Le indagini sulla FIFA in 8 punti
Una spiegazione chiara per chi vuole capire i sette arresti, le due inchieste e i sospetti casi di corruzione che riguardano tre Mondiali e molte altre cose
Il 27 maggio sono stati arrestati con l’accusa di corruzione sette importanti dirigenti della FIFA, la federazione internazionale che regola e governa il calcio mondiale: sei di loro si trovavano a Zurigo, in Svizzera; un altro – Jack Warner – si è invece consegnato volontariamente alla polizia di Trinidad e Tobago. Gli arresti riguardano un’inchiesta degli Stati Uniti a cui ha partecipato anche l’FBI.In tutto sono al momento indagate 14 persone, nove dirigenti FIFA e cinque dirigenti di altre aziende. I dirigenti arrestati sono accusati di “partecipare da 24 anni a un’associazione a delinquere volta ad arricchirsi attraverso la corruzione e il riciclaggio di denaro”. I dirigenti si trovavano a Zurigo perché il 29 maggio si dovrebbe eleggere il nuovo presidente della FIFA.
Le elezioni per il momento non sono state spostate, nonostante la richiesta di Michel Platini, presidente dell’UEFA – la federazione calcistica europea – di rinviarle di sei mesi. Gianni Infantino, segretario generale dell’UEFA, ha parlato della necessità di un cambiamento radicale della FIFA e ha aggiunto che c’è un “forte bisogno” di un cambio al vertice. L’UEFA ha deciso di supportare la candidatura dell’unico sfidante di Blatter, il 39enne Ali bin Al-Hussein: terzo figlio del re di Giordania Hussein, attuale vicepresidente della FIFA e presidente della federazione giordana. La maggior parte dei paesi che fanno parte dell’UEFA voterà quindi Ali bin Al-Hussein, ma non tutti: la Russia continuerà per esempio a supportare Blatter.
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1. Cos’è successo ieri, dopo gli arresti
Per prima cosa si è capito che ci sono in corso due diverse inchieste: una svizzera e una statunitense. L’inchiesta svizzera non ha portato a nessun arresto: è stata però perquisita la sede della FIFA a Zurigo e si parla di sospette irregolarità nelle votazioni che hanno assegnato i Mondiali di calcio del 2018 alla Russia e quelli del 2022 al Qatar.
L’inchiesta statunitense riguarda invece numerosi presunti casi di corruzione relativamente ai rapporti tra FIFA, CONCACAF (il corrispettivo dell’UEFA nel nord e centro America) e CONMEBOL (la confederazione calcistica dell’America del Sud). Il procuratore generale degli Stati Uniti Loretta E. Lynch ha detto che si potrebbe trattare di un caso di corruzione “dilagante, sistemica e profondamente radicata sia negli Stati Uniti che all’estero”, avvenuto per due generazioni, dai primi anni Novanta fino a oggi, “più e più volte, anno dopo anno, competizione dopo competizione”. L’inchiesta sembra riguardare soprattutto le elezioni FIFA del 2011 (fu eletto Sepp Blatter, per la quarta volta), le votazioni che assegnarono al Sudafrica il Mondiale del 2010 e le votazioni che hanno assegnato agli Stati Uniti un’edizione speciale della Copa America, cui parteciperanno 16 nazionali: 10 sudamericane e 6 dell’America centrale, caraibica e del nord.
2. Gli Stati Uniti possono arrestare persone in Svizzera?
Sì, per due motivi. Primo perché per reati di questo tipo esiste un accordo tra Svizzera e Stati Uniti. Secondo perché, l’inchiesta – che dura da anni – riguarda casi di corruzione avvenuti negli Stati Uniti, con soldi che, per esempio, si ipotizza siano passati per delle banche statunitensi.
3. Gli arrestati resteranno in Svizzera?
Sì, per un po’. Ma potrebbero essere estradati negli Stati Uniti. Lynch ha già detto ieri che gli Stati Uniti chiederanno l’estradizione. La maggior parte dei dirigenti – forse tutti – hanno però detto che si opporranno all’estradizione. Se così sarà, passeranno mesi prima che un tribunale apposito – indipendente dagli Stati Uniti – decida caso per caso se concedere o no l’estradizione.
4. Come è partita l’inchiesta?
La FIFA è da molti anni sospettata di numerose attività illecite. Sembra che nello specifico questa inchiesta sia partita grazie alle confessioni di Chuck Blazer, che in passato è stato membro del comitato esecutivo della FIFA e segretario generale della CONCACAF, la confederazione calcistica dell’America centrale, caraibica e del nord. Blazer, accusato di corruzione nel 2013, avrebbe scelto di collaborare con gli Stati Uniti, fornendo importanti informazioni sulle attività illecite che riguardano la FIFA.
5. Sepp Blatter c’entra qualcosa?
No, non per ora e non direttamente. Blatter è presidente FIFA dal 1998 ed è il favorito – se, come per ora sembra, si terranno – per le elezioni che eleggeranno il nuovo presidente FIFA il 29 maggio. Blatter non è indagato, il fatto che abbia avuto numerosi e costanti rapporti con gli arrestati è però innegabile. Già la settimana scorsa Blatter aveva detto ad Associated Press: «Tutti sanno che c’è un’inchiesta negli Stati Uniti». In questi giorni è stato anche detto che Blatter – che non va negli Stati Uniti dal 2011, scrive il Guardian – non lo faccia per paura di essere arrestato. Blatter ha negato queste teorie.
6. L’inchiesta riguarda partite, squadre, risultati?
No, al momento nessun elemento fa pensare alla possibilità di reati che riguardano risultati o partite. Il calcio effettivamente giocato sembra non riguardare l’inchiesta, nemmeno su un piano secondario. Entrambe le inchieste – quella svizzera e quella statunitense – riguardano persone, non squadre. Persone che con i loro voti – probabilmente “guidati” da delle tangenti – avrebbero deciso chi eleggere, dove giocare certe competizioni e – soprattutto – a chi e come assegnare diritti televisivi, e contratti di sponsor e marketing.
7. Perché si parla di Nike e Coca-Cola?
Perché l’inchiesta riguarda soprattutto – anche se non solo – gli Stati Uniti. Le due aziende sono particolarmente grandi, e particolarmente attive nel mondo del calcio: Coca-Cola, per esempio, ha fatto contratti di sponsor con ogni Mondiale di calcio organizzato dal 1950 a oggi. Coca-Cola ha commentato l’inchiesta con un suo portavoce e ha detto che la corruzione FIFA ha “macchiato” il mondo del calcio, ricordando che anche in passato Coca-Cola era stata molto critica nei confronti della FIFA.
Anche la Nike ha commentato in modo molto critico il caso di presunta corruzione ai vertici della FIFA. Il Washington Post spiega però che la Nike potrebbe avere una posizione complicata nell’inchiesta statunitense. Nel documento ufficiale dell’inchiesta si parla infatti di una “multinazionale di abbigliamento sportivo con sede a New York” che si pensa sia stata al centro di un caso di corruzione per ottenere la licenza di sponsor per la nazionale di calcio brasiliana.
8. L’Italia c’entra qualcosa?
No, tra gli arrestati e gli indagati non ci sono italiani. E tutte le competizioni di cui si parla non riguardano direttamente l’Italia.