Blatter è stato rieletto capo della FIFA
Lo sfidante, il principe Ali bin Al-Hussein, si è ritirato dopo una prima votazione in cui aveva preso 73 voti su 209
Aggiornamento: Sepp Blatter è stato rieletto presidente della FIFA, resterà in carica altri quattro anni. Dopo la prima votazione gli servivano 139 voti su 209 per essere eletto (due terzi dei voti). Ne ha ottenuti 134, ma il suo unico sfidante Ali bin Al-Hussein ha scelto di ritirarsi. Se Ali bin Al-Hussein non si fosse ritirato si sarebbe dovuta effettuare una nuova votazione, e questa volta sarebbero bastati, per diventare presidente FIFA, il 50 per cento più uno dei voti. Blatter nel ringraziare per la rielezione ha detto che fra quattro anni – avrà 83 anni – lascerà la guida della FIFA a un nuovo presidente e ha aggiunto: «Sono felice, oggi ero un po’ nervoso. Ma mi avete ancora scelto per guidare la FIFA». Questo è, per Blatter, il quinto mandato consecutivo. Ali bin Al-Hussein ha detto:
Vi ringrazio tutti. È stata una bella avventura. Ringrazio soprattutto quelli tra voi che sono stati così coraggiosi da votare per me.
***
Le votazioni per il nuovo presidente FIFA
Prima delle votazioni i due candidati hanno parlato ai delegati: Ali bin Al-Hussein ha detto che, se eletto, sarebbe stato “democratico, trasparente, aperto e accessibile” che si sarebbe impegnato a essere imparziale, e che il suo obiettivo era di “rovesciare la piramide” che oggi è, secondo lui, la FIFA. Al termine del suo discorso Ali bin Al-Hussein è stato timidamente applaudito. Dopo di lui ha parlato Blatter, che ha ringraziato i delegati per il sostegno che gli hanno dato negli ultimi anni e ha promesso – ancora una volta – di volersi prendere la responsabilità di guidare una FIFA che riuscirà a uscire da quella che ha definito “la tempesta degli ultimi giorni”. Blatter ha chiuso il suo discorso dicendo: «Il calcio ha bisogno di un leader forte e esperto: sono a vostra disposizione, se lo vorrete».
Le elezioni del presidente FIFA si svolgono con voto segreto al termine del 65esimo congresso della FIFA, che avrebbe dovuto concentrarsi sui risultati ottenuti nel 2014 e sull’approvazione del budget e delle scelte strategiche per il 2015. Il congresso è arrivato però due giorni dopo gli arresti di importanti dirigenti della FIFA, avvenuti proprio a Zurigo. Gli arresti sono stati fatti a seguito di un’indagine statunitense che sospetta la presenza di un diffuso sistema di corruzione all’interno della FIFA e delle due confederazioni calcistiche americane: la CONCACAF e il CONMEBOL. Sempre il 27 maggio, un’inchiesta svizzera indipendente da quella statunitense ha portato alla perquisizione della sede FIFA di Zurigo. Se le ipotesi di reato alla base delle due inchieste fossero confermate si tratterebbe di un enorme caso di corruzione internazionale, diffuso e generalizzato, che riguarderebbe precedenti elezioni presidenziali della FIFA e le votazioni che hanno assegnato Mondiali passati e futuri.
L’elezione di Blatter prima delle inchieste era data per sicura, l’ipotesi che Ali bin Al-Hussein ricevesse più voti era però diventata meno improbabile dopo il 27 maggio. Soprattutto dopo che il francese Michel Platini – capo dell’UEFA, cioè del calcio europeo – aveva chiesto a Blatter di rinunciare a candidarsi e aveva annunciato che molti paesi europei avrebbero votato il suo sfidante. Le votazioni sono state a scrutinio segreto, un paese un voto: i rappresentanti delle federazioni nazionali hanno votato uno dopo l’altro, in ordine alfabetico.
Il congresso, prima delle votazioni per il nuovo presidente FIFA
Blatter ha aperto il congresso poco dopo le 9.30, facendo un appello all’unità della FIFA e ricordando che, a suo modo di vedere, l’inchiesta riguarda degli individui e non l’intera organizzazione. Blatter ha anche detto, parlando delle indagini del 27 maggio: “non userò la parola coincidenza, ma mi pongo delle domande”, alludendo quindi al fatto che gli arresti siano stati volutamente fatti pochi giorni prima della sua elezione. Durante la mattina è stato anche presentato e discusso il report FIFA relativo al 2014. Durante il suo discorso Blatter è stato interrotto da degli attivisti palestinesi, che protestavano però per un tema che non riguarda le inchieste FIFA ma una richiesta della Palestina di sospendere Israele dalla FIFA. La Palestina nel pomeriggio ha deciso di ritirare la mozione relativa alla sospensione di Israele, chiedendo comunque la creazione di una commissione che si occupi di temi che riguardano Israele e Palestina (come ad esempio la libertà di movimento dei calciatori palestinesi). I presidenti delle federazioni israeliana e palestinese si sono stretti la mano, al termine delle votazioni, in cui la richiesta palestinese è stata approvata con un’ampia maggioranza (il 90 per cento).
FIFA votes in favor of amended Palestinian proposal http://t.co/CIAYCfPvWi pic.twitter.com/uvDBhXxwIk
— Haaretz.com (@haaretzcom) May 29, 2015
Come si elegge il presidente della FIFA?
Ognuna delle 209 federazioni calcistiche nazionali che fanno parte della FIFA ha diritto a un voto, a prescindere dalla sua popolazione, dalle sue dimensioni e dall’importanza del suo movimento calcistico. Le 209 federazioni sono divise in sei diverse confederazioni, che corrispondono a sei diverse aree geografiche continentali: la AFC (Asia e Australia), la CAF (Africa), la UEFA (Europa), la CONCACAF (America centrale, caraibica e del nord), la CONMEBOL (America del sud) e la OFC (Oceania, esclusa l’Australia). Perché un candidato diventi presidente alla prima votazione sono necessari i due terzi dei voti, mentre dalla seconda votazione in poi è sufficiente una maggioranza semplice. Una volta eletto, il presidente della FIFA resta in carica 4 anni.
Le confederazioni con più nazioni – e quindi voti – al loro interno sono quella africana (54), quella europea (53) e quella asiatica (46). La CONCACAF è composta da 35 federazioni; quella dell’America del sud da 11 e quella dell’Oceania da 10. I voti necessari per un’elezione alla prima votazione saranno 139.
Sepp Blatter
Blatter non è indagato in nessuna inchiesta. Nonostante questo la portata delle ipotesi di reato di quelli che sono – o sono stati – suoi collaboratori o vice presidenti, Michel Platini ha spiegato di aver chiesto a Blatter di non candidarsi. Blatter è da anni apertamente criticato per la sua gestione della FIFA e per quella che secondo molti è stata la creazione di una specie di sistema clientelare fra la FIFA e numerose piccole federazioni di paesi africani e caraibici.
E il suo sfidante: Ali bin Al-Hussein
Ali bin Al-Hussein è presidente della federazione calcistica giordana e, dal 2011, è uno dei vice presidenti della FIFA. Ali bin Al-Hussein è figlio del re di Giordania Hussein, morto nel 1999. Fino a prima delle inchieste del 27 maggio Ali bin Al-Hussein era dato come nettamente sfavorito. Nella conferenza stampa che Platini ha tenuto il 28 maggio gli è stato chiesto: «Pensa che Blatter possa essere battuto?». Platini ha risposto: «Sì. Prima del 27 maggio avrei detto di no. Le persone però ora non ne possono più. Penso che ora siano cambiate molte cose».
Sepp Blatter e Ali bin al-Hussein in una foto del 2013 (KHALIL MAZRAAWI/AFP/Getty Images)
Gli “schieramenti” prima del voto
Platini ha spiegato che l’UEFA ha invitato le 53 federazioni che ne fanno parte a votare per Ali bin Al-Hussein e sembra che molti di loro lo faranno: Platini ha detto di essere convinto che almeno 46 federazioni nazionali europee avrebbero votato per Ali bin Al-Hussein. Ma con delle eccezioni: la Russia, che ospiterà i Mondiali del 2018, dovrebbe aver votato Blatter, e sembra lo abbia fatto anche la Spagna. Il delegato italiano a Zurigo è Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, che ha spiegato da Zurigo la sua idea sul voto:
Dopo i fatti successi, che credo abbiano turbato gran parte del mondo sportivo, non possiamo non considerare le valutazioni del presidente Platini, che hanno raccolto l’unitarietà della UEFA e quindi ci comporteremo di conseguenza
La UEFA aveva inizialmente chiesto di posticipare le elezioni e, in seguito, era stato ipotizzato che l’UEFA potesse non partecipare alle elezioni. Un chiaro indizio sulle “indicazioni di voto” delle confederazioni continentali (ogni stato è però ovviamente libero di scegliere il suo candidato) era arrivato dall’atteggiamento che quelle confederazioni avevano avuto negli ultimi giorni. La confederazione continentale asiatica e quella africana avevano detto di essere contro il rinvio delle elezioni FIFA: questo fatto fa quindi pensare che la maggior parte delle federazioni asiatiche e africane abbiano votato per Blatter. Fa eccezione l’Australia, che ha detto di aver supportato Ali bin Al-Hussein.
Who can vote in the #FIFA presidential election? http://t.co/KF5dLGgmmX pic.twitter.com/CbGFXkUDaj
— BBC News Graphics (@BBCNewsGraphics) May 29, 2015