Sempre meno uguali
Cosa dice l'ultimo rapporto dell'OCSE sulle disuguaglianze economiche, che sono aumentate sia durante la crisi che in questi anni di ripresa
L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, si occupa di studi economici: fra i suoi membri ci sono 21 dei 28 paesi dell’Unione Europea ma anche gli Stati Uniti, il Giappone, il Messico e la Turchia. Giovedì 21 maggio ha pubblicato un rapporto sulla disuguaglianza economica fra i vari paesi e fra i cittadini all’interno degli stessi, dal titolo In It Together: Why Less Inequality Benefits All.
Cosa dice il rapporto, in breve
In molti dei paesi membri la disuguaglianza è al livello più alto degli ultimi trent’anni: il 10 per cento più ricco della popolazione di questi paesi guadagna quasi 10 volte quello che guadagna il 10 per cento più povero. Questo divario è cresciuto ininterrottamente dagli anni Ottanta. Nei paesi emergenti la disuguaglianza si è leggermente ridotta, ma la differenza tra i guadagni dei più ricchi e quelli dei più poveri è comunque più grande di quella che c’è nei paesi più sviluppati. Durante la crisi economica la differenza è andata aumentando: la ragione principale è che fra i più poveri è aumentata la disoccupazione, quindi sono diventati ancora più poveri.
Dentro ogni grafico, la spiegazione del suo significato:
Negli ultimi tempi si è parlato molto della crescita dei guadagni dei ricchissimi, cioè l’1 per cento più ricco della popolazione. Il rapporto dell’OCSE invece individua come elemento fondamentale nell’aumento della disuguaglianza l’impoverimento di tutti gli altri. La diseguaglianza ha anche un effetto importante sulla crescita dei paesi: l’OCSE calcola che i paesi membri sarebbero potuti crescere del 4,7 per cento in più, se ci fosse stata meno disuguaglianza.
Uno dei collegamenti tra disuguaglianza e crescita economica è l’istruzione. Nei paesi dove c’è più disuguaglianza è più difficile per i giovani più poveri ottenere una formazione scolastica e universitaria di alto livello: una società diseguale si priva quindi di molti potenziali lavoratori qualificati. Per quanto riguarda le differenze di genere, il divario tra uomini e donne si è molto assottigliato: tuttavia ancora oggi le donne guadagnano circa il 15 per cento in meno degli uomini e hanno il 16 per cento in meno di possibilità di partecipare al mondo del lavoro. Secondo l’OCSE i governi dovrebbero occuparsi di aumentare le possibilità di guadagno delle donne, in particolare per i lavori meno qualificati.