L’Irlanda ha legalizzato i matrimoni gay
È il primo paese al mondo a farlo tramite voto popolare: il sì ha ottenuto il 62,07 per cento dei voti
In Irlanda è stato approvato il referendum sulla legalizzazione dei matrimoni gay con il 62,07 per cento dei “sì”. Le votazioni si sono tenute venerdì 22 maggio e si sono concluse alle 23, lo spoglio è iniziato stamattina alle 9 ora locale (le 10 italiane). La vittoria del “sì” era già data per certa dai giornali irlandesi e internazionali. L’Irlanda è diventato il primo paese al mondo a legalizzare i matrimoni gay per voto popolare.
Il ministro irlandese della Cultura e dell’Uguaglianza Aodhán Ó Ríordáin già stamattina ha scritto su Twitter che «i risultati nei seggi chiave sono stati resi noti: ha vinto il sì» e si è detto «orgoglioso di essere irlandese». L’Irish Times a circa un’ora dall’inizio dello spoglio ha scritto che «la sensazione generale è che il “sì” otterrà il doppio dei voti del “no”». Un parlamentare laburista contattato dall’Irish Independent ha detto che a Dublino in particolare il “sì” vincerà con percentuali attorno all’80 per cento: al momento, il risultato migliore il sì l’ha ottenuto proprio nel distretto elettorale di Dublino Sudovest, dove il sì ha preso il 71,3 per cento dei voti. Non ci sono ancora dati ufficiale sull’affluenza, ma per ora è stata attorno al 60 per cento.
I’m calling it. Key boxes opened. It’s a yes. And a landslide across Dublin. And I’m so proud to be Irish today. #MarRef
— Aodhán Ó Ríordáin TD (@AodhanORiordain) 23 Maggio 2015
È un risultato storico, sebbene annunciato da giorni da diversi sondaggi: l’Irlanda – un paese a maggioranza cattolica in cui fino al 1993 praticare “attività omosessuali” era illegale – diventerà il primo paese al mondo a legalizzare il matrimonio gay tramite voto popolare.
Con la vittoria del “sì” al referendum, nell’articolo 41 della Costituzione – quello che interessa la famiglia – verrà introdotta questa frase: «Il matrimonio può essere contratto secondo la legge da due persone, senza distinzioni di sesso». Il referendum era appoggiato da tutti i principali partiti politici e dal governo in carica, sostenuto sia da Fine Gael, il principale partito di centrodestra, sia dal partito laburista. Tra i contrari c’erano soprattutto i vescovi cattolici e numerose associazioni di cristiani evangelici e pentecostali, mentre alcuni sacerdoti e suore cattoliche avevano suggerito di votare “sì” (nei giorni scorsi è circolato molto un video di una coppia di anziani cattolici che invitavano a votare sì).
Nel 2010 era già stata approvata in Irlanda un’apprezzata legge per le unioni civili, allargata ad aprile del 2015 dal Children and Family Relationships Bill. L’equiparazione fra matrimonio eterosessuale ed omosessuale contenuta nell’emendamento interessato dal referendum consentirà alle coppie sposate omosessuali di godere degli stessi diritti di quelle eterosessuali anche su temi che fino a ieri non erano interessati dalle leggi, come per esempio il diritto a separarsi giuridicamente.