Migranti
Fotografie di viaggi complicati e disperati di persone – mai così tante come negli ultimi anni – che lasciano i loro paesi
L’immigrazione è uno dei temi di cui si discute di più e più assiduamente: ne parlano i capi di stato e governo nelle sedi istituzionali, per risolvere situazioni di emergenza e approvare nuovi leggi che la regolamentino; ne parlano politici e candidati durante le campagne elettorali; editorialisti e studiosi per esporre pareri e nuove tesi, e giornali e tv per dare notizia dei nuovi barconi in arrivo, con toni preoccupati, allarmisti o tragici nel riportare gli incidenti che spesso li accompagnano. Al di là della propaganda, di immigrazione si parla così spesso anche perché è sempre più frequente. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del gennaio 2014, in tutto il mondo i rifugiati e i richiedenti asilo erano più di 50 milioni: non erano mai stati così tanti dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Le persone scappano dalla guerra, dall’instabilità politica, dai disastri naturali, dalla povertà o dalle discriminazioni. Il fenomeno è cresciuto negli ultimi anni a causa delle recenti crisi internazionali: ci sono africani e medio-orientali che cercano una vita migliore in Europa; i musulmani Rohingya che scappano dal Myanmar dove sono da sempre discriminati per la loro etnia e religione; messicani e centro-americani che attraversano illegalmente il confine con il Texas per arrivare negli Stati Uniti; e poi ci sono migliaia di persone che fuggono dalla guerra civile siriana, dall’avanzata dello Stato Islamico (ISIS) in Siria e Iraq, dall’instabilità politica del Burundi, dalla guerra civile in Yemen, dalle violenze degli islamisti di Boko Haram in Nigeria. Queste foto mostrano i viaggi difficili di queste persone: su barconi, su pick-up, a piedi, soccorsi dalla guardia costiera, ricercati dalla polizia, schedati, e a volte rimandati a casa.