La vasca di Damien Hirst alla Fondazione Prada
Cose da sapere sull'opera d'arte più originale e insolita esposta nella nuova fondazione a Milano: quella con i pesci vivi
Lo scorso 9 maggio ha aperto a Milano la Fondazione Prada, un’istituzione dedicata a arte e cultura che si presenta come un complesso molto grande di edifici preesistenti – che un tempo appartenevano a una distilleria – e di nuove costruzioni. Le strutture, vecchie o nuove, sono state adibite a spazi espositivi di opere d’arte contemporanea, e uno di questi ospita un’opera particolare: l’installazione di una vasca cubica piena di pesci, con dentro anche oggetti “femminili” e con uno strano lettino ambulatoriale. L’opera si chiama Lost Love, è di Damien Hirst ed è del 2000.
Lost Love è costituita da una vasca di vetro di forma cubica su cui è stato installato l’impianto di acquario. All’interno della vasca nuotano pesci tropicali colorati (un elemento nuovo rispetto all’abitudine di Hirst di lavorare con animali morti e imbalsamati). Su un fondale di ghiaia sono appoggiati diversi oggetti: un lettino ginecologico, un mobiletto con sopra oggetti da donna – come una collana di perle – e degli strumenti chirurgici, delle scarpe e un attaccapanni su cui è appeso il camice di un medico. Il vetro della vasca è molto spesso: quando ci si avvicina per vedere meglio, il fondale ghiaioso sembra in pendenza e si ha come l’impressione che tutti gli oggetti stiano per cadere.
Lost Love è stata creata nel 2000 ed era concepita come la metà di un’installazione che prevedeva anche una seconda parte, chiamata invece Love Lost: creata nel 1999, la seconda installazione è simile a Lost Love, con alcune differenze: i pesci che nuotano nell’acquario non sono colorati pesci tropicali ma sono delle carpe scure; al posto degli oggetti femminili, appoggiato al mobiletto, si trova un computer. La coppia di vasche venne esposta la prima (e unica) volta alla Gagosian Gallery di New York. Successivamente i due acquari sono stati esposti separatamente: Love Lost è stata esposta alla Saatchi Gallery di Londra nel 2003, mentre Lost Love è stata esposta per la prima volta da sola quest’anno alla Fondazione Prada. In entrambi i casi si tratta di installazioni molto complesse da gestire: richiedono necessariamente la presenza di un sub che si immerga per posizionare correttamente gli oggetti e i pesci. Inoltre l’istituzione che ospita l’installazione deve necessariamente fornirsi di una scorta di pesci perché, come raccontano le guide della Fondazione Prada, i pesci muoiono e devono essere costantemente cambiati.
Chi è Hirst
Damien Hirst è un artista inglese che negli anni Novanta prese attivamente parte al movimento dei “Brit Artists“, un gruppo di giovani artisti inglesi interessati soprattutto alle arti visive, e ne divenne presto il principale esponente. A 16 anni Hirst fu portato da un suo amico – che studiava biologia – a visitare l’obitorio di Leeds, e rimase particolarmente affascinato dai corpi che si ritrovò davanti. Il risultato di quella visita – disse – fu che la morte, declinata in varie forme e contesti, divenne il tema centrale delle sue opere. Nel 1992 Hirst concorse per la prima volta al Turner Prize (il premio di arte contemporanea istituito dalla Tate Britain di Londra e rivolto agli artisti inglesi che hanno meno di 50 anni) e lo vinse tre anni dopo, nel 1995. Il rapporto di amicizia e di collaborazione professionale con Charles Saatchi, magnate della pubblicità e collezionista d’arte, accelerò moltissimo la sua ascesa: Hirst divenne presto uno degli artisti contemporanei più quotati e voluti a livello internazionale. L’arte non è il solo ambito in cui Hirst, considerato eclettico e desideroso di sperimentare, si è mosso negli anni: per esempio ha aperto un ristorante e ha diretto un video dei Blur.
Le possibili interpretazioni
«C’è chiaramente una componente sessuale, che è presente in modo semplice e diretto. E al tempo stesso c’è qualcosa di strano: se uno studio ginecologico è sott’acqua e dei pesci ci nuotano intorno deve essere per forza successo qualcosa di inquietante». Damien Hirst ha commentato così la sua installazione, lasciando allo spettatore il compito di comprenderla e interpretarla. C’è chi ha visto in Lost Love la riproduzione di una scena apocalittica, per via del contrasto tra naturale e artificiale: il mondo è stato sommerso dai mari e i pesci si sono impossessati dei nostri strumenti. C’è chi invece ci ha visto la lotta tra la vita e la morte; i pesci e il lettino ginecologico simboleggiano la vita, mentre gli oggetti appoggiati casualmente sul mobiletto indicano una vita che è passata di lì ma che ora non c’è più: la scena sembra indicare un movimento interrotto e nessuno dei personaggi è più presente. Infine c’è chi ha visto nella vasca la scena di una relazione sentimentale clandestina, che potrebbe essere declinata in due sensi diversi: potrebbe essere la relazione tra il medico e la paziente oppure una relazione esterna che ha portato la paziente a sviluppare una gravidanza indesiderata e quindi a voler praticare un aborto in un ambulatorio ginecologico che sembra essere abusivo; in questo senso acqua e pesci simboleggerebbero la dispersione del liquido amniotico e della vita.
Dov’è posizionata l’opera
Uno degli edifici della vecchia distilleria che la Fondazione Prada ha adibito a spazio espositivo è la cisterna, formata da tre strutture poste una accanto all’altra che un tempo ospitavano i grandi serbatoi necessari per produrre distillati; oggi ospitano un’esposizione che, adattandosi allo spazio, prende il nome di “Trittico Cisterna” ed è stato scelto dai curatori della Fondazione per indicare non un’esposizione precisa ma una strategia espositiva. In ognuna delle tre parti di cui è composta la cisterna è esposta l’opera di un’artista famoso. Le opere del “Trittico” non sono permanenti ma sono selezionate per essere esposte a rotazione. Per questi primi mesi la Cisterna ospita un trittico di tre opere di forma cubica: Case II di Eva Hesse (una serie di materiali e tessuti diversi disposti in modo da ricordare una forma cubica, 1968), Lost Love di Damien Hirst (l’acquario cubico con dentro pesci e una serie di oggetti, 2000) e 1 metro cubo di terra di Pino Pascali (precisamente un metro cubo di terra appeso a una parete, 1967). Il legame tra le opere è il contrasto che si crea tra la rigidità della forma cubica e il caos del contenuto naturale: materiali che si modificano con il passare del tempo nel primo caso, acqua e pesci nel secondo, e terra che genera vita nel terzo.
Le altre vasche di Damien Hirst
Lost Love non è l’unica vasca con cui ha lavorato Hirst, che spesso ha composto opere con corpi imbalsamati di animali – squali, pecore, mucche – immersi in grandi vasche piene di formaldeide. Proprio queste vasche hanno reso famoso Hirst in tutto il mondo: una in particolare, The Physical Impossibility Of Death In the Mind Of Someone Living (L’impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo, 1991), ha dentro uno squalo tigre di 4 metri. La vasca con lo squalo è diventata presto la fonte principale della ricchezza di Damien Hirst e l’opera simbolo dell’arte inglese degli anni Novanta. Hirst ha successivamente creato diverse vasche con squali e animali di vario genere, attirandosi spesso critiche degli animalisti. Lost Love è l’unica vasca che contiene animali vivi.