Gli scontri durante la Nakba, in Palestina
Il giorno della "catastrofe" si celebra ogni anno il 15 maggio per ricordare l'inizio della guerra civile tra israeliani e palestinesi: almeno 21 persone sono rimaste ferite
In Palestina il 15 maggio di ogni anno viene celebrato il giorno della “catastrofe”, la Nakba, durante il quale avvengono spesso scontri violenti tra palestinesi e soldati israeliani. Il 14 maggio 1948 fu proclamato lo Stato di Israele, e in seguito circa 700mila palestinesi fuggirono o furono mandati via dalle proprie case. Nel 2015 si è quindi celebrato il 67esimo giorno della “catastrofe”: almeno 21 persone sono state ferite ma nessuna è rimasta uccisa (al contrario di quanto successo diverse volte negli anni passati: nel 2011 durante le proteste morirono decine di persone in varie città palestinesi).
Decine di palestinesi si sono scontrati con l’esercito israeliano fuori dalla prigione di Ofer, a sud di Ramallah, dove secondo Al Jazeera vengono spesso imprigionati oppositori politici e militari palestinesi. Secondo AFP l’esercito israeliano ha reagito lanciando gas lacrimogeni e proiettili di gomma sui manifestanti. Altri scontri sono avvenuti presso la Tomba di Giuseppe, un luogo di culto degli ebrei, nei dintorni della città palestinese di Nablus, che si trova nel nord della Cisgiordania. Una portavoce dell’esercito israeliano ha detto che 200 palestinesi hanno attaccato i soldati israeliani presenti alla tomba mercoledì sera, tirando pietre e bruciando copertoni di gomma.
Nel 2011 il governo israeliano ha approvato la cosiddetta “legge della Nakba”, che secondo Al Jazeera «permette al ministero dell’Economia di tagliare fondi alle associazioni che non riconoscono la natura “ebraica” dello stato di Israele e che ritengono che il giorno dell’Indipendenza di Israele – l’anniversario della firma del trattato di indipendenza del 1948 – sia un giorno di lutto». La legge non è comunque mai entrata in vigore ufficialmente.