Il carcere più sicuro degli Stati Uniti
È l’ADX Florence in Colorado, ci vanno a finire i detenuti considerati più pericolosi, tra terroristi e spie: tutti in isolamento 23 ore al giorno
L’ADX Florence è un carcere maschile di massima sicurezza degli Stati Uniti: è il carcere americano considerato più sicuro, quello dove vengono detenute le persone ritenute più pericolose in assoluto. Si trova nelle Montagne Rocciose – a Florence, in Colorado – e al momento vi sono detenute 417 persone: tutte in delle celle di isolamento. Dell’ADX Florence (ADX sta per Administrative Maximum Facility) ne ha scritto anche l’Economist in un articolo intitolato “La prigione dei terroristi”. Tra i detenuti dell’ADX Florence ci sono, tra gli altri: Theodore Kaczynski, l’Unabomber americano condannato a otto ergastoli; Eric Rudolph, membro di un gruppo estremista cristiano che nel 1996 fece un attentato alle Olimpiadi di Atlanta; Terry Nichols, uno dei responsabili dell’attentato di Oklahoma City in cui nel 1995 morirono 168 persone.
Tra i 417 detenuti dell’ADX Florence ci sono anche dei terroristi internazionali, molti dei quali sono membri di al Qaida: il più conosciuto è Zakariya Musawi, che ebbe un’importante parte negli attentati dell’11 settembre 2001. Dell’ADX Florence si è parlato molto nelle ultime settimane perché è proprio lì che sarebbe probabilmente stato incarcerato Dzhokar Tsarnaev, l’attentatore della maratona di Boston, se non fosse stato invece condannato a morte il 15 maggio 2015.
L’ADX Florence – conosciuto anche come “l’Alcatraz delle Montagne Rocciose” – è stato aperto nel 1994 e rappresenta – scrive il New York Times – «il punto più alto di un particolare approccio del sistema penale degli Stati Uniti, in base al quale degli astratti sogni di riabilitazione sono stati completamente sostituiti dall’architettura del controllo». Nel più sicuro carcere degli Stati Uniti tutti i detenuti passano 23 ore al giorno da soli in celle di isolamento grandi poco più di sei metri quadrati. Nel 2009 Robert Hood – direttore della prigione dal 2002 al 2005 – ha detto a 60 Minutes – uno dei più famosi programmi televisivi degli Stati Uniti – che quel luogo “non è fatto per l’umanità”, aggiungendo che l’ADX Florence è “come l’inferno, solamente più pulito”. Mahmud Abouhalima, uno dei terroristi che partecipò all’attentato del 1993 al World Trade Center ha descritto la sua vita all’ADX Florence:
Passo i giorni seduto in una stanza in cui non ho più di tre metri per camminare, questo piccolo buco è diventato tutto il mio mondo, la mia sala da pranzo, il luogo in cui leggo, scrivo, dormo, cammino. Il luogo in cui urinare e defecare. Praticamente vivo in un bagno, e questo concetto mi tormenta da dieci anni.
All’ADX Florence le finestre delle celle sono larghe pochi centimetri e sono appositamente studiate per impedire ai prigionieri di capire in quale zona del carcere si trovano. La maggior parte delle celle ha una televisione, ma i programmi e i canali disponibili sono filtrati. I detenuti possono anche richiedere dei libri, ma anche in questo case le letture sono controllate e i libri a disposizione accuratamente selezionati. I pasti sono consegnati ai detenuti attraverso una fessura nella porta: «Sono nutrito come un animale in uno zoo», ha detto Abouhalima. Un ex dipendente dell’ADX Florence ha detto a 60 Minutes che “i rapporti dei detenuti con l’esterno – come per esempio visite o anche solo telefonate – sono praticamente assenti”. Nell’unica ora al giorno in cui i detenuti escono dalle loro celle le opzioni sono due, spiega il New York Times: o passano quell’ora in una piccola “palestra” (una cella senza finestra con un solo attrezzo, una barra per le trazioni) oppure vengono portati nel cortile della prigione, dove però ogni detenuto resta chiuso in una cella individuale.
L’ADX Florence ha ricevuto negli anni numerose accuse ed è attualmente al centro di quella che il New York Times descrive come la più grande causa legale contro lo United States Bureau of Prisons (l’ente che dal 1930 gestisce le carceri degli Stati Uniti). Nel 2008 un detenuto dell’ADX Florence, David Shelby (poi trasferito in un’altra struttura), disse di aver sentito la voce di Dio che gli ordinava di mangiarsi un dito. Shelby si amputò il mignolo sinistro, lo taglio a pezzettini, aggiunse i pezzi del suo dito amputato a una zuppa di ramen e li mangiò. Il New York Times descrive invece cosa fece nel 2001 un altro detenuto, Jake Powers (anche lui non più all’ADX Florence), un rapinatore di banche finito all’ADX dopo essere evaso dalla precedente prigione in cui si trovava:
Powers perse la testa. Si tagliò i lobi delle orecchie, si strappò un dito, si “affettò” il tendine d’Achille, si infilò delle graffette in faccia e in fronte, ingoiò un dentifricio e cercò di tagliarsi l’addome per recuperare il dentifricio; dopo essersi fatto un buco in fronte si iniettò nelle cavità del cervello quello che riteneva essere una “considerevole dose di fluido ad alto contenuto di batteri”. Nel 2005 Powers si aprì invece lo scroto e rimosse un testicolo.
Negli Stati Uniti sono in molti a credere che – nonostante la pericolosità dei detenuti e la gravità dei loro reati – le misure dell’ADX Florence siano eccessive. BusinessInsider spiega per esempio che negli ultimi 15 anni Amnesty International ha potuto visitare la prigione solo due volte, e sempre BusinessInsider mostra le fotografie scattate durante la prima visita nel 2001. Anche Robert Hood, recentemente intervistato dal New York Times, ha detto di pensare che le misure dell’ADX Florence siano eccessive, soprattutto per alcuni dei suoi 417 detenuti. Nel motivare la sua opinione, Hood cita due detenuti del carcere di Florence: Salvatore Gravano (conosciuto come “Sammy il Toro”), mafioso e narcotrafficante, e Robert Hanssen, ex agente dell’FBI condannato per aver fornito materiale secretato prima all’URSS e poi alla Russia.
Non tutti i detenuti dell’ADX devono per forza stare in una prigione di quel tipo. Io ridurrei il numero di persone carcerate all’ADX. Non saprei dire di quanto, ma di sicuro c’è una parte di quei detenuti che non dovrebbero essere tenuti in isolamento 23 ore al giorno. Ai cittadini potrà non fare piacere, ma a me non importerebbe se Sammy il Toro e Robert Hanseen potessero stare nel cortile di una prigione a giocare a ping-pong.
La decisione di costruire l’ADX Florence fu presa, scrive il Guardian, proprio dopo che negli Stati Uniti vennero uccise delle guardie penitenziarie che lavoravano in alcune carceri di massima sicurezza. A far decidere la costruzione dell’ADX Florence furono soprattutto due incidenti avvenuti il 22 ottobre 1983 nel carcere di massima sicurezza di Marion, in Illinois: incidenti in cui due guardie carcerarie furono accoltellate e uccise – lo stesso giorno ma in situazioni diverse – da due detenuti.
Aperto 11 anni dopo le morti del 1983, l’ADX Florence è oggi classificato come “Supermax”, il massimo livello possibile per un penitenziario americano: un tipo di carcere appositamente pensato e costruito per i detenuti più pericolosi, che devono scontare pene a lungo termine e che sono destinati all’isolamento. Il perimetro dell’ADX Florence è circondato da un filo spinato, al suo interno ha un alto numero – non esistono dati ufficiali su quanti esattamente siano – di videocamere di sicurezza e sensori di movimento, e quasi 1.500 porte d’acciaio, tutte controllate a distanza. Nonostante le misure di sicurezza e il quasi totale isolamento anche all’ADX di Florence c’è stato, nel settembre del 2013, il ferimento – comunque non grave – di tre guardie penitenziarie. Dal 1994 a oggi nessun detenuto dell’ADX di Florence è però mai riuscito a evadere.