I conti del Gruppo 24 Ore
DataMediaHub ha messo insieme un po' di numeri sulla società editrice del Sole 24 Ore: le cose non vanno benissimo
DataMediaHub, sito italiano che si occupa di giornalismo e media, ha pubblicato un’analisi dei conti sul Gruppo 24 Ore, gruppo editoriale che controlla, tra l’altro, il quotidiano Il Sole 24 Ore, l’Agenzia di stampa Radiocor e Radio 24. Di recente DataMediaHub aveva pubblicato analisi simili sui conti di RCS MediaGroup e su quelli del gruppo editoriale Espresso. Il Gruppo 24 Ore è quotato in Borsa dal dicembre del 2007 e la maggioranza delle quote è di proprietà di Confindustria.
L’analisi, chiara e ricca di grafici, prende in considerazione diversi aspetti dell’andamento e della gestione del gruppo: dai ricavi degli ultimi anni al numero dei dipendenti e dei giornalisti, all’importanza e al peso delle edizioni digitali sui bilanci della società. In generale le cose non vanno benissimo: i ricavi totali sono diminuiti di circa la metà dal 2008 al 2014 – in cui si è passati da circa 570 milioni a poco più di 300 – e fra il 2010 e il 2014 il personale è passato da 2092 persone a 1228, diminuendo quindi del 43 per cento.
I fatturati
La curva dell’andamento dei ricavi dal 2002 al 2014 mostra come anche per il gruppo editoriale di Confindustria non vi siano certamente motivi di soddisfazione. La parabola discendente comincia dopo le annualità 2007 e 2008 che, con fatturati intorno ai 570 milioni, segnano i ricavi massimi registrati nel periodo preso in considerazione. I “guai” veri cominciano dal 2009 in poi quando i ricavi per il gruppo 24 Ore cominciano a flettere repentinamente tanto che già i 430,9 milioni messi in bilancio il 31 dicembre del 2012 sono sotto il valore del 2002. Il differenziale tra il valore massimo dei fatturati – il 2008 come detto – e il 2014 è pari a un –262,1 milioni.Chi ha le responsabilità maggiori nella flessione dei ricavi?
Se prendiamo in analisi le ultime cinque annualità la flessione è di 171 milioni: il peso delle singole voci di ricavo su questa flessione è del 40% per la pubblicità, del 34% dei diffusionali e del 26% dei cosiddetti “altri ricavi”. Il gioco del colpevole, che avevamo fatto nelle altre puntate, qui non funziona del tutto perché, pur essendovi delle differenze di valori, queste non sono tali da indicare una voce di ricavo come principale responsabile sulle altre.Ha valore però sottolineare il peso degli “altri ricavi” sul sistema dei fatturati del gruppo. La quota percentuale di questa voce di ricavo sul totale è infatti nettamente superiore a quanto avviene negli altri editori: se per Rcs ed Espresso ha un peso relativo (intorno al 10%) per il gruppo 24 Ore la percentuale si attesta su valori molto più alti: dal 37 al 40% nelle ultime tre annualità diventando addirittura la voce di ricavo più consistente.
Questo anche perché storicamente il gruppo non ha visto nel giornale l’unico “prodotto” da vendere ma ha da sempre fornito una serie di servizi – formazione, prodotti telematici, software – alla comunità professionale del quale è punto di riferimento. C’è anche da sottolineare che una buona parte di questi “altri ricavi” è costituita da prodotti digitali [vedi appunto voci: software, prodotti telematici ed editoria digitale] che negli ultimi anni ne hanno rappresentato il 70%, con una flessione netta però nel 2014 dovuta soprattutto alla cessione dell’area Software. Una flessione che deve suonare, a nostro parere, come importante campanello d’allarme perché perdere una così marcata differenziazione dei ricavi sarebbe un grave danno per il gruppo.