La riunione del gruppo Bilderberg
La conferenza al centro di mille teorie del complotto inizia oggi in Austria: ci saranno importanti politici, imprenditori e giornalisti, anche italiani
Giovedì 11 giugno comincerà a Telfs-Buchen, nell’Austria occidentale, la conferenza annuale del “gruppo Bilderberg”, a cui parteciperanno molte persone importanti sia europee che nordamericane. La conferenza durerà fino al 14 giugno e i temi in discussione saranno – come di consueto – molto diversi: si parlerà di intelligenza artificiale, di globalizzazione, di questioni economiche mondiali e di situazioni problematiche della politica internazionale (relative tra le altre cose alla Russia, all’Iran e al terrorismo). Negli anni il gruppo Bilderberg è stato definito spesso come il consesso dei “potenti del mondo” e attorno alle sue riunioni – anche per via della riservatezza che le circonda – si sono sviluppate diverse teorie cospirazioniste.
Alla conferenza di quest’anno del gruppo Bilderberg parteciperanno circa 140 persone provenienti da 22 paesi. Ci saranno esponenti della politica, dell’industria, ricercatori, docenti universitari e giornalisti. Per avere un’idea: parteciperanno Ahrenkiel Thomas, il direttore dei servizi segreti della Danimarca; Anne Applebaum, nota giornalista e direttrice del Transitions Forum; José Barroso, già presidente della Commissione Europea; Henry Kissinger, ex segretario di stato americano e ora direttore della Kissinger Associates; Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair e Pedro Sánchez, capo dei Socialisti spagnoli. Di italiani ci saranno per esempio la giornalista Lilli Gruber, l’ex presidente del Consiglio Mario Monti e il presidente di Fiat Chrysler John Elkann.
La segretezza delle riunioni del Bilderberg è determinata dalla cosiddetta “Chatham House Rule”, citata dallo stesso sito del gruppo: si tratta di una regola che stabilisce la confidenzialità delle fonti di informazioni che sono state scambiate tra diversi soggetti nel corso di riunioni a porte chiuse. La Chatham House Rule è nata nel 1927 all’interno della Chatham House – il cui nome per intero è Royal Institute of International Affairs – un’organizzazione non governativa con sede a Londra. La Chatham House Rule dice che «i partecipanti sono liberi di usare le informazioni ricevute, ma non rivelare l’identità o l’affiliazione né di chi le ha diffuse né degli altri partecipanti» agli incontri. Alla fine delle riunioni del Bilderberg non vengono scritti documenti o resoconti di quello che si è detto: non vengono adottate risoluzioni né diffuse dichiarazioni ufficiali e – stando a quanto dice il sito della conferenza – non si tiene alcuna votazione.
È di fatto un’occasione in cui persone con ruoli di responsabilità si incontrano e si scambiano pareri e informazioni: un po’ come quello che accade a Davos o in altri consessi internazionali. La segretezza che circonda queste riunioni però ha fatto sì che negli anni si sviluppassero molte teorie complottiste, secondo cui il vertice avrebbe in realtà l’obiettivo di creare un “nuovo ordine mondiale”, condizionare la politica, costruire il predominio e il potere della finanza globale (o della massoneria, o degli ebrei, eccetera). Il gruppo Bilderberg si presenta oggi come un forum internazionale la cui unica attività sono le conferenze. Gli organismi dell’autogoverno del Bilderberg sono il presidente e lo Steering Committee, il comitato direttivo. Il presidente – che dal 2010 è Henri Conte de Castries, proveniente da una antica famiglia della nobiltà francese – è eletto dallo Steering Committee, mentre quest’ultimo è eletto non si capisce bene da chi per quattro anni (nello Steering Committee ci sono due italiani: Franco Bernabé, direttore di FB Group SRL, e Mario Monti).
L’area dove si terrà da giovedì la riunione del Bilderberg è sorvegliata dalla polizia austriaca, che controlla tutte le macchine che entrano ed escono dall’area. Già durante le riunioni precedenti del gruppo le polizie nazionali dello stato ospitante avevano arrestato alcune persone, tra cui giornalisti che avevano cercato di raccogliere informazioni riservate riguardo la conferenza.