È stato scoperto un nuovo antenato della nostra specie?
Secondo un gruppo di ricercatori visse tra i 3,5 e i 3,3 milioni di anni fa in Africa, ma non tutti sono convinti della scoperta
Un gruppo di ricercatori del Cleveland Museum of Natural History, negli Stati Uniti, ha annunciato di avere scoperto una nuova specie antenata della nostra nel nord dell’Etiopia, che visse nello stesso periodo di tempo della specie cui apparteneva l’ominide che chiamiamo “Lucy” (Australopithecus afarensis): la nuova specie è stata chiamata Australopithecus deyiremeda, dai termini della lingua afar “deyi” che significa “vicino” e “remeda” che vuole dire “parente”. Secondo Yohannes Haille-Selassie e il suo gruppo di ricercatori, che hanno pubblicato i risultati della loro scoperta sulla rivista scientifica Nature, la specie visse tra i 3,5 e i 3,3 milioni di anni fa, quindi un periodo di tempo che si sovrappone a quello della specie di Lucy che si pensa visse tra i 3,7 e i 3 milioni di anni fa.
La nuova scoperta suggerisce che oltre a quella di Lucy, più di 3 milioni di anni fa in Africa ci fossero altre specie di ominidi, cioè di specie più vicine alla nostra rispetto a quelle dei primati. Per chi si occupa dello studio dell’evoluzione umana è un dato importante, ma per ora insufficiente per rispondere alla domanda delle domande: da quale specie originò la nostra e attraverso quale processo? Negli ultimi decenni sono stati raccolti diversi indizi sulle caratteristiche e l’epoca in cui vissero gli ominidi che più ci somigliavano e la scoperta di Lucy 40 anni fa fu fondamentale per mettere ordine, seppure senza dare risposte definitive.
Nel loro studio su Nature, i ricercatori spiegano di avere effettuato la loro scoperta grazie ad alcuni resti di una mandibola e di una mascella trovata nel marzo del 2011 nel nord dell’Etiopia, a poche decine di chilometri di distanza dal sito dove furono scoperti Lucy e fossili di altri ominidi di Australopithecus afarensis. Inizialmente pensarono che i fossili appartenessero alla stessa specie di Lucy, ma a un’analisi più attenta hanno notato che la mascella aveva una forma diversa e che i denti erano più piccoli rispetto a quelli dei fossili trovati nella zona dove fu scoperta Lucy.
Sulla base di questa e di altre osservazioni, i ricercatori hanno concluso che si tratta di una specie diversa, ma serviranno altre verifiche e l’incrocio con altri dati per esserne certi. La notizia per ora è stata accolta con molta cautela dalla comunità scientifica e ci sono diversi dubbi sulle conclusioni della ricerca: i fossili trovati nel 2011 potrebbero appartenere banalmente alla stessa specie di Lucy. L’antropologo Tim White della University of California, Berkeley, dice di essere molto scettico sulla scoperta: “Le lievi differenze anatomiche presentate in questo caso non sono sufficienti per dimostrare la diversità delle specie: penso che quella di Lucy abbia guadagnato qualche nuovo fossile”.
Carol Ward, un’antropologa della University of Missouri, è invece più possibilista e parla di una “chiara diversificazione” dei parenti più stretti degli esseri umani in quel periodo di tempo, cosa che indica che la specie di Lucy probabilmente non viveva da sola oltre tre milioni di anni fa. Era accompagnata da quelle di altri ominidi: “Questa flessibilità potrebbe essere stata il motivo del successo di ciò che ora sembra essere un pre-irraggiamento” dei parenti degli umani, dai quali si sviluppò la nostra specie Homo.