La condanna a morte per Mohammed Morsi
L'ex presidente egiziano deposto da un colpo di stato militare nel 2013 era accusato di essere evaso da un carcere nel 2011
L’ex presidente egiziano Mohammed Morsi è stato condannato a morte da un tribunale egiziano per essere evaso da una prigione nel gennaio del 2011 insieme ad altri detenuti. Morsi era già stato condannato a 20 anni di prigione per aver ordinato l’arresto e la tortura di molti manifestanti ostili al suo governo tra il 2012 e il 2013. Morsi venne deposto da un colpo di stato militare nel luglio del 2013.
La condanna a morte ora dovrà essere approvata dal Gran Muftì, la più importante autorità religiosa egiziana. I legali di Morsi hanno fatto appello contro la sentenza che potrà essere respinta anche se il Gran Muftì dovesse dare la sua approvazione. Morsi è stato condannato per la sua evasione dalla prigione dove era detenuto all’epoca del dittatore Hosni Mubarak. La prigione fu assaltata il 29 gennaio del 2011, durante i primi giorni della rivolta che avrebbe portato alla caduta di Mubarak. Secondo l’accusa, all’evasione contribuì Hamas, il gruppo militare palestinese che controlla la Striscia di Gaza. Insieme a Morsi fuggirono altre decine di leader dei Fratelli Musulmani, l’organizzazione politico-religioso di cui l’ex-presidente faceva parte.
Dal colpo di stato militare ad oggi centinaia di Fratelli Musulmani sono stati processati e in molti casi sono stati condannati a morte o a lunghi periodi di detenzione, compreso il leader del gruppo, Mohamed Badie. Circa altri cento membri del gruppo sono stati condannati a morte nello stesso processo in cui è stato condannato Morsi. Fino ad ora, soltanto una condanna a morte è stata eseguita. Attualmente l’intera organizzazione è considerata dal governo egiziano un gruppo terroristico fuori legge.