L’ISIS sta minando Palmira
Non è chiaro se per distruggere l'importante sito archeologico siriano o per dissuadere il regime di Bashar al Assad da un possibile contrattacco
L’ISIS (o Stato Islamico) ha iniziato a piazzare bombe e trappole esplosive nell’antica città di Palmira, un sito archeologico nella parte centrale della Siria. Non è ancora chiaro se il gruppo intende demolire il sito archeologico, oppure se si tratta di operazioni difensive per scoraggiare un contrattacco del regime siriano. La notizia è stata inizialmente diffusa dall’Osservatorio siriano per i diritti umani – un’organizzazione non governativa pro-ribelli con base a Londra – ed è stata successivamente confermata, almeno in parte, dal sovrintendente ai beni archeologici del governo siriano che è stato intervistato dall’agenzia di stampa Reuters.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, negli ultimi giorni l’ISIS ha anche inviato rinforzi in città, probabilmente in previsione di un attacco da parte delle forze del governo. L’ISIS ha conquistato Palmira, uno dei siti archeologici più importanti di tutto il Medio Oriente, lo scorso maggio. Insieme alle rovine, i miliziani hanno occupato anche la vicina città di Tadmur, un aeroporto e una prigione usata dal regime. La città si trova in un punto strategico sulla strada che dalla capitale Damasco, ancora nelle mani del governo siriano, conduce a Deir al-Zour, un’area contesa dove sono tuttora in corso violenti combattimenti.
Negli ultimi giorni il governo siriano ha intensificato gli attacchi aerei contro Tadmur e tra giovedì ed oggi almeno 11 persone sono state uccise nei bombardamenti. Questa settimana l’ISIS ha già subito una dura sconfitta nel nord del paese quando le milizie curde dell’YPG con l’aiuto dell’Esercito Libero Siriano (una formazione di ribelli siriani moderati) sono riuscite a conquistare Tal Abyad, un importante varco di confine che dalla Turchia conduce direttamente a Raqqa, la città siriana considerata la capitale dello Stato Islamico.