La penisola balcanica è uno dei luoghi più fertili del mondo per la nascita di nuovi stati: dove fino a vent’anni fa c’era solo la Jugoslavia, oggi ci sono sette stati. L’ultimo a nascere, il Kosovo, è stato proclamato indipendente soltanto nel 2008. Di recente accanto ai nuovi stati che hanno ottenuto l’indipendenza dopo guerre e pulizie etniche, nei Balcani sono nati anche alcuni “microstati”: sono stati fondati dall’idea e dall’iniziativa di pochi individui, e che non sono riconosciuti da altri paesi.
Un mese fa Vit Jedlicka, un politico della Repubblica Ceca ammiratore dello UKIP, il Partito per l’indipendenza del Regno Unito, ha fondato lo stato di Liberland nella parte orientale della Croazia, sulle rive del Danubio. Pochi giorni fa, dall’altra parte del paese al confine con la Slovenia, è stato il turno di un gruppo di turisti polacchi: dopo aver appreso da alcuni abitanti locali di una piccola striscia di terra che non era rivendicata né dai croati né dagli sloveni, i turisti polacchi hanno deciso di proclamare la nascita del Regno di Enclava.
Enclava è una monarchia costituzionale il cui motto è “Cittadini di tutto il mondo” (qui si può visitare il sito di Enclava). Ha una superficie di circa cento metri quadrati e la sua moneta ufficiale è il Dogecoin, una moneta virtuale simile a Bitcoin. Enclava riconosce cinque lingue: inglese, polacco, croato, sloveno e, per qualche motivo che i fondatori non hanno chiarito, mandarino. Diverse centinaia di persone hanno già fatto domanda per ottenere online la cittadinanza e gli ottocento che ci sono riusciti hanno partecipato martedì scorso alle prime “elezioni” del paese. L’idea alla base di Enclava, come hanno raccontanto i suoi fondatori, è quella che quasi sempre accompagna i microstati: creare una nazione egualitaria dove tutti godono degli stessi diritti, senza tasse e improntata ai principi libertari.
I governi di Croazia e Slovenia non hanno commentato la fondazione di Enclava, e nemmeno quella di Liberland. Le due micronazioni non sono riconosciute da alcune paese e probabilmente non lo saranno mai. Fondare un nuovo stato – l’ultimo riconosciuto internazionalmente è stato il Sud Sudan – è un’operazione complessa, che raramente nella storia è avvenuta senza guerre o violenze. I microstati sono qualcosa di diverso: nella maggior parte dei casi la loro fondazione rappresenta un gesto di protesta contro l’intrusione di un governo nella vita delle persone: ad esempio il fondatore di Liberland è molto critico nei confronti dell’Unione Europea. Alcuni microstati (qui c’è una lista) sono stati creati come una sorta di performance artistica, mentre altri ancora – come Enclava – sono poco più di uno scherzo goliardico organizzato da un gruppo di amici.
I microstati in genere hanno vita breve e raramente vengono presi sul serio dalle nazioni sul cui territorio vengono fondati. Una delle eccezioni a questa regola avenne proprio in Italia, quando nel 1968 un ingegnere fondò su una piattaforma offshore nell’Adriatico, tra Rimini e Cesenatico, l’Isola delle Rose. Come molte altre micronazioni, l’Isola delle Rose non prevedeva alcuna tassazione e aveva come obiettivo la creazione di uno stato utopistico e libertario. Poco dopo la sua fondazione l’isola venne occupata dalle forze dell’ordine italiane e la piattaforma venne demolita dalla Marina.