorie dei precari da assumere, cioè su coloro che sono esclusi dal piano, sui poteri dei presidi, sugli sgravi e gli aiuti per le scuole paritarie.
Durante tutta la seduta, ma soprattutto durante le operazioni di voto, ci sono state grandi proteste e carnevalate da parte dell’opposizione: cartelli, striscioni, oggetti, giocattoli, magliette con le scritte; quando i senatori andavano a votare la fiducia, a quelli di maggioranza venivano diretti dei “buuuu”; dopo la proclamazione dell’esito del voto da parte del presidente Grasso ci sono state urla, fischi e tentativi di occupare i banchi del governo.
Il contenuto del maxi-emendamento
Su una serie di temi il maxi-emendamento prevede che il governo chieda la delega, cioè il potere di fare delle leggi in un secondo momento tramite decreti legislativi. Si tratta di nove deleghe su altrettanti argomenti. Il nuovo testo prevede che i presidi siano valutati per il triennio 2016-2018, ma non è presente l’ipotesi di cui si era parlato nei giorni scorsi di un loro incarico a tempo; all’interno del comitato di valutazione dei professori ci saranno quattro insegnanti (e non due), due genitori, uno studente e un ispettore esterno.
Sulla questione delle assunzioni si parla di 100 mila stabilizzazioni, ma il testo è piuttosto vago. Scrive il Sole 24 Ore:
Se è pacifico che i primi 45mila stabilizzandi otterranno una cattedra all’inizio del nuovo anno scolastico, un po’ meno sicura appare la sorte degli altri 55mila. Che, al momento, dovrebbe consistere in un doppio step: strada facendo la nomina e a settembre 20l6 l’incarico vero e proprio.
Il condizionale è d’obbligo visto che il testo del maxiemendamento depositato martedì in commissione sul punto è abbastanza evasivo. A questa interpretazione si arriva prima incrociando i commi dedicati al piano di assunzioni con quelli riguardanti il futuro organico dell’autonomia e poi allargando lo sguardo alla macchina organizzativa che il ministero dell’Istruzione sta mettendo in piedi per farsi trovare pronto una volta che la “buona scuola” diventerà legge.
Nel piano di assunzioni rientreranno gli idonei al concorso a cattedre del 2012. Tutti gli altri dovranno superare un concorso che sarà convocato entro il primo dicembre.