Le novità nelle inchieste sulla FIFA
C'è soprattutto l'ipotesi di un possibile coinvolgimento di Jérôme Valcke, segretario generale dell'organizzazione e molto vicino a Blatter
Il New York Times racconta alcune novità intorno alla grande inchiesta sulla FIFA – la federazione internazionale che regola e governa il calcio mondiale – che la settimana scorsa ha portato all’arresto di alcuni suoi importanti dirigenti. E «queste rivelazioni» dice il giornale «pongono il ciclo di tangenti più vicino al presidente Sepp Blatter». Blatter, appena rieletto, non è indagato e il suo nome non è direttamente legato alle inchieste ancora in corso e relative a un presunto giro decennale di tangenti e corruzione per nomine, competizioni, marketing e sponsor della FIFA e di altre confederazioni calcistiche.
Il possibile coinvolgimento del segretario generale della FIFA Jérôme Valcke
Citando alcuni funzionari statunitensi che hanno chiesto di restare anonimi e “persone informate sul caso”, il New York Times sostiene che le autorità federali ritengono che il segretario generale della FIFA, il francese Jérôme Valcke, sia «l’alto funzionario non identificato» di cui si era parlato nei giorni scorsi che avrebbe trasferito 10 milioni di dollari da alcuni conti correnti della FIFA a quelli di Jack Warner, ex vicepresidente arrestato, poi rilasciato su cauzione e accusato di aver incassato tangenti per aver favorito l’assegnazione al Sudafrica dei Mondiali del 2010. La questione dei 10 milioni versati a Warner – che a quel tempo era presidente del CONCACAF – il corrispettivo dell’UEFA nel nord e centro America – è uno dei punti principali dell’inchiesta: il pagamento è stato effettuato con tre diversi bonifici bancari tra gennaio e marzo 2008. Nell’atto di accusa compare al punto 192 e ha suscitato molte domande su quali alti dirigenti della FIFA ne fossero responsabili.
Jérôme Valcke è il dirigente più importante della FIFA dopo Blatter. Attualmente, come Blatter, non è formalmente indagato e il New York Times precisa che nell’atto di accusa Valcke non compare come a diretta conoscenza del fatto che quel trasferimento potesse rappresentare una tangente. Danny Jordaan, responsabile della candidatura del Sudafrica ai Mondiali del 2010, ha precisato che il denaro era un pagamento legittimo per un fondo di sviluppo del calcio nei Caraibi e la stessa cosa è stata confermata da un comunicato della FIFA. In un’intervista con un giornale del Sudafrica, Danny Jordaan ha anche detto che la tempistica del pagamento dimostrerebbe che non potesse essere una tangente: «Come avremmo potuto pagare una tangente quattro anni dopo aver vinto la gara?». Secondo l’accusa, tuttavia, il presunto giro di tangenti e corruzione andava avanti da diversi anni. Nel 2004, al momento dell’assegnazione dei Mondiali del 2010, il governo del Sudafrica avrebbe accettato di pagare Jack Warner e altre persone 10 milioni dollari in cambio dei loro voti. Nei mesi e negli anni successivi all’assegnazione, avvenuta anche grazie al voto di Warner, il Sudafrica non sarebbe stato in grado di versare quanto promesso e piuttosto che accettare un pagamento direttamente dal Sudafrica, sempre secondo l’atto di accusa, avrebbe pagato la FIFA stessa nel 2008.
Valcke stesso ha precisato di non aver autorizzato alcun pagamento, la FIFA ha fatto sapere che «né il segretario generale Valcke, né alcun altro membro della direzione della FIFA sono stati coinvolti» e un portavoce dell’organizzazione ha a sua volta spiegato che la responsabilità della transazione è del presidente della commissione finanze della FIFA (Julio Grondona, in questo caso, morto l’anno scorso) e che comunque il pagamento è stato «eseguito in conformità al regolamento». Tale regolamento, conclude però il New York Times, dice anche che il segretario generale (cioè Valcke) è responsabile dei conti dell’organizzazione e che ha l’autorità per effettuare transazioni. Il possibile coinvolgimento di Valcke verrà chiarito dai magistrati, ma per ora potrebbe far aumentare i dubbi sulla possibilità che Sepp Blatter non sapesse quello che stava accadendo. Intanto la FIFA ha comunicato che Valcke non parteciperà all’incontro di apertura dei Mondiali di calcio femminile sabato prossimo in Canada, proprio a causa della situazione e perché «è importante che si occupi di queste questioni presso la sede della FIFA a Zurigo».
Le altre inchieste
Le inchieste che inizialmente hanno riguardato la FIFA erano due: una svizzera e una statunitense. L’inchiesta svizzera non ha portato a nessun arresto: è stata però perquisita la sede della FIFA a Zurigo e si parla di sospette irregolarità nelle votazioni che hanno assegnato i Mondiali di calcio del 2018 alla Russia e quelli del 2022 al Qatar. L’inchiesta statunitense riguarda invece numerosi presunti casi di corruzione relativamente ai rapporti tra FIFA, CONCACAF e CONMEBOL (la confederazione calcistica dell’America del Sud). Il procuratore generale degli Stati Uniti Loretta E. Lynch ha detto che si potrebbe trattare di un caso di corruzione «dilagante, sistemica e profondamente radicata sia negli Stati Uniti che all’estero», avvenuta per due generazioni, dai primi anni Novanta fino a oggi, «più e più volte, anno dopo anno, competizione dopo competizione».
Le due inchieste sono ancora in corso, ma nel frattempo ne sono state aperte altre in vari paesi. Il ministro della Giustizia brasiliano José Eduardo Cardozo ha annunciato che è stata aperta un’inchiesta in Brasile – uno dei paesi dove il calcio è più diffuso al mondo – nei confronti di José Maria Marin, capo della federazione calcistica brasiliana dal 2012 all’aprile del 2015 e arrestato mercoledì a Zurigo. Marin ha 83 anni e è stato governatore dello stato di San Paolo. In settimana il Senato brasiliano ha anche votato per avviare delle indagini sulla federazione calcistica brasiliana e sui Mondiali del 2014.
Dopo il Brasile, anche le autorità del Costa Rica hanno aperto un’inchiesta contro Eduardo Li, coinvolto nella procedura statunitense e presidente della federazione calcio del paese. In Argentina un giudice ha emesso dei mandati d’arresto nei confronti di tre uomini d’affari ricercati dalle autorità statunitensi e legati alla corruzione della FIFA. Negli ultimi giorni, infine, ci sono anche diverse sospensioni cautelative da parte della FIFA: due dirigenti della federazione congolese e Enrique Sanz, segretario generale della CONCAF, corrispettivo dell’UEFA nel nord e centro America, il cui presidente era stato arrestato la settimana scorsa in Svizzera.