Si può curare il melanoma con un virus?
Un farmaco basato sul virus che causa l'herpes ha dato risultati molto promettenti e potrebbe essere in vendita entro un anno: si chiama T-VEC
Un farmaco contro il cancro alla pelle (melanoma) basato sul virus che causa l’herpes ha dato risultati molto promettenti in una nuova serie di test clinici, e potrebbe essere presto approvato dalle autorità di controllo per i medicinali sia negli Stati Uniti sia in Europa. Si chiama T-VEC ed è di proprietà dell’Amgen, una società specializzata in biotecnologie con sede a Thousand Oaks, in California (Stati Uniti). Il medicinale ha superato la fase III della sperimentazione clinica, quella dopo cui di solito un principio attivo viene sottoposto alle ultime verifiche formali da parte delle autorità per essere approvata la sua messa in vendita. È la prima volta in cui una “viroterapia”, cioè un trattamento medico basato su un virus, si è dimostrata un successo in fase di test avanzati. La nuova terapia potrebbe essere disponibile entro un anno e consentirebbe di trattare il melanoma, anche quando le cellule tumorali si sono diffuse all’interno dell’organismo.
Come funziona
Per ottenere il nuovo farmaco, i ricercatori sono partiti dal virus che causa l’herpes e lo hanno modificato in modo da impedirgli di produrre all’interno delle cellule sane la proteina che causa la malattia. Il virus è invece “programmato” per produrre la proteina nelle cellule del melanoma, cosa che gli permette di duplicarsi e di colonizzare i tessuti cancerosi. Il virus continua a moltiplicarsi all’interno delle cellule e si disperde poi al loro esterno, innescando in questo modo una risposta da parte del sistema immunitario, che reagisce contro le cellule del cancro infettate dal virus. In pratica l’herpes viene usato come pretesto per fare in modo che il sistema immunitario distrugga le cellule dove si è sviluppato il melanoma, con meccanismi che non sono ancora del tutto chiari ai ricercatori.
Ma forse il risultato ancora più sorprendente per chi ha sperimentato il farmaco è stato quello di notare che, una volta innescata la reazione, il sistema immunitario va alla ricerca anche delle cellule cancerose nel resto dell’organismo, che si erano diffuse in seguito allo sviluppo del melanoma. E in molti casi questa reazione ha permesso di distruggere cellule tumorali in altre parti del corpo dei pazienti e prive del virus che causa l’herpes. “È come se il farmaco svegliasse il sistema immunitario, che poi attacca questo tipo di cellule tumorali ovunque esse si trovino nell’organismo” ha spiegato Paul Workman, responsabile dell’Istituto per la ricerca sul cancro di Londra, Regno Unito.
Sperimentazione
La fase III della sperimentazione clinica è stata eseguita su più di 400 pazienti, tutti con forme di melanoma piuttosto aggressive: 1 paziente su 4 ha risposto al trattamento e il 16 per cento dei partecipanti è risultato in remissione, a sei mesi di distanza dalla somministrazione del T-VEC. Il 10 per cento dei pazienti è entrato nella fase di “remissione completa”: non ha cioè tracce rilevabili di cancro e può essere definito “guarito” se la condizione permane per cinque anni dalla diagnosi. Tutti i pazienti che hanno partecipato ai test avevano forme gravi di melanoma con casi di recidive e di metastasi, senza alternative convenzionali per il loro trattamento.
Ai pazienti è stata somministrata una dose del farmaco ogni due settimane per periodi di tempo variabili a seconda dei casi, fino a un massimo di 18 mesi. Durante i test sono stati rilevati effetti collaterali contenuti e molto ridotti rispetto a quelli della chemioterapia. I pazienti hanno per lo più segnalato sintomi simili a quelli dell’influenza, ma con un miglioramento dopo le prime iniezioni. I partecipanti ai test con un melanoma in fase avanzata (stadio III e IV) trattrati con T-VEC sono stati 163 e in media hanno vissuto 41 mesi, circa 20 in più rispetto alle persone del gruppo di controllo che hanno invece ricevuto trattamenti più tradizionali.
Melanoma e viroterapia
Si stima che in Italia ci siano 14,3 casi di melanoma cutaneo ogni 100mila uomini e 13,6 casi ogni 100mila donne. È un tumore maligno che si forma nei melanociti, le cellule che producono la melanina (quella che ci fa abbronzare), e si può formare in tratti integri della pelle o dove si trovano nei. La prevenzione del melanoma passa attraverso alcune buone pratiche, come stare poco al sole e con le dovute protezioni solari, e l’autoesame della cute, cioè osservare i nei sul corpo periodicamente seguendo la regola dell’ABCDE:
• A come Asimmetria della lesione;
• B come Bordi irregolari e frastagliati;
• C come Colore disomogeneo a varie tinte (nero, rosso-bruno, rosa non uniforme) o nero molto intenso;
• D come Dimensioni superiori ai 6 mm;
• E come Evoluzione progressiva: la lesione tende a crescere e ad allargarsi rapidamente con modifiche cromatiche.
La possibilità di sfruttare i virus per trattare il cancro è oggetto di studio dai primi del Novecento, quando si notò che alcune malattie virali avevano la capacità di rallentare l’avanzamento di alcuni tipi di tumore. I primi esperimenti in tal senso diedero risultati parzialmente incoraggianti, ma solo negli ultimi anni grazie allo sviluppo dell’ingegneria genetica sono stati ottenuti risultati promettenti, come quelli del farmaco basato sul virus dell’herpes.