A cosa serve il buco nei finestrini degli aerei?
A gestire meglio la differenza di pressione tra l'esterno e l'interno dell'aereo soprattutto, ma anche a farci vedere in basso
di Mark Vanhoenacker – Slate
Mark Vanhoenacker è uno scrittore e pilota di linea: il suo ultimo libro “Skyfaring: A Journey With a Pilot” sarà pubblicato a giugno negli Stati Uniti.
I miei amici ridono di me quando chiedo di avere il posto vicino al finestrino, sull’aereo. Sei un pilota di linea, mi dicono. Ti becchi sempre il posto vicino al finestrino. È vero, ma quando sono in cabina sto lavorando: sedersi vicino al finestrino è come mettersi fuori da un bar di una strada affollata, solo che al posto delle persone puoi guardare le montagne e gli oceani. Eppure, ogni tanto un piccolo particolare rende la vista meno piacevole. A volte è l’alone di sudore lasciato sul finestrino dalla fronte del passeggero seduto lì prima di te. Altre volte è un piccolo buco, che sta lì nella parte bassa del finestrino.
Buco? Ma sì, quella specie di forellino che a volte si nota solo quando gli si forma attorno una corona di umidità simile a un fiocco di neve. Ma che roba è? Viene chiamato “foro di respirazione” e svolge un’importante funzione di sicurezza. Il tipico finestrino del passeggero è composto da tre pannelli, realizzati in materiale acrilico. La funzione del pannello più vicino al passeggero – spesso chiamato “quello graffiato”, ma a me piace chiamarlo “quello dell’alone di sudore” – è solo quella di proteggere il pannello di mezzo. I due pannelli più importanti sono quello esterno e quello di mezzo: e quello di mezzo contiene il forellino. Per dirla semplice, quando un aereo sale di quota la pressione scende sia dentro alla cabina sia all’esterno: ma in realtà scende a una quantità maggiore all’esterno dell’aereo, perché i sistemi di pressurizzazione della cabina fanno in modo che all’interno resti sotto ad alcuni parametri di sicurezza. Questo significa che durante il volo la pressione all’interno della cabina è molto più alta rispetto a quella presente all’esterno.
I due pannelli più esterni hanno la funzione di gestire la differenza di pressione fra esterno ed interno della cabina. Sia il pannello di mezzo sia quello esterno sono in grado di reggere la differenza fra la pressione esterna e quella interna, ma in circostanze normali questo compito viene svolto solo da quello esterno, proprio grazie alla presenza del forellino nel pannello di mezzo. Come mi ha spiegato Marlowe Moncur, direttore del reparto tecnologico di un grosso produttore di finestrini per aerei, «lo scopo del forellino del pannello di mezzo è quello di “riequilibrare” la pressione fra la cabina e i due pannelli più interni, di modo che la differenza di pressione sia quasi tutta a carico del pannello più esterno, che è più resistente». Nel caso il pannello esterno si rompa, quello in mezzo ne assume le funzioni, senza grossi problemi (il sistema di pressurizzazione della cabina farà il resto).
Bret Jensen, un ingegnere aerospaziale del Boeing Commercial Airplanes, mi ha raccontato di un’altra funzione del forellino: in pratica, rilascia l’umidità dell’aria compresa fra i pannelli e impedisce perlopiù che si formino nuvolette o ghiaccio fuori dal finestrino, permettendo la vista.
C’è anche la questione della corona di ghiaccio che si forma attorno al forellino durante le tratte lunghe. All’altitudine di crociera la temperatura dell’aria esterna raggiunge i -60 gradi: secondo Moncur la corona di ghiaccio è formata «dalla condensazione dell’acqua quando l’aria della cabina va a contatto con la superficie molto fredda del pannello esterno». Ma perché assume proprio quella forma? Moncur dice che il meccanismo che ci sta dietro è interessante: «la formazione a corona dovrebbe essere il risultato della temperatura della superficie, l’umidità dell’aria della cabina e il suo movimento attraverso il forellino».
©Slate 2015
Foto in evidenza dell’utente Flickr Chris Waits