L’interrogatorio di Erri De Luca
Si è tenuto mercoledì nel tribunale di Torino, e secondo il racconto del Corriere è stato assai più tranquillo delle polemiche intorno
Mercoledì 20 maggio lo scrittore italiano Erri De Luca, 65 anni, era a Torino per partecipare a un’udienza del processo di primo grado in cui è accusato di istigazione a delinquere. De Luca è da molti anni uno dei personaggi più noti ad aver preso posizione netta a favore degli attivisti No TAV, che contestano i cantieri dell’Alta Velocità della Val di Susa in Piemonte (e ultimamente si è anche avvicinato molto al Movimento 5 Stelle). Come racconta Marco Imarisio sul Corriere della Sera, l’udienza si è tenuta in un clima piuttosto tranquillo (era anche il giorno del compleanno di De Luca): «sia imputato che magistrati hanno scelto il profilo basso, con il primo che ci ha tenuto molto a minimizzare il peso delle sue parole. Meglio un paladino assolto di un paladino condannato, come ha detto all’uscita il suo avvocato.»
Nel giugno del 2014 De Luca era stato rinviato a giudizio per alcune frasi che aveva detto. In un’intervista del settembre del 2013 allo Huffington Post, per esempio, aveva detto che la TAV andava «sabotata» (De Luca anche ieri si è difeso dicendo che «il verbo sabotare secondo il vocabolario della lingua italiana ha numerosi significati»). Nei mesi seguenti De Luca è stato difeso pubblicamente da diversi scrittori e personaggi pubblici.
Buon compleanno Erri. L’interrogatorio dell’imputato scrittore accusato di aver istigato a mezzo stampa al sabotaggio del cantiere della Tav è basato su libri, articoli di giornale, tweet, dotte citazioni, da Joseph Conrad e Salman Rushdie. Non male, come regalo.
Erri De Luca arriva puntuale e ben accompagnato. A scortarlo c’è un nutrito gruppo di amici e sostenitori con tanto di maglietta a lui inneggiante. La piccola aula del tribunale di Torino è affollata fin dal mattino, uno tra i primi a entrare è stato il suo amico cantautore Gianmaria Testa. In prima fila ci sono gli inviati dei giornali stranieri, a prevalere sono le testate francesi, ben quattro tra quotidiani e settimanali. Appena il caso di ricordare che il pamphlet di De Luca sulla sua vicenda giudiziaria è in quasi tutte le vetrine delle librerie parigine. L’imputato ha ripetuto passo dopo passo quanto sostenuto in quelle pagine e di quello si è discusso, salvo poi accorgersi che l’opera non risulta essere agli atti del processo. L’unica variazione sul tema, e l’unico momento barricadero, conteneva un sobrio accostamento tra il cantiere di Chiomonte e le più famose mura bibliche. «Non è il palazzo d’inverno, ma come la città di Gerico assediata da un coro di voci saranno proprio quelle voci a farlo crollare».
I colleghi stranieri chiedono delucidazioni su nomi esotici come Chiomonte, ridente località in Val di Susa che per due anni fu teatro di scontri e assedi al cantiere. A loro interessa lo scrittore divenuto paladino della libertà d’opinione, non certo la vicenda della Tav che qualche anno fa ha tenuto banco in Italia. La protesta contro l’Alta velocità trova la sua vetrina più visibile nel momento in cui la sua ritirata sembra ormai un dato di fatto. «Ho istigato qualcuno a commettere reati? Non risulta. Nessuno mi ha mai dato questa responsabilità. A parte, naturalmente, la procura di Torino … Io, se istigo, istigo alla lettura. Al massimo alla scrittura».