La lettera di una preside di Roma contro la “teoria gender” e la risposta del governo
Sta circolando molto online ma dice cose false: il ministero dell'Istruzione manderà gli ispettori
Circola parecchio su Internet una lettera scritta dalla preside di un istituto scolastico romano ai genitori degli alunni, all’interno della quale si racconta dell’approvazione di un presunto “emendamento gender” alla riforma della scuola e si invitano i genitori a visitare il sito di una manifestazione organizzata per sabato 20 giugno a Roma.
In realtà non risulta sia stato approvato alcun “emendamento gender”, e peraltro la stessa “teoria gender” o “teoria del gender” concretamente non esiste. L’espressione è stata costruita da movimenti spesso conservatori e di ispirazione religiosa per unire sotto un unico ombrello studi, ricerche e rivendicazioni di diritti da parte della comunità LGBTI, spesso travisandoli. Gli studi sul genere – i cosiddetti “gender studies” – hanno a che fare con lo studio di come nel tempo, nella storia e nella cultura siano state costruite le identità femminili e maschili. Mostrano come le norme che reggono l’ordine sessuale sono state storicamente create e sono ben lontani dal negare le differenze corporee o sostenere che ciascuno possa scegliere o inventare la propria identità e il proprio orientamento sessuale.
Davide Faraone, sottosegretario all’Istruzione, ha deciso di avviare un’ispezione nell’istituto diretto dalla preside autrice della lettera e ha commentato così la faccenda su Facebook:
«La lettera mandata da una dirigente scolastica ai genitori degli studenti del suo istituto sull’introduzione della teoria del gender nelle scuole con il ddl #labuonascuola è inaccettabile. Inaccettabile e, oltretutto, piena di inesattezze. Come Miur stiamo mandando degli ispettori perché questo atteggiamento non ci appartiene, è fuori dalla nostra cultura.
Nella lettera si parla di un emendamento “gender” del ddl #labuonascuola, votato a maggioranza alla Camera. La dirigente scolastica non deve essersi informata a dovere: non c’è alcun emendamento su nessuna teoria del gender. Il ddl in esame al Senato in questi giorni parla di educazione alla parità tra i sessi, prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Non vedo come questo potrebbe danneggiare gli studenti, i docenti e le famiglie italiane. Sono cose che le scuola dovrebbe insegnare a prescindere, per sua natura, se vuole educare cittadini consapevoli.
“Senza voler esprimere alcun giudizio”: la preside conclude così la lettera. Le informazioni parziali del testo, però, sembrerebbero tradire le sue “buone intenzioni”. Abbiamo chiesto alla dirigente di ritirare la lettera e andremo a verificare direttamente. Basta alle strumentalizzazioni, alle lotte ideologiche. La scuola deve essere un luogo laico e libero, in cui i ragazzi possano autodeterminarsi senza costrizioni».