Il sorprendente padiglione del Marocco
Da fuori non sembra un granché, ma dentro è tutta un'altra storia
Dall’esterno il padiglione del Marocco – che si trova in fondo al Decumano, dopo il Cluster dei Cereali e Tuberi e prima dello stand della Birra Moretti – non sembra niente di che: anzi è probabilmente tra quelli più brutti di Expo. Dentro, invece, è uno dei migliori, sia per come è stato organizzato, sia per la cura nei dettagli: si ha davvero la sensazione di essere trasportati in un altro paese per la durata del percorso.
Ogni sala descrive una delle tre zone principali del Marocco: il Nord Mediterraneo del paese, il Centro e il Grande Sud, ognuno con le sue particolarità e il suo clima. Le temperature delle stanze cambiano a seconda del clima che c’è nelle tre zone del paese e lo stesso vale per gli odori, diffusi nelle sale per creare un’esperienza il più realistica possibile.
Nella prima sala, dipinta completamente di blu, viene proiettato un filmato con panorami e paesaggi tipici del mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico, che bagnano le coste del paese: la temperatura è molto fresca, parecchi gradi più bassa rispetto all’esterno. Si entra poi nella sala dedicata al Nord Mediterraneo, dove sono esposte piante che fanno parte del paesaggio locale. Le sale successive sono dedicate al Centro, che è il bacino idraulico del paese ed è ricco di foreste e laghi: c’è una cascata riprodotta su un muro di schermi multimediali, ci sono fotografie dei frutti tipici della zona – come i fichi e l’uva – e si sente il profumo degli ulivi (il Marocco è il quinto produttore mondiale di olio d’oliva e il secondo esportatore di olive da tavola).
C’è poi un’installazione con fiori appesi al soffitto, che si riflettono nel pavimento coperto da uno specchio, creando una bellissima illusione di profondità. Si passa poi in altre due sale: una è dedicata all’Atlante, la grande catena montuosa che attraversa il paese e che raggiunge i 4160 metri d’altezza, mentre l’altra è ispirata all’Oceano Atlantico, è illuminata di blu, con pezzi di acciaio modellati per sembrare delle grandi alghe. Si entra poi nell’ultima zona del padiglione, quella dedicata al Grande Sud: appena si entra si sente il cambio di temperatura, che diventa caldissima e umida, come nei deserti del Marocco. Ci sono finte dune di sabbia e palme ed è tutto illuminato da una luce gialla. I visitatori possono annusare dei contenitori che raccolgono fiori tipici del paese, che profumano tutta la sala. All’uscita si passa dietro il padiglione, dove è stato creato un giardino di piante tipiche e dove si possono assaggiare dolci tipici marocchini.