Quanto sta incassando chi vende cibo a Expo
Solo a maggio i visitatori hanno speso 23 milioni di euro, racconta il Corriere: Eataly in testa, ma bene anche Spagna e le patatine del Belgio
A Expo i ristoranti, i food-truck e i chioschi che vendono cibo sparsi intorno al Decumano non risentono del problema dei ristoratori milanesi, delusi dall’afflusso di turisti in città che considerano scarso: nel mese di maggio le entrate complessive lorde sono state 23 milioni di euro. I ristoranti regionali di Eataly sono quelli che hanno guadagnato più di tutti, 3,8 milioni di euro in totale; al secondo posto ci sono la cooperativa emiliana Cir che ha molti self-service in giro per Expo e la catena Let’s Toast, mentre al terzo posto c’è il padiglione spagnolo con 970mila euro, che ha un tapas bar e un ristorante, entrambi costosi ma molto buoni.
Non solo i ristoranti costosi sono andati bene: i panini Beretta, che vengono venduti a 2,50 euro l’uno, hanno incassato 153 mila euro – quindi dovrebbero averne venduti circa 61mila in un mese – e i food-truck olandesi con panini e pancakes alla Nutella sono richiestissimi (815mila euro di guadagno). Anche i gelati di Rigoletto hanno incassato bene, intorno ai 114mila euro. Da questi 23 milioni di euro andranno sottratte delle royalties (commissioni) che Expo guadagnerà: il piano industriale prevede 30 milioni di incassi dalle commissioni nei sei mesi dell’esposizione.
Il pianeta, si nutre, eccome. E senza neppure badare troppo al «sano» o «non sano». Per dire: le patatine fritte del Belgio, che chissà cosa hanno ma non sono le solite patatine fritte e che sono diventate tappa obbligata della visita dei giovani, hanno fruttato, insieme a poche bevande, quasi 473 mila euro nei primi quaranta giorni dell’evento. E le tapas spagnole? Il ristorante iberico, che è stato anche criticato per i prezzi sicuramente non abbordabilissimi, è sul podio dei locali che hanno incassato di più: 970 mila euro. Il documento che sta circolando in Expo sui fatturati di tutti i punti di ristoro dai ristoranti ai food track, dai bar ai chioschi, dagli italiani agli stranieri, dà un totale complessivo di oltre 23 milioni di fatturato lordo.
In cima alla classifica c’è Eataly: i venti ristoranti regionali, malgrado si debba fare la coda (doppia: una per il cibo e una per le bevande), malgrado non vantino i prezzi più bassi dell’esposizione, hanno già fatto il botto con un incasso lordo di 3,8 milioni di euro. Segue, a distanza, la ristorazione a prezzi controllati proposta a Expo attraverso la cooperativa emiliana Cir che gestisce 20 locali: 1,7 milioni di incasso e si può scegliere fra il self service dove con 15-20 euro si mangia un pasto completo e molto abbondante, o i locali Let’s Toast con panini vari e molto imbottiti. Dopo la Spagna si passa al dolce di Eurochocolate, cioccolatini e golosità varie proposte nel cluster del cacao.