Michel Platini è l’uomo giusto per la FIFA?
Il più importante giornale francese sostiene di no e spiega perché in questi anni il capo della UEFA non è stato esattamente "un modello di virtù"
Nel pomeriggio del 2 giugno Sepp Blatter ha detto di volersi dimettere da presidente della FIFA – l’associazione internazionale che regola il gioco del calcio – e che annuncerà “al più presto” la data di un congresso straordinario in cui sarà eletto il suo successore. Blatter si dimetterà per le conseguenze dell’indagine statunitense che ha portato all’arresto di alcuni importanti dirigenti della FIFA. Il 29 maggio Blatter era stato rieletto presidente della FIFA per la quinta volta consecutiva nonostante la forte opposizione dell’UEFA, l’unione delle federazioni calcistiche europee che fa a sua volta parte della FIFA. Il presidente dell’UEFA è dal 2007 Michel Platini, grande ex calciatore francese che negli anni ha alternato periodi di forte rivalità con Blatter con altri di relativa alleanza e vicinanza. Da quando Blatter si è dimesso, il nome di Platini è quello che circola di più per la sua successione.
Platini non si è mai candidato ufficialmente per la presidenza della FIFA ma da molto tempo è visto come un potenziale successore – e prima sfidante – di Blatter. Chi sostiene Platini – molti dirigenti sportivi e politici francesi e molti ex calciatori, soprattutto, ma anche il capo del calcio italiano Carlo Tavecchio – crede che sarebbe capace di ripulire l’immagine della FIFA e riorganizzarne i meccanismi. Il quotidiano francese Le Monde ha però pubblicato un articolo in cui si chiede: «L’UEFA di Platini è un modello di virtù?». La risposta di Le Monde è “no”, o perlomeno, “non sembra”: perché anche l’UEFA è al centro di molti dubbi e perché Michel Platini, prima del 28 maggio, è stato molto vicino a Blatter.
Le Monde guarda per prima cosa all’Europeo di calcio del 2016, che sarà giocato in Francia. Per promuovere l’evento e commercializzarne i diritti televisivi e di marketing è stata creata una società, Euro 2016 SAS, controllata al 95 per cento dall’UEFA e a capo della quale c’è Jacques Lambert, che Le Monde descrive come molto “vicino” a Platini. L’articolo parla di un importante “regalo fiscale”, descrivendo i particolari regimi d’imposta agevolati che il governo francese ha concesso a Euro 2016 SAS. Il ministro francese dello Sport, Patrick Kanner, ha però spiegato che se questo non fosse stato fatto “la Francia non avrebbe mai potuto ospitare la competizione”. Scrive però Le Monde che anche nel caso dei tre precedenti Europei organizzati – nel 2004, nel 2008 e nel 2012 – sono state fatte scelte simili dalle nazioni ospitanti.
L’articolo di Le Monde ricorda anche che, per volere dell’allora presidente francese François Mitterrand, Platini fu nominato co-presidente (insieme a Fernand Sastre) del comitato organizzatore dei Mondiali francesi del 1998. Terminati i Mondiali francesi Platini divenne consigliere speciale di Blatter, che proprio nel giugno 1998 divenne presidente FIFA per la prima volta: «Platini si è formato al fianco di Blatter, quell’animale politico che si credeva fosse invincibile», scrive Le Monde. Platini – che poi è stato rieletto due volte “per acclamazione” – fu eletto presidente, dice l’articolo, anche per volontà di Blatter: «Platini, in quanto a pragmatismo politico, non ha molto da invidiare al suo vecchio mentore Sepp Blatter».
Dal 2002 Platini è diventato membro del comitato esecutivo della FIFA ed è uno dei 28 dirigenti che, in occasione dei Mondiali in Brasile del 2014, hanno ricevuto dalla federazione brasiliana un orologio di lusso dal valore di circa 20mila euro. «Io i regali non li restituisco», aveva commentato Platini, «chiederò il valore esatto dell’orologio e donerò il corrispettivo a una associazione benefica».
Le Monde ipotizza poi che Platini possa avere qualcosa a che fare anche con la recente inchiesta statunitense che ha portato alle dimissioni di Blatter. I documenti ufficiali del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti parlano infatti di presunte tangenti che Jack Warner – ex presidente di FIFA ed ex presidente di CONCACAF (il corrispettivo dell’UEFA nell’America caraibica, centrale e del nord) – avrebbe chiesto prima delle votazioni che assegnarono i Mondiali del 1998. Anche se Platini non è direttamente menzionato, Le Monde ricorda che Platini era co-presidente del comitato organizzatore di quei Mondiali e che ci fu un incontro tra Warner e Sastre, co-presidente insieme a Platini. Nel suo articolo Le Monde pone dei dubbi anche sul perché Platini abbia – per sua ammissione – votato per l’assegnazione dei Mondiali del 2022 al Qatar, di cui lui fu uno dei più forti sostenitori. Questi dubbi sono collegati al fatto che Laurent Platini – figlio di Michel – fa parte dal 2012 della direzione legale di QSI, il fondo d’investimento del Qatar che dal 2011 controlla il Paris Saint-Germain, la più importante, forte e ricca squadra francese.