Le fosse comuni dei migranti in Malesia
Sono 139 e sono state trovate al confine con la Thailandia: potrebbero contenere centinaia di corpi di rohingya e bengalesi
Il capo della polizia malese ha detto che sono state trovate 139 fosse comuni vicino a 28 campi abbandonati da trafficanti di esseri umani al confine con la Thailandia. Ieri, il governo malese aveva dato l’annuncio del ritrovamento delle fosse e i giornali locali avevano parlato di un centinaio di corpi in totale che potrebbero appartenere agli immigrati clandestini che arrivano dal Myanmar e dal Bangladesh. La polizia non ha precisato il numero delle persone che potrebbero essere state sepolte nelle fosse ma si pensa che la cifra sarà di molto superiore al centinaio indicato all’inizio. Finora, non sono stati fatti degli arresti e sono state date poche notizia al riguardo: il capo delle polizia ha semplicemente aggiunto che alcuni corpi hanno uno stato di composizione molto avanzato mentre altri due o tre campi sono stati abbandonati solo di recente, circa due settimane fa: sono infatti stati trovati riso, verdure, piatti cucinati di recente e vari utensili da cucina.
Il mese scorso in Thailandia, sull’altro lato del confine, la polizia aveva scoperto un’altra fossa comune dove i trafficanti di esseri umani avevano sepolto 26 corpi di migranti morti durante il viaggio a causa delle violenze e delle privazioni a cui erano stati sottoposti.
Il governo malese ha detto che le indagini per identificare i corpi sono ancora in corso, ma secondo diversi giornali locali si tratta di migranti provenienti da Bangladesh e Myanmar che hanno attraversato illegalmente il confine che separa la Thailandia dalla Malesia. Si tratta di un zona in gran parte coperta di giungla e complicata da attraversare. Il confine in quest’area è difficile da sorvegliare e i trafficanti hanno sfruttato il terreno impervio per costruire una rete di campi attraverso i quali fanno transitare i migranti.
Si tratta soprattutto di appartenenti all’etnia rohingya, un gruppo di religione musulmana che vive nella parte occidentale del Myanmar e che è sottoposto a molte discriminazioni e persecuzioni. Molti altri sono abitanti del Bangladesh, uno dei paesi più poveri al mondo, che cercano di raggiungere gli altri paesi dell’Asia sudorientale in cerca di lavoro. Negli ultimi giorni migliaia di rohingya e bengalesi sono stati accolti in Indonesia e Malesia dopo essere rimasti per settimane intrappolati in mare a bordo di imbarcazioni malferme dopo che diversi paesi dell’area si sono rifiutati di accoglierli.