A che punto è l’NBA
Quattro squadre si sono qualificate alle finali di Conference, nessuna ha vinto un titolo negli ultimi 20 anni: le cose da sapere
Domenica 17 maggio si sono concluse le semifinali di Conference dei playoff NBA (National Basketball Association, la principale lega di basket del Nordamerica). Il torneo NBA è diviso in due grandi gironi, le Conference, a cui partecipano le squadre su base geografica: alle finali di Conference si sono qualificate quattro squadre, due a est e due a ovest. Le quattro qualificate sono i Cleveland Cavaliers e gli Atlanta Hawks a est, e i Golden State Warriors e gli Houston Rockets a ovest. La prima partita delle semifinali di Conference si giocherà nella notte tra martedì 19 e mercoledì 20 maggio: sarà Houston Rockets-Golden State Warriors e si giocherà a Oakland perché i Warriors hanno vinto più partite nella stagione regolare e quindi potranno sfruttare il vantaggio del campo. Le serie si giocano al meglio delle 7 partite: si qualificano per le finali dei playoff NBA le squadre che per prime raggiungeranno le 4 partite vinte.
Tra le quattro squadre che si sono qualificate alle finali di Conference quella che ha vinto più di recente è Houston, che ha ottenuto il titolo NBA nella stagione 1994-1995, esattamente 20 anni fa. Allora nei Rockets giocava il leggendario centro nigeriano Hakeem Olajuwon, uno dei più forti giocatori in quel ruolo della storia della NBA. Tra le quattro, la squadra che era data più per favorita a inizio campionato sono i Cleveland Cavaliers. Cleveland non ha mai vinto un titolo NBA: molti giornalisti ed esperti l’avevano data tra le favorite per la presenza nella squadra di LeBron James, considerato il giocatore di basket più forte al mondo. Oltre a James, Cleveland ha ingaggiato all’inizio della stagione anche Kevin Love, ala grande molto forte che fino allo scorso anno giocava nei Minnesota Timberwolves. I Cavaliers sembravano poter avere parecchie difficoltà a qualificarsi dopo l’infortunio di Love in gara-4: da quel momento, comunque, James ha fatto delle prestazioni notevoli portando la sua squadra alla vittoria della serie contro i Chicago Bulls.
Gli Atlanta Hawks hanno vinto il loro ultimo e unico titolo NBA nel 1958, quando si chiamavano St. Louis Hawks. Atlanta non era tra le favorite di inizio stagione e probabilmente è la più grande sorpresa del 2014-2015: ha chiuso la stagione regolare con il miglior rapporto tra vittorie/sconfitte della Eastern Conference (60 partite vinte e 22 perse) e il secondo dell’intera lega, dietro solo i Golden State Warriors (67 vinte e 15 perse). La particolarità di Atlanta è che non ha alcun personaggio “da copertina”, ma diversi buoni giocatori e un gioco efficace e fluido. Al contrario, i Warriors ce l’hanno un giocatore di copertina: il playmaker Stephen Curry, nominato miglior giocatore della stagione regolare (MVP). La finale NBA più probabile sembra essere Cleveland-Golden State, anche se entrambe le finali di Conference si possono considerare piuttosto incerte.
I canestri decisivi negli ultimi secondi
Nelle semifinali di Conference ci sono stati alcuni canestri molto spettacolari segnati all’ultimo secondo che sono risultati decisivi per la vittoria finale di quella partita. In gara-3 della serie a Est tra Chicago Bulls e Cleveland Cavaliers il playmaker dei Bulls, Derrick Rose, ha segnato un difficile canestro da tre sulla sirena di fine partita. A tre secondi dalla fine, le due squadre erano sul 96-96: i Bulls avevano una rimessa laterale nella loro zona di attacco del campo. Rose ha preso la palla e ha fatto un tiro da tre quasi fuori equilibrio che è entrato nel canestro quando la sirena era già suonata. I Bulls hanno vinto la partita 99 a 96 e Rose è stato molto festeggiato dai compagni, anche per il fatto che le sue ultime stagioni sono state molto complicate per via di alcuni infortuni.
Nella gara successiva della serie, LeBron James ha replicato con un tiro all’ultimo secondo che ha permesso ai Cavaliers di vincere la partita. Cleveland e Chicago erano 94-94 a 1 secondo e mezzo dalla fine. I Cavaliers avevano una rimessa dal fondo nella loro zona di attacco del campo: James è riuscito a farsi passare la palla nell’angolo del campo e a fare un canestro da due, anche questa volta a sirena già suonata. I Cavaliers hanno vinto per 96 a 94: a fine partita James ha raccontato di avere contestato e cambiato il piano che l’allenatore della sua squadra, David Blatt, aveva preparato per l’ultimo tiro e che prevedeva che lui facesse la rimessa: «L’ho stracciato. Ho detto all’allenatore, “datemi la palla, o andiamo ai supplementari o vinco la partita per tutti noi”».
Anche nella serie tra Washington Wizards e Atlanta Hawks c’è stato un canestro all’ultimo secondo: l’ha segnato in gara-3 Paul Pierce, vincitore nel 2008 di un titolo NBA con i Boston Celtics. A circa 5 secondi dalla fine, la partita era sul 101-101 e Pierce era spalle a canestro con la palla in mano. Pierce è riuscito a girarsi e a prendersi lo spazio per il tiro, segnando un canestro molto difficile fuori equilibrio. I Wizards hanno vinto la partita per 103 a 101. Nella gara successiva della serie, Pierce avrebbe sbagliato il canestro del pareggio a cinque secondi dalla fine, mentre in gara-6 Pierce l’avrebbe segnato, ma a sirena scaduta.
I due da cui ci si aspettava di più: LeBron James e Stephen Curry
LeBron James è considerato da molti il giocatore più forte al mondo. La scorsa estate è tornato a giocare per i Cavaliers, la squadra con cui ha esordito in NBA nel 2003 e che ha lasciato nel 2010 per andare nei Miami Heat, con cui ha vinto due titoli NBA. L’inizio del 2014-2015 non è stato facile per James, e più in generale per i Cavaliers, ma poi le cose sono migliorate. In gara-4 della serie playoff giocata contro i Chicago Bulls, James ha segnato un canestro all’ultimo secondo della partita, che ha riportato la serie sul 2-2 (fino a quel momento era sul 2-1 per Chicago, e come dicono molti giocatori NBA, nessuno vuole trovarsi sotto 3-1 in una serie playoff). Quel momento è stato definito da Kirk Goldsberry su Grantland come decisivo per James. Nella gara successiva James ha segnato 38 punti, tirando con oltre il 50 per cento per la prima volta nella serie.
Stephen Curry è stato il giocatore che più ha stupito nella stagione regolare: gli è stato assegnato il titolo di MVP – Most Valuable Player, il miglior giocatore – per il quale è stato preferito a James Harden degli Houston Rockets, LeBron James di Cleveland e Russell Westbrook degli Oklahoma City Thunder (squadra che però non si è nemmeno qualificata ai playoff). Curry ha fatto una stagione spettacolare, con 23,8 punti e 7,7 assist di media a partita, e il nuovo record di tiri da tre segnati da un giocatore in una stagione NBA (tra l’altro Curry ha superato un record precedente che apparteneva proprio a lui). Più di tutto, ha stupito la capacità di Curry di giocare a basket, per così dire, e di far sembrare facili movimenti in realtà molto difficili. Curry ha giocato una grande gara-6 nella serie dei playoff contro Memphis: ha segnato 32 punti con 8 canestri da tre ed è riuscito a riportare i Warriors in finale di Conference dopo 39 anni.