Perché c’è una mela in piazza del Duomo a Milano?
Informazioni per chi passa di lì e se lo chiede (ma potete anche chiederlo ai volontari lì intorno)
Domenica 3 maggio è stata installata in piazza Duomo, proprio davanti alla chiesa, una grande mela verde circondata da balle di paglia, di cui molti visitatori e passanti si chiedono il significato. È la nuova opera dell’artista italiano Michelangelo Pistoletto, una mela alta otto metri e larga sette, formata da una struttura metallica e ricoperta da un tappeto di erba naturale. L’opera, intitolata “Il Terzo Paradiso. La mela reintegrata” è stata donata alla città di Milano da Pistoletto per l’inizio di Expo ed è un’iniziativa promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI) con il sostegno del Comune. Resterà in piazza del Duomo fino a lunedì 18 maggio, per poi essere spostata definitivamente in piazza Duca d’Aosta.
Intorno alla mela sono state sistemate anche oltre 100 balle di paglia disposte in tre cerchi a simboleggiare il “Terzo Paradiso”, cioè la riconfigurazione del segno matematico dell’infinito per Pistoletto. Su un lato della mela c’è il segno del canonico morso, ricucito da Pistoletto con una cucitura metallica, che simboleggia quindi il ricongiungimento dell’umanità con la natura perduta del Paradiso. L’inaugurazione del 3 maggio è coincisa con l’inizio della nuova edizione della “Via Lattea”, un percorso annuale che il FAI organizza nei più bei luoghi della campagna lombarda, e che terminerà il 25 ottobre 2015.
Michelangelo Pistoletto è un artista biellese, pittore e scultore della corrente dell’arte povera, un movimento – che nacque nella seconda metà degli anni ’60 prevalentemente a Torino – in contrasto con l’arte tradizionale: gli artisti utilizzano materiali “poveri” per creare le loro opere, come terra, legno, scarti plastici e di metallo di vario tipo.
“Il simbolo della mela attraversa tutta la storia che abbiamo alle spalle – ha spiegato Pistoletto durante l’inaugurazione – partendo dal morso, che rappresenta il distacco del genere umano dalla Natura e l’origine del mondo artificiale che si è sviluppato fino a raggiungere le dimensioni totalizzanti di oggi. La mela reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario”. Intorno alla mela alcuni volontari del FAI spiegano il significato dell’opera e invitano le persone a sedersi sulle balle di paglia.