La contestata condanna di Mario Tolosa
Una storia di cui si parla da giorni in Argentina: due giudici hanno dimezzato la pena di un uomo condannato per abusi sessuali su un bambino, con motivazioni discutibili
I principali giornali internazionali stanno raccontando in questi giorni una storia di cui si discute moltissimo in Argentina: due giudici hanno dimezzato la pena a un uomo già condannato per pedofilia, motivando la decisione con il fatto che la vittima, un bambino di sei anni, mostrava segni di una sessualizzazione precoce e, come ha spiegato in un’intervista successiva uno dei giudici, era abituato agli abusi. Secondo i due giudici, quindi, pur avendo subito delle violenze il bambino ha avuto un danno minore.
La storia è questa. Mario Tolosa era il vicepresidente di un piccolo club sportivo di Buenos Aires. Nel 2010 era stato accusato di aver violentato nel bagno degli spogliatoi un bambino che a quel tempo aveva sei anni. Il bambino ha una storia familiare complicata: in quel periodo era affidato a una nonna ed era stata lei che, vedendolo ferito, aveva sporto denuncia. Mario Tolosa era stato condannato in primo grado per abusi gravi a 18 anni di carcere: lungo tutto l’iter processuale la pena era stata via via ridotta, prima a 9 e poi a 6 anni. Nel 2014 i due giudici, esaminando l’appello proposto di fronte alla Cámara de Casación Penal, avevano ulteriormente ridotto la pena da sei anni a 38 mesi stabilendo che gli atti di Tolosa non avrebbero dovuto essere considerati gravi, in termini legali, perché – come si legge nelle motivazioni della sentenza – il bambino «stava già compiendo una scelta precoce» della sua sessualità: si faceva cioè velatamente riferimento a una presunta omosessualità. La sentenza risale allo scorso anno ma la storia ha cominciato a circolare solo negli ultimi giorni.
Dopo che la sentenza ha iniziato a circolare, uno dei dei giudici ha difeso la decisione anche durante un’intervista dicendo che prima che Tolosa molestasse il bambino, lui aveva già subìto violenze da parte del padre. A seguito di questa esperienza, il bambino aveva mostrato «indizi di travestitismo, condotta che siamo stati costretti a prendere in considerazione». La famiglia del bambino, pur dicendo che la situazione dei genitori è complicata, ha comunque negato che ci siano state delle violenze.
Ci sono state proteste sui social network e per le strade, sono state raccolte più 400 mila firme in pochi giorni per chiedere l’allontanamento dei due giudici che sono attualmente sotto accusa, la Corte Suprema di Buenos Aires ha deciso di impugnare la sentenza e sulla questione sono intervenuti diversi politici, compresa la presidente Kirchner. I due giudici si chiamano Horacio Piombo e Benjamín Sal Llargués e sostengono di essere vittime di un complotto politico ai loro danni. Dopo la pubblicazione della sentenza i giornali argentini hanno fatto delle ricerche sui due giudici scoprendo che hanno una lunga lista di decisioni controverse.