Papa Francesco e la data della Pasqua
Il Papa ha proposto di festeggiarla nello stesso giorno dei cristiani ortodossi: è una discussione che va avanti da decenni
Venerdì 12 giugno, durante un incontro del ritiro mondiale dei sacerdoti tenuto a Roma, Papa Francesco ha proposto che la Chiesa cristiana cattolica e quella ortodossa calcolino la Pasqua nello stesso modo, festeggiandola così lo stesso giorno (cosa che avviene solo di rado). Il Papa ha aggiunto che la Chiesa cattolica è disposta a rinunciare al proprio metodo di calcolo della Pasqua, che prevede che si festeggi la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera. Anche la Chiesa ortodossa festeggia la Pasqua la domenica successiva alla prima luna nuova piena, ma seguendo un calendario diverso. Quest’anno, per esempio, la Pasqua cattolica si è festeggiata il 5 aprile, mentre quella ortodossa il 12 aprile. La prossima volta in cui la Pasqua sarà festeggiata da cattolici e ortodossi nello stesso giorno avverrà il 16 aprile 2017.
Della questione se ne parla da decenni – se non da secoli – perché nonostante i metodi simili capita quasi sempre che gli ortodossi festeggino la Pasqua in un giorno diverso dai cattolici: gli ortodossi calcolano infatti la Pasqua basandosi sul calendario giuliano, in uso fino al 1582 anche all’interno della Chiesa cattolica, al posto che su quello gregoriano in uso in tutto l’Occidente. Per spiegare la bizzarra attuale situazione – cattolici e ortodossi leggono praticamente gli stessi testi, e hanno credenze molto simili: quella della Pasqua è solo una questione di ricorrenze – il Papa ha anche raccontato una specie di barzelletta, in cui ha immaginato che un fedele chieda a un altro: «quando resuscita il tuo Cristo? Il mio oggi, il tuo la settimana prossima?».
Fino al 1582 la Chiesa cattolica ha utilizzato il calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C e calcolato in maniera successivamente considerata approssimativa (in pratica, assegnava a ciascun anno 11 minuti in più rispetto alla sua reale durata). Per risolvere il problema delle diverse imprecisioni del calendario giuliano, Papa Gregorio XIII introdusse un nuovo calendario basato sul ciclo del sole, ideato da una commissione di matematici sulla base degli studi di Niccolò Copernico. Il calendario gregoriano fu pian piano accettato da tutte le nazioni occidentali, comprese quelle protestanti. La chiesa ortodossa, invece, ha proseguito a usare il calendario giuliano, così come gli stati dove i cristiani ortodossi, per esempio, erano la maggioranza: la Russia adottò il calendario gregoriano solamente nel 1918, dopo la cosiddetta “rivoluzione d’ottobre” (che infatti, secondo il calendario gregoriano, era avvenuta in novembre).
La stessa data della Pasqua – che celebra la resurrezione di Gesù Cristo – non è mai stata ricordata con certezza. Nei primi secoli molte comunità cristiane festeggiavano la Pasqua – cioè la resurrezione di Gesù – negli stessi giorni in cui veniva celebrata la Pesach, la cosiddetta “Pasqua ebraica”, il giorno in cui gli ebrei celebrano la liberazione dall’Egitto e che si festeggia durante il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera (fra il 15 e il 22 del mese di Nisan, il mese ebraico a cavallo fra marzo e aprile). Nel Vangelo di Giovanni c’è però scritto che la morte di Gesù avvenne il 14 di Nisan.
Per rimediare alla sovrapposizione e porre l’accento sulla resurrezione anziché sulla morte di Gesù, nel 325 d.C. si decise nel Concilio di Nicea (la prima assemblea al mondo delle varie comunità cristiane) di festeggiare la Pasqua nella domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera: in questo modo si sarebbe festeggiata in una data variabile ogni anno – compresa comunque fra il 22 marzo e il 25 aprile – in un periodo vicino ma in un giorno diverso dalla Pasqua ebraica.