Perché gli anziani odorano di vecchio?
Innanzitutto: sì, è dimostrato che odorino di vecchio, non è una vostra sensazione; le ragioni invece non sono ancora chiarissime
Per molti il ricordo delle case dei nonni è associato a un odore dolciastro e stantio, cui di solito si fa prosaicamente riferimento chiamandolo “odore di vecchio”. Anche se non si tratta del modo più generoso per definirlo, in effetti alcune ricerche scientifiche hanno confermato che le persone anziane hanno un loro odore distintivo, diverso da quello che hanno i più giovani. Gli studi in tema non sono moltissimi, ma negli ultimi 15 anni diversi ricercatori si sono comunque occupati dell’argomento, per capire che cosa determini l’odore di vecchio e, soprattutto, se possa essere usato come indicatore per comprendere meglio i processi che portano all’invecchiamento.
Come aveva spiegato un paio di anni fa Matt Soniak sulla rivista Mental Floss, l’odore delle persone anziane deriva da alcune particolari molecole prodotte dalle ghiandole sotto la pelle e che, una volta entrate a contatto con l’aria attraverso la sudorazione, emettono particolari profumi nell’aria. Il principale indiziato dell’odore di vecchio è un composto chimico che si chiama 2-nonenale, che si forma in seguito all’ossidazione di altre molecole nel corso del tempo e che causa un odore poco piacevole, simile a quello del grasso animale.
La ricerca di riferimento sull’odore dei vecchi risale a circa 15 anni fa e fu realizzata in Giappone presso uno dei centri di ricerca e sviluppo dell’azienda di cosmetici Shiseido. I ricercatori scoprirono che la quantità di 2-nonenale tende ad aumentare con l’invecchiamento. Per arrivare a questa conclusione eseguirono diversi test su 22 volontari, di età compresa tra i 26 e i 75 anni. Chiesero a ognuno di indossare per alcune notti magliette fatte apposta per raccogliere le molecole e gli odori prodotti dal corpo umano, poi le analizzarono in laboratorio. Sulle magliette delle persone con più di 40 anni furono rilevate concentrazioni più alte di 2-nonenale: su quelle dei volontari più anziani la quantità del composto era tre volte tanto rispetto a quella dei partecipanti di mezza età alla ricerca.
Durante l’analisi furono anche studiati altri composti chimici prodotti con la sudorazione e raccolti dalle magliette, ma per nessuno fu registrato un aumento con l’età paragonabile a quello riscontrato con il 2-nonenale. I ricercatori non furono però in grado di dare una spiegazione certa sul considerevole aumento del composto responsabile dell’odore di vecchio. Durante i test fu comunque notata una maggiore presenza dell’acido grasso omega-7 ed è quindi probabile che il 2-nonenale si sviluppi in seguito alla traspirazione di questi composti, ma anche in questo caso non è chiaro perché la loro concentrazione sia maggiore tra le persone anziane. È probabile che la causa sia dovuta a un cambiamento del metabolismo che si verifica con l’età, spiegarono all’epoca i ricercatori.
Ma la domanda più interessante probabilmente è: a cosa caspita serve l’odore delle persone anziane? Studi realizzati sugli odori che emettono gli animali hanno dimostrato che molte specie riescono a distinguere gli esemplari più giovani da quelli adulti grazie all’odore, e alcuni animali tendono a preferire gli odori dei più vecchi quando si tratta di riprodursi. Entro certi limiti è una scelta che ha senso: gli esemplari più vecchi, e ancora fertili, hanno probabilmente qualche vantaggio genetico rispetto ad altri loro simili più giovani che non è detto riescano a raggiungere lo stesso invecchiamento. Nel caso degli esseri umani le cose sono però più complicate, in parte per motivi biologici ancora non del tutto chiariti sulle nostre reazioni a particolari odori, in parte perché entrano in gioco diverse altre variabili dovute soprattutto ad abitudini e convenzioni sociali (come per esempio la tendenza a cercare partner più giovani, fisicamente attraenti e con altre qualità di solito associate alla giovinezza).
Nella maggior parte dei casi, comunque, l’odore delle persone anziane non è percepito negativamente dalle persone. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE nel 2012 ha spiegato che l’odore delle persone anziane viene valutato come meno spiacevole e intenso rispetto a quello delle persone giovani. Questa conclusione fu raggiunta sulla base di alcuni esperimenti dove ai volontari era stato chiesto di odorare alcuni campioni, senza sapere se appartenessero a giovani o ad anziani. Sulla percezione positiva o negativa dell’odore di vecchio incidono comunque il contesto e altre convenzioni sociali.