I vincitori dei Designs of the Year
La macchina di Google che si guida da sola e la campagna pubblicitaria per promuovere frutta e verdura brutte, tra gli altri: sono stati assegnati dal Design Museum di Londra
Il Design Museum di Londra – che si trova lungo il Tamigi, vicino al Tower Bridge – è un museo fondato nel 1989 che celebra ogni aspetto del design: da otto anni assegna annualmente dei premi ai migliori design in diverse categorie. Il museo, con i suoi Designs of the Year, premia eleganza e efficienza, ma anche innovazione e capacità di essere all’avanguardia: come si legge sul sito del museo, “un giorno anche gli altri musei metteranno in mostra queste cose”. I Design Awards del 2015, scelti tra 76 diversi candidati, sono stati assegnati in sei diverse categorie: l’architettura, la moda, il design di prodotto, il mondo dei trasporti, la grafica e il design digitale.
I vincitori dei Designs of the Year sono stati decisi da una giuria composta dall’esperta di moda Hilary Alexander, dall’architetto Farshid Moussavi, da Alexis Georgacopoulos, direttore di ECAL, la scuola d’arte dell’università di Losanna, dallo scultore Anish Kapoor e dal designer Richard Woolley. Quest’anno il premio per la categoria “trasporti” è stato assegnato a Google, e al suo prototipo di automobile che si guida da sola, senza necessità di autista. Come ha spiegato Wolley, uno dei giurati: «Questo prodotto ha immense possibilità di cambiare il modo in cui la società pensa alle automobili». Il premio per la categoria “digitale” è andato a The Ocean Cleanup, un progetto per ripulire le acque di mari e oceani dalla plastica e da altri rifiuti, grazie a dei bracci fluttuanti lunghi diversi chilometri. «Il progetto parte da un’idea digitale per far conoscere il terribile problema dei rifiuti di plastica negli oceani», ha spiegato Kapoo, «serviva un’idea di questo tipo – capace di sfruttare anche le potenzialità di internet – per provare a porre rimedio al problema».
A vincere il premio per l’architettura è stato l’UC Innovation Center, una struttura per un’università cilena. Il progetto è stato realizzato da Elemental, uno studio di design e architettura di Santiago del Cile. Nell’assegnare il premio, la giuria ha spiegato che il principale merito dell’UC Innovation Center sta nella sua capacità di integrarsi e interagire con il contesto in cui si trova. Il premio per la categoria “Moda” stato vinto dal designer e stilista londinese Thomas Tait, grazie alla sua collezione autunno/inverno 2013. La collezione è stata premiata per la sua originalità e la sua capacità di combinare tagli inusuali, colori vivaci e particolari tecniche sartoriali.
Il premio per il miglior design di prodotto è stato assegnato a “Organs on-Chips” (organi umani su un chip): uno strumento che – imitando il funzionamento di alcune cellule umane – potrebbe permettere di sperimentare medicinali in maniera innovativa: aumentando velocità ed efficienza e riducendo costi e necessità di sperimentazioni sugli animali. Il Design Awards per la grafica è stato vinto da “The Inglorious Fruits and Vegetables” (frutta e verdura senza gloria), una campagna pubblicitaria di Intermarché, una catena francese di supermercati. La campagna serviva a promuovere la decisione di Intermarché di offrire uno sconto del 30 per cento su frutta e verdura “brutte”, cioè dalla forma non particolarmente accattivante ed elegante. «È un modo molto semplice e diretto per dire basta agli sprechi alimentari» ha spiegato Georgacopoulos, uno dei giurati. «Eleva la differenza, celebra qualcosa di naturale, e che quindi non sempre deve avere la stessa forma, lo stesso colore, e lo stesso aspetto».