Tutti i conti di RCS
Il sito "DataMediaHub" ha messo insieme un po' di numeri sulla società editrice del Corriere della Sera: le cose non vanno benissimo
DataMediaHub, un sito italiano che si occupa di giornalismo e media, ha pubblicato un’analisi dei conti di RCS MediaGroup, la società editrice che tra le altre cose pubblica il Corriere della Sera. L’analisi prende in considerazione diversi aspetti dell’andamento e della gestione di RCS: dai ricavi degli ultimi anni al numero dei dipendenti e dei giornalisti, all’importanza e al peso del digitale sui bilanci della società. In generale le cose non vanno benissimo per RCS: i ricavi sono in discesa da diversi anni (per via del calo delle copie vendute e dei ricavi pubblicitari), i tagli al personale sono stati piuttosto consistenti e la crescita del digitale non è buona come ci si aspettava. L’analisi, ben fatta e ricca di infografiche piuttosto chiare, è la prima di una serie che DataMediaHub pubblicherà sullo stato dei grandi editori giornalistici italiani. RCS MediaGroup è editrice di molti giornali e periodici italiani, oltre il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport, Sette, Io Donna e Max.
I numeri dei bilanci di Rcs dicono inoltre che la flessione dei ricavi ha soprattutto un “colpevole”: il drastico calo dei ricavi diffusionali. Negli ultimi cinque esercizi – dal 2010 al 2014 – a pesare per quasi il 60% [il 57% per la precisione] sulla flessione di 975,9 milioni di euro dei ricavi totali è il –558,6 milioni registrato dai ricavi diffusionali. Un peso decisamente maggiore di quello relativo alla crisi della pubblicità i cui effetti in Rcs [una flessione di 268,4 milioni nel medesimo periodo] ha pesato sul calo del fatturato “solo” per il 28%. La pubblicità tra l’altro nel 2014 registra un +3,2% rispetto all’anno precedente, ed è la prima volta dopo anni di segno meno. In Rcs – come in tutti i gruppi editoriali di questo mondo – si è anche molto tagliato sui costi. Quanto? Prendendo come riferimento ancora gli ultimi cinque esercizi il costo del lavoro è diminuito di 127,5 milioni di euro, i costi operativi di 674,6 milioni. Rispettivamente un taglio del 28,1% e del 43,1%. In un grafico ci è sembrato interessante mettere a confronto nel periodo 2014–2010 i tagli dei costi e le flessioni dei
principali voci di ricavo.
(Leggi l’articolo intero sul sito di DataMediaHub)