La richiesta di arresto per Antonio Azzollini

Il senatore di Ncd e presidente della Commissione Bilancio è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta: il Pd voterà per autorizzare l'arresto

Antonio Azzollini (Mauro Scrobogna /LaPresse)
Antonio Azzollini (Mauro Scrobogna /LaPresse)

La Procura di Trani ha notificato un mandato di arresto per Antonio Azzollini, senatore del Nuovo Centrodestra e presidente della Commissione Bilancio: Azzollini è accusato di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e altri reati relativi alle case di cura Divina Provvidenza, una Onlus che si occupa della cura e dell’assistenza delle persone con problemi psichiatrici. Per la stessa vicenda sono arrestate altre persone, comprese due suore. Azzollini è protetto dall’immunità parlamentare e per procedere è necessario il voto dell’aula del Parlamento a cui Azzollini appartiene, cioè del Senato. Lo scorso dicembre sempre la procura di Trani aveva fatto richiesta di utilizzare delle intercettazioni telefoniche che coinvolgevano Azzollini in un’inchiesta sul porto di Molfetta: in quell’occasione il Senato negò l’autorizzazione anche con i voti del Partito Democratico. Il presidente del Pd Matteo Orfini ha detto giovedì che il suo partito voterà a favore dell’arresto di Azzollini.

L’inchiesta
Le indagini della Procura di Trani e della Guardia di finanza di Bari sono iniziate tre anni fa, nel 2012, a fronte di debiti per 500 milioni di euro oltre 350 dei quali nei confronti dello Stato. L’ente al centro dell’indagine è la “Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza – Onlus – Opera don Uva”, un ente ecclesiastico fondato da don Pasquale Uva nel 1922 per occuparsi della cura e dell’assistenza delle persone con problemi psichiatrici, grazie anche a una convenzione con il Servizio Sanitario di Puglia e Basilicata. La Congregazione gestiva diverse case di cura e strutture a Bisceglie, Foggia e Potenza, e dal dicembre del 2013 si trovava in amministrazione straordinaria. Due mesi prima le autorità ecclesiastiche avevano commissariato la congregazione che gestiva gli ospedali e avevano nominato alla loro guida monsignor Luigi Martella, vescovo di Molfetta.

La conclusione dell’inchiesta ha portato alla scoperta di una serie di conti correnti e di un immobile a Guidonia che secondo l’accusa sarebbero stati fittiziamente intestati ad altri enti ecclesiastici paralleli gestiti dalle suore della Congregazione, nel tentativo di sottrarsi ai creditori e quindi anche allo Stato. Tra il 2011 e il 2013 ci sarebbero poi state assunzioni fatte «secondo logiche clientelari». È stato anche scoperto un conto corrente con la causale “Postulatore beatificazione Don Uva” alimentato con donazioni dei fedeli e con il pagamento delle copie delle cartelle cliniche di pazienti delle Case di cura, ma che serviva a scopi diversi: per la pratica di beatificazione di don Pasquale Uva esisteva già un postulatore ufficiale nominato dal Vaticano con un proprio conto presso lo IOR (che, hanno fatto sapere i magistrati, ha collaborato attivamente con la giustizia italiana).

Le indagini si sono concluse ieri, mercoledì 10 giugno, con dieci ordinanze di custodia cautelare e il sequestro dell’immobile a Guidonia. Nove di queste misure sono state eseguite, la decima è nei confronti di Azzollini che, secondo quanto scrive il Messaggero citando le carte dell’inchiesta, sarebbe diventato dal 2009 «capo indiscusso e indiscutibile dell’associazione a delinquere». Azzollini, secondo l’accusa, avrebbe fatto assumere all’interno della Congregazione tre «luogotenenti» che avrebbero a loro volta «amministrato l’Ente secondo i dettami del politico, controllato quotidianamente gli affari, pilotato assunzioni e rapporti negoziali, con tanto di trasmissione in anteprima al politico dei principali provvedimenti attinenti la gestione (bilancio, piano di concordato, progetti di esubero del personale, ecc.)». Per l’accusa Azzollini avrebbe inoltre «assicurato alla Congregazione la proroga legislativa della sospensione degli obblighi fiscali e contributivi per ritardare l’emersione dello stato di dissesto e conseguentemente per neutralizzare la richiesta di fallimento dell’Ente». Azzolini è accusato di associazione a delinquere, concorso in bancarotta fraudolenta e corruzione per induzione.

Tra le persone arrestate – alcune sono ai domiciliari, altre in carcere – ci sono due suore, un ex direttore generale, amministratori, vari consulenti e dipendenti dell’Ente. Gli indagati sono in totale 25.

Il PD ha un problema?
Il Nuovo Centrodestra è un alleato di governo del Partito democratico. Sembra improbabile che Azzollini si autosospenda e i dirigenti di Ncd hanno già dimostrato il loro sostegno al senatore decidendo di voler difendere la sua posizione di presidente della commissione Bilancio al Senato. In questi giorni proprio quella commissione dovrebbe esprimere il parere sulla cosiddetta “Buona scuola”, una riforma centrale per il governo Renzi, e il parere è in questo caso necessario per proseguire con l’iter in commissione Cultura. Va inoltre ricordato che al Senato il governo ha sì la maggioranza, ma piuttosto limitata e che già ieri è stato battuto due volte durante l’esame degli emendamenti al disegno di legge sul cosiddetto “omicidio stradale”. Giovedì Orfini ha confermato una voce che circolava da qualche ora, cioè che il Pd voterà per autorizzare l’arresto di Azzollini.